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29 marzo 2024

Treviso

Il prosecco è etero o gay?

La provocazione (anonima) contro Astoria wines, che sponsorizza il gay pride trevigiano

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

Il prosecco è etero o gay?

TREVISO - I no-gay contro il prosecco. Anzi contro Astoria, azienda leader del settore vinicolo di Marca. Alla vigilia del gay pride trevigiano del 18 giugno, all’azienda Astoria è succeso di ricevere lettere anonime. Meglio: missive dall’inquietante contenuto (e dall’approssimativa ortografia), firmate “I normali.”

Alcuni ignoti (che si firmano “i normali”) hanno scritto all’azienda Astoria vini di non essere razzisti, ma di aver fatto una constatazione. Quale? “ Le cose particolari - si legge nel documento postato su Facebook dall’azienda - sono sempre avezze di particolarismi. In modo particolare nel settore alimentare. Ci sorgono dubbi nella gestione…”

 

La reazione alla mossa sgrammaticata? Astoria wines risponde con classe. Raccoglie il sasso dallo stagno del pregiudizio. Lo posta su Facebook chiosando quanto segue: "Condividiamo questa lettera che ci è arrivata in azienda, per ribadire, a chi non l'avesse capito, che in Astoria non dividiamo il mondo in "normali" o "particolari", ma in singole persone, con nome e cognome, da rispettare sempre e comunque anche quando hanno comportamenti, colore, cultura diversi dalla nostra. Quindi, signori "normali", passate a trovarci, a visitare la cantina e a conoscerci di persona, sarete benvenuti anche voi!"

 

E poi? Paolo Polegato, raggiunto al telefono, ci spiega che Astoria Wines, al di là del progetto imprenditoriale, al di là del lavoro che la sottende, al di là della fama acquisita, ha una filosofia imprenditoriale a cui non vuole rinunciare. “I ragazzi del gay pride di Treviso - spiega Paolo Polegato - hanno lavorato bene. Ci hanno messo il cuore in questo evento e noi abbiamo deciso di sostenerli. Così come abbiamo fatto in passato in occasioni in cui ci sembrava che i diritti inalienabili fossero calpestati”.

Astoria wines, in passato, era salita alla ribalta della cronaca internazionale per aver sponsorizzato il Togo in un campionato calcistico che richiedeva risorse che il paese africano non poteva permettersi. “L’azienda - puntualizza Polegato - ha sempre sostenuto manifestazioni che in qualche modo potessero combattere il pregiudizio. Ora, dopo la strage di Orlando, ci sembra ancora più doveroso appoggiare i ragazzi del gay pride. Dare un segnale di apertura, civiltà, democrazia.”

 


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