Profughi e italiani in difficoltà assunti per la vendemmia
Sui colli del Prosecco un progetto che restituisce la dignità e la soddisfazione del lavoro
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SUSEGANA - Sulle colline del Prosecco si può anche scegliere di lavorare senza nero, senza precarietà, nel rispetto della dignità della persona. E non è neppure così complicato. A partire dalla vendemmia.
Gianluca Sossai e Simone Della Giustina della GS snc di Susegana, azienda che si dedica alla gestione di vigneti conto terzi, hanno scelto di accettare la proposta di Acli Treviso e Caritas diocesane di Vittorio Veneto e di Treviso: hanno assunto per la vendemmia stranieri richiedenti protezione, ospitati a Treviso, e italiani in difficoltà economica o sociale, residenti tra Susegana, Santa Lucia, Mareno, Vazzola e San Polo. In tutto una quindicina di persone, che per venti giorni hanno lavorato con soddisfazione: propria, di GS che era il datore di lavoro, delle cantine del Prosecco clienti di GS.
“Tutto è nato da un'esigenza – spiega Sossai -: ci serviva personale per la vendemmia e non ne trovavamo. Ci siamo rivolti alle Acli e loro ci hanno proposto, tramite Caritas, di coinvolgere stranieri richiedenti protezione internazionale e persone italiane in difficoltà. Abbiamo chiesto garanzie alle Acli... e ce le hanno date”.
Superati i timori è cominciato l'impegno: un lavoro a tutti gli effetti. “Abbiamo assunto queste 15 persone allo stesso modo di tutti gli altri nostri dipendenti: contratto, assicurazione, formazione antinfortunistica e tutto ciò che serve per lavorare in sicurezza”. Ma anche per lavorare in modo radicalmente diverso da chi durante la vendemmia ricorre, pur di abbassare i costi o elevare i profitti, a lavoro nero o caporalato.
Dal martedì 13 settembre e per tutto il mese di settembre, stranieri in cerca di futuro e italiani che vivono povertà e disagio hanno vendemmiato nelle vigne del Prosecco per cantine della Sinistra Piave, nelle squadre di GS.