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20 aprile 2024

Conegliano

Professione tree-climber: Pietro, dall’alto, cura il nostro futuro

21 anni e una strada (letteralmente) in salita: “Potare gli alberi con noncuranza può essere pericoloso per tutti noi”

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Pietro e Anselmo

Pietro e Anselmo

CODOGNE’ - “Quando sono sull’albero, mi stacco da tutto. Entro in sintonia con l’albero e divento parte di questo”. Pietro Mazzer, 21 anni, di Codognè, è uno dei più giovani arboricoltori tree-climber della zona. Uno dei pochi, a dire il vero. Questa professione, infatti, non è molto diffusa anche se negli ultimi anni sta prendendo piede.

Dopo il diploma alla scuola di geometri di Oderzo, Pietro ha deciso di buttarsi, anzi: di arrampicarsi e ha frequentato un corso di tree climbing a Monza, diventando un arboricoltore a 360°. “Quello che faccio - racconta Pietro - è arrampicarmi sull’albero con corde e imbraco e procedere alla potatura senza capitozzare la pianta, permettendo che questa mantenga la sua struttura originaria, il suo progetto di vita, rimanendo in salute ed evitando di diventare un pericolo, per l’ambiente e per le persone”. Pietro, con il suo lavoro, combatte contro le potature estreme e fatte alla buona, purtroppo frequenti, che portano a quei risultati disastrosi che si vedono un po’ dappertutto, anche a Conegliano e Vittorio Veneto. “Quando guardo gli alberi (cioè sempre) - spiega Pietro - mi sento preoccupato. Spesso vengono maltrattati, segati, circondati, e nel posto sbagliato possono diventare un pericolo”.

 

Un arboricoltore tree-climber si arrampica fino a 40 metri, per potare. “Fin da piccolo mi piaceva arrampicare - racconta Pietro -. Ed è stato questo, oltre che l’amore per gli alberi, che mi ha portato a voler intraprendere questa strada”. Strada che l’ha portato a conoscere Anselmo Degli Alberi, noto arboricoltore tree climber della zona. “La collaborazione con Pietro ha fatto crescere anche me - spiega Anselmo - abbiamo due prospettive diverse per rapportarci alla pianta, sono due approcci che si completano. Per questo l’incontro anche per me è stato entusiasmante”. Anselmo ci racconta un recente aneddoto. “L’altro giorno siamo stati chiamati da una signora che aveva un albero malato in giardino. Quando siamo arrivati, la donna ci ha raccontato della malattia del marito, e del quasi concomitante deperimento della pianta. E mentre cercavo di capire questa simbiosi, questo nesso causa-effetto, e mi concentravo sull’energia che era intercorsa tra l’uomo e l’albero in questione, Pietro era già passato a controllare il colletto radicale”.

 

Anselmo spiega che gli alberi non ci danno solo ossigeno, ma ogni pianta ha le sue caratteristiche, le sue capacità, la propria energia. “Sotto una quercia, per esempio, si può trovare la direzione, mentre il noce aiuta nei ragionamenti. L’altro giorno infatti, dopo che da tempo cercavo di capire una cosa, mentre lavoravo sotto un noce per preparare la raccolta, ho trovato la soluzione, che d’un tratto mi è parsa così semplice e virtuosa, oltre che a portata di mano”. Un aspetto olistico e uno scientifico, che insieme portano ad approcciarsi all’albero a tutto tondo, prendendo e dando il meglio.

 

“Quando potiamo, ed è questo che fa l’arboricoltore tree-climber - spiega Anselmo - manteniamo il design originale connesso con la natura. Non stravolgiamo nulla, e a volte sembra che non abbiamo nemmeno tagliato, mentre a terra è pieno di rami. La potatura deve essere mirata, armonica, precisa, e solo arrampicandoci e saltando da ramo in ramo, ascoltando la pianta, capendo in che fase di trova, possiamo fare un lavoro che non va a minare il progetto vitale dell’albero”. “Il tree-climbing è un lavoro ancora poco conosciuto - conclude Anselmo - ma per fortuna ora sembra che i giovani se se stiano sempre più interessando. E’ un lavoro virtuoso, per il futuro, è un ponte tra gli umani e i vegetali. E facendolo senti di fare del bene al pianeta, oltre che a te stesso”.

Nella foto, platano in crescita naturale. La leggenda mitologica narra che il serpente dell’Eden, il custode dei segreti della conoscenza, dimora qui. La sua corteccia a scaglie e maculata lo rappresenta. In Oriente viene considerato simbolo di Dio e piantato vicino ai templi o alle fonti

 


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Stefania De Bastiani

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