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28 marzo 2024

Montebelluna

Presentati a Montebelluna i progetti degli studenti dell'Università di Padova sulla rigenerazione di 5 aree dismesse

Ex Montecatini, Officine Boranga, Tessitura Monti, Filatura Gioppo, Maglio Celato

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Montebelluna

MONTEBELLUNA - Sono stati presentati ieri, sabato 3 dicembre, i progetti di rigenerazione urbana ideati dagli studenti dell’Università degli Studi di Padova per 5 aree dismesse della Città di Montebelluna: Ex Montecatini, Officine Boranga, Tessitura Monti, Filatura Gioppo, Maglio Celato. Si tratta di idee risultato della collaborazione tra il Comune di Montebelluna Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale (I.C.E.A.) dell’Università degli Studi di Padova nell’ambito del progetto - curato dal Prof. Enrico Pietrogrande e dal Prof. Alessandro Dalla Caneva - dedicato alla rigenerazione urbana delle attività industriali dismesse con caratteri storici peculiari. I progetti, raccolti in un volume ed esposti anche in una mostra nella biblioteca di Montebelluna, sono stati presentati nel corso della seconda parte del convegno “MONTEBELLUNA E LA CITTA’ DEL FUTURO - Visioni di rigenerazione urbana” promosso nell’ambito delle celebrazioni del 150 anniversario della Città dai Servizi Culturali assieme quelli Urbanistici del Comune.

Al convegno è intervenuto da remoto l’architetto Dionisio Vianello che ha ricordato ai presenti il gran lavoro di riqualificazione urbana iniziato 30 anni fa e che, con la crisi del 2008, ha subìto uno stop. Durante il suo intervento Vianello ha incalzato i presenti con tre chiave: consumo di suolo, rigenerazione urbana, transizione ecologica spiegando come le nuove progettualità sono obbligate a rendere conto dei cambiamenti di mentalità e climatici che stanno avvenendo. Un intervento è stato fatto anche dall’urbanista Fernando Lucato, che ha portato ai presenti un’analisi sull’urbanizzazione di Montebelluna raccontandone il cambiamento avvenuto negli ultimi 150 anni, in particolare per quanto riguarda le attività produttive portando un confronto con il territorio Veneto e la normativa che lo regola.

Commenta il sindaco, Adalberto Bordin: “Questo appuntamento conclude idealmente l’anno di celebrazioni promosse dal Comune per celebrare i 150 anni della nascita della Montebelluna contemporanea. Un anno fa mai avremo immaginato che, grazie alla disponibilità ed intraprendenza delle associazioni e delle realtà locali avremo offerto alla comunità tanti spunti e occasioni per celebrare questa ricorrenza con eventi e iniziative quantitativamente e qualitativamente eccezionale. Il convegno di oggi ne è la riprova per il suo contenuto tecnico-scientifico reso da relatori autorevoli e dai lavori ottenuti grazie alla collaborazione stretta con l’Università di Padova lo scorso anno e che ci permette di ottenere stimolanti prospettive per lo sviluppo futuro della città. Una Città, quella di oggi, che è il riassunto di quella scelta urbanistica visionaria presa dai nostri predecessori un secolo fa che destinarono alle piazze ben 16.800 metri quadri ma anche della più recente sfida (riuscita) di pedonalizzare il centro dando vita al cosiddetto Progetto Arcipelago grazie al quale l’intero centro è stato dal parco Manin, alle piazze del centro, a piazza Oberkochen e Corte Maggiore attraverso il passaggio Tirindelli. Solo dieci anni nessuno avrebbe immaginato che Montebelluna avrebbe potuto avere un nuovo volto. Oggi, invece, non potremo più fare a meno di un centro a misura d’uomo, costantemente popolato di persone e di eventi in tutte le stagioni ed in particolare proprio per questo prossimo Natale per il quale è stata programmato un palinsesto senza precedenti”.

Qui di seguito i progetti tutti accomunati dalla volontà di valorizzare la storia donandole futuro: gli edifici dismessi vengono in ogni caso tutelati, riproposti e anche solo raccontati dalle nuove architetture con la grande ambizione di rendere un non luogo un posto dove stare e creare comunità.

AREA EX MONTECATINI
Nuovo polo universitario - Alessandro Borgato, Alice Trovò, Davide Sesso, Federico Rossi
In questo progetto le vecchie industrie chimiche lasciano spazio ad un nuovo polo universitario, studiato in modo tale che ogni spazio sia funzionale alla vita dello studente. Per questo, ogni luogo è plasmato per accompagnare lo studente durante la giornata. L’area di progetto si compone di quattro edifici. Il primo edificio che affaccia su via Piave è stato completamente ripensato, con uno sviluppo su un unico piano ed è stato adibito ad amministrazione e zona ristoro. Il secondo edificio, vincolato per la sua valenza artistica, è stato riconvertito nella sede per l’amministrazione ricavando all’ultimo piano l’appartamento per il custode. Il terzo edificio, per il quale esiste un vincolo ambientale per la tutela degli esterni, è stato convertito in sede universitaria con aule, aule studio, studi per i docenti e una piccola area ristoro. Le aule godono anche di uno spazio esterno. Sono state definite delle corti, accessibili esclusivamente dall’interno delle aule, pensate per diventare un’estensione della costruzione verso l’esterno. La campata centrale è il vero fulcro del progetto, lo spazio pubblico in cui si concentra la vita sociale e il transito di persone e cose. Il quarto edificio, con l’ingresso rivolto verso via Gazie, assolve la funzione di residenza universitaria e presenta al suo interno gli spazi necessari per la vita quotidiana di uno studente: la mensa, la palestra, zone per il relax al piano terra mentre gli alloggi per gli studenti sono previsti al piano superiore.

Centro start-up e accademia di musica-danza - Gaia Contin, Federico Ferro, Giovanni Ieva, Ane Vårin
Il progetto è caratterizzato dal recupero edilizio dei due grandi edifici che ospitavano gli stabilimenti Motedison per ricavare al loro interno un centro per le sedi di nuove start-up e una accademia di musica e danza, con aggiunta di altri servizi e di un nuovo fabbricato adibito ad ostello. Nel grande spazio interno si prevede di inserire gli uffici per le start-up, inclusi servizi igienici ed elementi di risalita. Vengono delimitate aree di sosta più ampie, una sorta di piazze dove ritrovarsi, pensate come luoghi attrattori di comunità, per esempio proponendo dei gradoni scavati nel suolo che fungono da piccolo teatro per presentazioni pubbliche, o una gradinata piramidale con sedute e tavolini dove trascorrere i momenti di pausa lavorativa. I pilastri ancora esistenti della testata del fabbricato rivolta a sud, ora avvolti dagli alberi cresciuti tra le rovine, è reinterpretata, similmente ad un paesaggio pittoresco, come una “selva” architettonica. Si prevede al suo interno un percorso costituito da passerelle in legno e varie zone di sosta immerse tra gli alberi. Nel secondo stabilimento, posizionato trasversalmente al primo e con affaccio verso via Gazie, è prevista l’Accademia di musica e danza, insieme ad altri servizi come il ristorante, la reception sulla quale si affacciano le sale dei professori, la sala da concerti, e le sale per le prove. Al piano superiore uno spazio distributivo divide uffici, scale e spogliatoi dalle due sale da ballo, di cui una presenta una gradonata in legno per assistere agli spettacoli. A servizio dell’intera area oggetto della riqualificazione urbana è prevista la costruzione di un ostello, collocato nella parte nord del complesso.

Residenza per anziani e complesso per abitazioni e uffici - Nikoland Bonjako, Luca Giacomo Invidiato, Rossana Martignon, Carlotta Zaramella
In questo progetto i volumi dell’ex stabilimento Montecatini saranno principalmente destinati a residenze per anziani, abitazioni e uffici. Ogni fabbricato è collegato agli altri tramite percorsi che seguono due maglie differenti. L’area è percorribile unicamente a piedi. Le auto hanno accesso a un parcheggio coperto situato al piano terra tramite un apposito percorso. L’edificio prossimo a via Piave in cui si trovavano l’ingresso e l’amministrazione della Montecatini è stato reinterpretato e destinato ad ospitare una sede distaccata del Museo di Montebelluna e un bar con relativo magazzino. Di qui un asse rettilineo si sviluppa fino al limite sud dell’area. Il fabbricato che è disposto parallelamente al tratto di via Zecchinel con direzione nord-sud viene trasformato nel progetto in una residenza per anziani con laboratori. All’interno della casa di riposo sono presenti dieci camere per gli ospiti, una palestra, una mensa, un soggiorno comune, due sale per il personale e alcuni uffici per il direttore e i medici. Il laboratorio contiene quattro sale per le attività e tre sale lettura. Per la realizzazione del progetto si prevede la demolizione dell’edificio al limite nord e di una porzione del fabbricato che ha orientamento est-ovest. Una serra vetrata e un blocco a due piani nella parte contenente uffici e appartamenti integreranno le preesistenze riqualificate.

Un nuovo polo per la musica - Francesca Benedetto, Beatrice Di Rosa, Paola Meneghetti, Lorenzo Tavano
Il progetto è la definizione di un complesso architettonico avente come fulcro la musica. In particolare, è stato deciso che gli edifici ospitassero un edificio amministrativo-dirigenziale, una scuola di musica, un auditorium, un luogo di ristoro e un ostello. Ci si è dunque orientati al recupero delle preesistenze cercando di preservare l’identità paleoindustriale del complesso, integrandole con nuovi edifici contrastanti con le porzioni di fabbrica pervenuteci. All’interno del complesso, un percorso nord-sud parallelo a via Zecchinel connette tutti gli edifici fra loro e la piazza principale si trova tra l’ostello, l’auditorium e il bar panoramico soprelevato, in corrispondenza della ciminiera, simbolo che richiama l’origine industriale del luogo. La palazzina presso il limite nord che fungeva da ingresso e sede amministrativa conserva la destinazione originaria, oltre ad ospitare gli studi dei professori della scuola di musica. Nel corpo di fabbrica destinato a dar luogo alla scuola di musica, al piano terra si trova l’ingresso, una sala conferenze per un centinaio di posti, tre aule, due sale di registrazione, un ampio deposito di strumenti che afferisce all’auditorium e i servizi igienici. Al piano superiore si trova un’ampia area di lettura e studio, tre altre aule e a un’area relax. La struttura dell’ostello si basa sull’impianto preesistente: al piano terra gli spazi amministrativi dell’ostello, una mensa da cento posti circa e una cucina, mentre al piano superiore sono presenti una sala giochi, una discoteca, un bar e i servizi igienici. Nella porzione inferiore dell’edificio è presente per tutta la lunghezza una sequenza di camere da quattro, sei o otto posti letto, ciascuna con il proprio bagno.

Nuovo centro polivalente - Anibri Majedouline, Costanza Tarantello, Luca Bassi, Carlotta Toniato
La finalità a cui mira il progetto è quello di definire un luogo dove tutti gli abitanti della città e delle zone più vicine possano ritrovarsi, dando così spazio alla comunità. L’idea di progetto si sviluppa analizzando il territorio ed i sevizi già presenti ascoltando anche il parere della comunità. Ciò che non è presente a Montebelluna è un luogo di incontro per la comunità, con particolare riferimento ai giovani. L’idea nasce quindi dalla necessità di spazi e servizi di svago, di cultura, per lo studio e per l’attività sportiva, temi che sono alla base del progetto. La scelta quindi si orienta verso un vero e proprio centro polivalente, luogo di incontro e condivisione sociale. Il primo tema si sviluppa principalmente nell’edificio della ex Montecatini che viene rifunzionalizzato come Cineteca, con annessa una zona ristorazione, un info point e un piccolo negozio. A ridosso della Cineteca vengono disposti una serie di strutture adibite a bar e piccola ristorazione, dedicate alla socialità ed allo svago. L’edificio perpendicolare alla ex Montecatini è destinato allo sport e allo studio. In particolare sono introdotte nell’edificio preesistente funzioni quali sale congressi e una palestra al piano terra. Una corte aperta viene ricavata all’interno dell’edificio per individuare uno spazio di condivisione sociale e permettere una migliore illuminazione agli spazi più interni.

Riqualificazione dell’area dismessa (parte sud) Davide Avogaro, Ygor Fasanella, Matteo Pasqualetto, Veljko Drazilovic
Il progetto prevede di creare un centro culturale composto dallo spazio museale che può essere dedicato alla storia dello sviluppo industriale della città, da una palestra, dalla scuola di danza, ristorazione, inclusi spazi per uffici e attività commerciali pertinenti. Fondamentale elemento che contraddistingue il progetto è la piazza, spazio aperto contornato dai nuovi edifici cui si accede tramite un taglio nel terrapieno previsto sul lato confinante con la ferrovia. Sul lato opposto, ad est, si eleva la volumetria che ospita gli spazi museali entro due prismi di pianta quadrata ruotati tra loro, affiancati da larghe gradinate. Un colonnato divide la piazza da un ambiente filtro che introduce al retrostante parcheggio coperto. Il museo ospita gli ambienti espositivi ai piani superiori e il relativo magazzino al piano terra. A nord due elementi delimitano la piazza rispetto a via Zecchinel, una torre a pianta circolare con spazi destinati ad ufficio, e un fabbricato rettangolare a due piani destinato a palestra e scuola di danza. Sul lato sud della piazza, infine, si allineano due altri volumi. In essi trovano posto un lounge bar, un’edicola, un ristorante con magazzino, montacarichi e camerini per il personale, alcuni ambienti per la fruizione della musica, tre sale prove e uno studio di registrazione.

Centro sportivo e ostello (area sud) - Vittoria Jonesti, Federica Verno, Biancamaria Zanini
L’intervento prevede di utilizzare l’area libera a sud degli stabilimenti dismessi Montecatini per la nuova costruzione di un centro sportivo e un ostello, uniti da una piazza comune. L’idea è che la piazza possa costituire un luogo d’incontro per i cittadini di Montebelluna e per i suoi visitatori. Per questo motivo è pensata con una consistente presenza di verde pubblico costituito da alcuni alberi e aiuole con sedute. Fondamentale nel progetto è la presenza del portico, che parte da un lato della piazza per poi prolungarsi verso sud e proseguire fino all’ingresso all’area. Nell’edificio rivolto ad ovest è collocato l’ostello che comprende una sala polivalente, che può ospitare conferenze di carattere culturale, esposizioni artistiche, serate dedicate al cinema o a spettacoli teatrali. Il secondo spazio collettivo presente al piano terra è una sala destinata allo svago e al tempo libero di carattere ludico-ricreativo, arredata anche con dei divanetti e tavoli. Al piano terra sono presenti anche degli ambienti di servizio, quali la reception e il back office. Al piano superiore sono previste le camere di varie taglie, doppie con bagno privato, e fino a se posti letto con bagni comuni, collegate da un corridoio centrale. Nell’altra ala dell’edificio adibito ad ostello è presente un’area ristoro al piano terra, con un bar-ristorante a disposizione degli ospiti e dei visitatori esterni. A livello superiore è prevista una terrazza comune. Nell’edificio del centro sportivo vi sono due specifiche attività: nell’ala che fronteggia l’ostello vi è la zona ingresso e servizi al piano terra con una sala pesi dedicata al fitness, mentre nell’ala adiacente è prevista una palestra con una parete da arrampicata boulder indoor.

EX OFFICINE BORANGA
Progetto di riqualificazione - Valeria Bonan, Emma Grandotto, Luca Mattiello

L’idea che sta alla base del progetto ruota attorno al concetto di corte. L’edificio vincolato viene posto al centro di un grande spazio perimetrato da edifici con funzioni diverse. Tema ricorrente è il porticato. Sono presenti due ingressi principali. Quello monumentale che si affaccia su via Gazie, che richiama il tema dell’atrio porticato, in relazione alla facciata principale dell’edificio Boranga e quello su via Zecchinel che costituisce l’accesso dalla nuova piazza. Il progetto si compone di tre volumi principali. Due sono di nuova costruzione, il terzo costituito dall’edificio vincolato per il quale viene prevista una nuova destinazione: quella di centro di promozione di prodotti locali. L’edificio preesistente si prevede di utilizzarlo come galleria d’arte e biblioteca. L’edificio si articola su due livelli adibiti a galleria d’arte nell’ala sud, e rispettivamente a museo e biblioteca - aula studio al piano primo e al piano terra nell’ala nord. Gli spazi pubblici al perimetro del progetto prevedono l’inserimento di diversi filari di alberi. Lo spazio su via Zecchinel è pensato come una piazza allungata che prosegue in direzione della stazione per coinvolgere la futura sistemazione dell’area su cui insiste l’ex filatura Monti e definire un sistema di relazioni spaziali unitarie.

Centro enogastronomico - Boranga - Valentina Melillo, Francesco Russo, Francesca Schneider, Luca Tosolini
La prima decisione progettuale è stata quella di tracciare un confine netto, ma permeabile tra il lotto e gli spazi circostanti per accogliere il visitatore in uno spazio verde protetto, lontano dalla dinamicità del traffico ferroviario. Il lavoro svolto sull’edificio preesistente è mosso dal rispetto per le sue forme e la sua storia. Visto il suo passato industriale, la funzione attribuita è quella di ospitare le attività di supporto al turismo sportivo con pop up stores di marche legate allo sport e alla montagna, o piccolo artigianato per riparazioni al materiale tecnico sportivo, come laboratori di risuolatura scarponi. Sono inoltre stati predisposti due ambienti prova per il materiale sportivo venduto o affittato, ovvero una scalinata a diverse altezze e una parete attrezzata per attività di bouldering. La terza area, progettata per ospitare le attività di supporto al turismo enogastronomico, è un edificio a pianta centrale su tre piani fuori terra e termina con una terrazza panoramica. Il primo piano ospita una sala degustazioni e un’enoteca per la conoscenza dei prodotti locali, servizio completato da un piccolo ristorante gourmet presente al secondo piano. Il terzo livello è disegnato per generare uno spazio coperto in connessione con l’ambiente naturale esterno, ospitando quindi una zona per conferenze o semplice relax, in cui anche chi è di passaggio può prendersi un attimo di tempo per fermarsi e godersi la calma e il silenzio.

Centro musicale nell’area - Lara Bianchin, Giulia Bortolotto, Caterina Miolo, Diletta Romagnolo
L’idea principale, che permea l’intero progetto, è intesa a dar vita ad un complesso che si ponga ad integrazione del vicino centro per lo sviluppo della cultura della musica Esse Music Store, che si occupa della vendita degli strumenti musicali, della fornitura dell’assistenza tecnica, dell’organizzazione di concerti e workshop. Il progetto ha quindi lo scopo di supportare questo centro con nuovi spazi per i musicisti a vario titolo in collegamento con esso, tenendo conto anche delle esigenze del Comune di Montebelluna, che ormai da anni sta cercando come recuperare e rifunzionalizzare l’ex area industriale di Guarda. La proposta progettuale, dunque, mira a coniugare queste due intenzioni conservando la memoria di un edificio che è stato testimone dello sviluppo e del declino dell’industria locale. Il progetto prevede una serie di edifici legati a diversi momenti della vita di un musicista: dall’aspetto pubblico del concerto a quello più intimo della sala prove, senza trascurare la possibilità di avere la disponibilità di un alloggio e di spazi di aggregazione. Il tutto nell’ottica di ampliare i servizi offerti dal vicino centro Esse Music Store ma senza rivolgersi soltanto alla clientela del negozio: si intende infatti proporre un nuovo polo che attiri persone da e verso il centro di Montebelluna.

Centro di formazione nell’area industriale - Matteo Pavan, Fabio Scattolin, Giovanni Zenere
L’obiettivo del progetto è quello di trasformare l’area dismessa delle officine Boranga in un centro di formazione sulle tecniche artigianali della lavorazione del ferro. In questo modo il luogo potrà trasmettere alle generazioni future le conoscenze e il carattere manuale e artistico della passata attività produttiva delle officine. Da questa premessa nasce la necessità di convertire lo spazio artigianale in virtù di un suo utilizzo sociale attraverso l’integrazione e l’accostamento con nuovi edifici progettati ai fini didattici. Il progetto sarà orientato a favorire l’aggregazione, lo svago e la condivisione tra le persone, grazie alla presenza di spazi comunitari, percorsi pedonali e aree verdi. Il nuovo fabbricato si svilupperà parallelamente all’esistente lungo un asse est-ovest di collegamento dei vari ambienti funzionali. Si prevede anche di recuperare e valorizzare l’edificio preesistente per il suo carattere storico-industriale tipico delle prime fabbriche di Montebelluna. Il fabbricato, quindi, entrerà a far parte del nuovo complesso didattico, mantenendo però la sua identità e autonomia formale. All’interno sono ricavate una sala conferenze al piano terra e uno spazio espositivo al piano superiore. I due ambienti sono interdipendenti e con accessi separati, in modo da poter essere utilizzati per più eventi in contemporanea. Le altre funzioni del centro di formazione, aule, uffici, sale studio, laboratori e servizi, sono contenute in sette padiglioni modulari disposti a intervalli regolari lungo l’asse centrale di collegamento.

FILATURA MONTI
Polo museale con ostello - Francesca Beggio, Chiara Chittolina, Francesca Madorno, Eleonora Piscopello

La proposta di riqualificazione dell’ex filatura Monti prevede la costruzione di un polo museale e artigianale, integrato con attività turistico-ricettiva, al fine di diventare un punto di riferimento per la vita cittadina e un’attrazione per lavoratori e turisti. Nello stabilimento adibito alla produzione del cotone si è deciso di collocare un museo dedicato alla storia dei processi artigianali e industriali della filatura, con annessi laboratori artigianali e altri servizi, quali una sala polifunzionale e un ristorante. Il percorso espositivo inizia dal piano primo, con un andamento circolare che prosegue al secondo piano dove termina in un bookshop dedicato anche ai prodotti realizzati nei laboratori artigianali. Nella parte retrostante dell’area di intervento è prevista la demolizione dei capannoni preesistenti e la ricostruzione di un edificio adibito a ostello. La planimetria a L dell’edificio è studiata in modo da ottenere tra l’ostello e il museo una corte interna che ha come fulcro visivo la preesistente ciminiera, conservata come simbolo del passato produttivo del complesso. L’area scoperta è sistemata a parco pubblico aperto anche alla vita del quartiere e come snodo di collegamento con la vicina stazione ferroviaria. Si propone, infatti, anche la costruzione di un nuovo percorso ciclopedonale che colleghi la stazione con le scuole e la chiesa più a sud, sfruttando la fascia di terreno libero esistente affianco ai binari e passando per il polo museale.

Proposta progettuale per un centro studi sulla moda - Beatrice Buffoni, Rita Canessa, Elisabetta Panciera
Il tema del progetto è la riqualificazione dello stabilimento Monti per ricavare un centro studi sulla moda e del tessuto, nello specifico delle calzature. incluso un convitto per studenti e altri servizi. Il progetto prevede l’inserimento di un Istituto Tecnico Superiore (I.T.S.) con indirizzo di specializzazione nel settore moda, in grado di fornire corsi di alta formazione per il diretto inserimento all’interno del mondo del lavoro. Nel Veneto questa tipologia di istituto è presente solo a Padova, quindi Montebelluna diventerebbe il polo formativo tessile di riferimento per il Veneto settentrionale Il convitto è sviluppato su tre livelli: al piano terra la mensa, la reception, una sala ricreativa e altri spazi di servizio per il dormitorio, ai piani superiori si trovano gli alloggi degli studenti. Riqualificazione dell’area- Federico Diddoro, Alessia Ferron, Francesca Giuliani, Sara Venier
La proposta si articola negli interventi sintetizzati a seguire: mantenimento dei due edifici vincolati attestati sulla strada principale e loro trasformazione in un mercato coperto ispirato ai modelli spagnoli e in un coordinamento di loft tra loro giustapposti costruzione ex novo di un secondo, minore complesso di ambienti loft in posizione indipendente, costruzione di un bar-ristorante che si sviluppa intorno alla ciminiera che si intende valorizzare; inserimento di orti urbani su vasche rialzate che creano un percorso verde sensoriale e funzionale. Ampi parcheggi servono sia gli spazi privati dei loft sia quelli pubblici del mercato, del bar ristorante e degli orti.

Polo culturale e area mercato - Angelica Cogo, Ilenia Gatti, Alexandra Joita, Giulia Moro
Il progetto prevede di mantenere la struttura originaria della ex filatura e l’organizzazione di uno spazio a verde inteso come luogo di incontro per la comunità. Il giardino è definito da un porticato che delimita e racchiude lo spazio centrale a verde dove capeggia la torre della ciminiera. Il progetto prevede la conservazione dell’edificio dedicato ad uffici, la riorganizzazione degli spazi e delle funzioni del corpo principale della filatura, di cui viene mantenuto quasi inalterato solo il fronte strada, e la costruzione di un porticato. Nella progettazione dell’edificio riconosciamo lo spazio espositivo e la sala conferenze, l’area di collegamento con l’ingresso principale, il mercato e l’area ristorazione. L’area del mercato si sviluppa su tre piani, i quali si affacciano su una grande corte centrale. Al piano terra e al piano primo sono previsti vari stand, sia fissi che mobili, in modo da adattarsi alle esigenze degli espositori. È sembrato opportuno dedicare un’area al mercato in quanto attualmente è svolto in un parcheggio all’aperto. La presenza di una struttura chiusa permette di facilitare la presenza del mercato in caso di maltempo. Quest’area è ottimale anche per la possibile conversine in un ambiente fieristico, in quanto facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici oltre ad essere collocata vicina al grande parcheggio della stazione ferroviaria. Nel corpo opposto a due piani è previsto un auditorium e delle sale minori nelle quali ospitare conferenze, proiezioni, recite, riunioni di quartiere, aule studio.

Progetto di riqualificazione - Rrzearta Agasi, Simone Galimberti, Alessandro Sabatelli,Giacomo Simonato
Intenzione di questa proposta è la valorizzazione delle attività umane locali che rischiano di non trovare più luoghi dedicati, l’inclusione dei giovani e lo sviluppo del mercato del lavoro. Nei confronti dell’esistente si è ricercata la conservazione del valore storico-culturale dell’edificato, intesa a ripresentare il passato della ex filatura. Tra i blocchi vecchi e nuovi si creerà un modello tipico dei passage diffusi a Parigi e verrà riproposto l’elemento tipologico del portico, proposto sia nella parte interna, garantendo un luogo dello stare, sia nella parte esterna. Per quanto riguarda le funzioni, all’edificio esistente ad ovest, a due piani, è affidata la funzione di ospitare attività sportive: un campo da basket con relativi servizi, altri campi minori di gioco destinati allo squash e al paddle. All’edificio esistente ad est, di tre piani, è stata assegnata la funzione di mercato coperto. Al piano terra trovano spazio bancarelle, mentre ai piani superiori sono disposti negozi di piccole dimensioni. Per il principale edificio di nuova costruzione, posto in adiacenza al blocco est, è stata prevista la funzione di palazzo per uffici con l’intento di accogliere aziende, start-up e piccole-medie associazioni.

EX FILATURA GIOPPO
Polo ricettivo - Anna Faccioni, Sara Gaio, Marco Schiavo, Arianna Sergio

L’idea di progetto è quella di demolire l’esistente e ricostruirlo mantenendone alcuni elementi caratteristici. La località di Biadene è molto ricca di servizi, anche se molti dispersi lungo il suo territorio. L’area che si sviluppa nel progetto vuole diventare un polo attrattivo con un mix di funzioni. Data la vicinanza a molti percorsi ciclabili del Montello, viene ipotizzato un punto di bike sharing, oltre che a un negozio di biciclette. Altro elemento caratterizzante del contesto è la tradizione vinicola e culinaria, per cui si è pensato di definire un punto degustazione per i prodotti del territorio. Infine, in relazione al progetto di un ostello come struttura ricettiva, vengono organizzate funzioni accessorie come un’aula studio, una zona cucina comune, una serra e una stoà come luogo di raccolta coperto.

Centro polifunzionale - Giacomo Bressan, Sofia Marigo, Sofia Ruzzon
Il progetto è focalizzato sulla riqualificazione dello stabilimento dismesso della filatura Gioppo con la realizzazione di un centro polifunzionale per attività artigianali, laboratoriali di formazione, museale-espositiva e turistico-ricettive. Vista l’importanza che la filatura ha rivestito nello sviluppo economico della frazione di Pederiva, si è previsto di conservare quanto più possibile il nucleo originario del complesso industriale. Attraverso il recupero di macchinari e oggetti impiegati nel processo di filatura è possibile avviare all’interno del nuovo centro polifunzionale dei laboratori al fine di promuovere e salvaguardare l’attività artigianale della filatura, istituendo allo stesso tempo un percorso museale in grado di trasmettere la storia di una delle fabbriche tessili più significative per l’area montebellunese. Promuovere il turismo e lo sviluppo della comunità di Pederiva è uno dei punti cardine nel processo di riqualificazione. Le nuove strutture, quindi, includono ambienti sia per il ritrovo della comunità, come il bar, il cinema-teatro all’aperto, la sala polivalente, sia alcuni servizi dedicati al turismo, come alloggi per soggiorni temporanei, ristorazione e bike sharing per la visita del per-corso ciclopedonale che attraversa il Montello. Il cuore del progetto è la corte interna, uno spazio verde circondato su tre lati da un portico di nuova costruzione, che funge da elemento di connessione tra le varie parti del complesso.

Proposta di intervento a Pederiva di Montebelluna - Matteo Bottaro, Giacomo Maule, Vittorio Mazzon, Andrea Zamborlini
Il progetto prevede la conversione a piccolo complesso commerciale di quattro negozi, otto unità residenziali e un bar-ristorante Il progetto per la riqualificazione dell’area dell’ex filatura Gioppo si fonda sul mantenimento della sua identità figurativa. Il “nuovo” è stato progettato perseguendo il recupero della struttura e della memoria. La domanda di spazi di incontro per la comunità trova risposta nel progetto di un Giardino delle rovine, un percorso ricavato tra porzioni di edifici precedentemente esistenti, demoliti in maniera controllata per ricavare un tracciato pittoresco che rimandi alla memoria del luogo. Il percorso è stato pensato come una camminata tra le rovine e il verde, nel quale l’erba cresce attraverso le fessure delle strutture degradate rendendo difficile una distinzione tra preesistenza e nuove realizzazioni.

Polo enogastronomico - Eros Baruzzo, Pierandrea Donegà, Lorenzo Filippi, Antonio Zagaria
L’idea di progetto è quella di creare un polo enogastronomico nell’area dell’ex filatura Gioppo con una cantina, con l’annessa area di degustazione, le aule in cui potrebbero tenersi corsi di formazione e aggiornamento dell’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.) e il ristorante. Nell’edificio destinato a cantina, attestato su via dei Celato, si individuano sostanzialmente l’area di degustazione e quella di custodia delle botti, separate da una vetrata. Al ristorante è destinata buona parte dell’edificio attestato, in parallelo a quello della cantina. Collocata la cucina al primo piano, è stato scelto di mantenere magazzino e spogliatoi al pianterreno. Per quanto riguarda l’edificio dell’ex maglio Celato, posto tra lo Stradone del Bosco e il corso del Canale del Bosco, destinato agli estimatori del turismo non convenzionale, sono state previste poche modificazioni che delineano fondamentalmente una sala con soppalco che ospiterà un modello non convenzionale di ristorazione, del tipo “Osteria senza oste”: nella stanza d’ingresso sono collocate la cassa e le vivande, e a seguire gli spazi per la consumazione dei pasti.

AREA INDUSTRIALE DI VIA DEI CELATO A BIADENE – PEDERIVA
Centro per anziani - Fabio Antonini, Leonardo Boschetti, Eleonora Carcano, Lorenzo Grego

L’intervento prevede la costruzione di un centro per anziani e altri servizi per la comunità locale, all’interno dell’area industriale dismessa di via dei Celato, nella località di Biadene-Pederiva. L’obiettivo del progetto è di affiancare al centro anziani anche una palestra, un parco, e un servizio di bar utilizzabili da persone non residenti. Il complesso è composto da vari padiglioni collegati alla hall principale attraverso passaggi coperti vetrati: a sud è posizionato l’edificio della mensa, mentre ad est vi è il padiglione a due livelli delle camere disposte in linea in modo da formare un lungo fronte orientato lungo l’asse nord-sud. In particolare, l’uso della palestra, essendo aperta al pubblico esterno, non interferisce con la distribuzione del centro anziani, pur essendo ad esso collegata, e ha le ampie vetrate del piano terra rivolte verso una zona di giardino esclusiva.

Polo turistico - Amedeo Agostini, Federico Rocca, Gabriele Zocca
Dal punto di vista della composizione il progetto si rifà all’idea della corte. La corte compare come il fulcro del progetto e definisce il carattere pubblico dell’intervento. Anche gli edifici che ruotano attorno allo spazio vuoto si rifanno al tema della corte, si tratta in questo caso di alloggi abitativi. Accanto alla corte principale si trovano gli spazi pubblici del bed and breakfast. Il progetto è sensibile ai temi della sostenibilità. Questo obiettivo è perseguito promuovendo un turismo green che guarda al territorio, alle sue particolarità e peculiarità. Il luogo del progetto è un punto strategico che consente di raggiungere mete turistiche come i Colli Asolani o la zona del Monte Grappa. Per tale ragione si prevede di dotare il centro di servizi come il noleggio bici ed e-bike. Il progetto prevede di associare alla funzione di bed and breakfast uno spazio benessere che richiama il tema dell’acqua caratterizzante il territorio. Si tratta di una struttura accessibile a tutti, non ad uso dei soli turisti che pernottano nel bed and breakfast.
 

 


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