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29 marzo 2024

Mogliano

Preganziol pronta ad accogliere il regista trevigiano Antonio Padovan

Nella Giornata globale di azioni per il clima parlerà del suo primo film “Finché c’è prosecco c’è speranza”

| Manuel Trevisan |

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| Manuel Trevisan |

Il regista trevigiano Antonio Padovan

PREGANZIOL – Domani, venerdì 24 settembre, Preganziol ospiterà il noto regista trevigiano Antonio Padovan.

Nell’ambito del progetto promosso da quattro associazioni del territorio, “Incubatore Transizione Ecologica” – volto a raccogliere idee e progetti sostenibili locali – e proprio nella Giornata globale di azioni per il clima, Padovan parlerà del suo primo film “Finché c’è prosecco c’è speranza”, in programma alle 20:45 presso la Sala Granziol a Preganziol.

Con lui abbiamo parlato di cinema, ambiente e territorio trevigiano.

Come questo film si lega a tematiche ambientali, protagoniste del Progetto e della Giornata odierna?

“Si tratta di un film tratto dal romanzo omonimo di Fulvio Ervas che, andando controcorrente, già nel 2010, ha saputo raccontare le modalità poco lungimiranti con le quali venivano – e vengono tutt’oggi – coltivate le nostre colline del prosecco. Il film, quindi, con l’espediente del giallo, accende i riflettori sull’utilizzo massiccio dei pesticidi che inquina il luogo in cui viviamo, mettendo in luce possibili alternative, tra cui quella del vignaiolo Desiderio Ancillotto che propone ai consumatori un vino biologico, rispettoso dell’ambiente e della salute”.

È questo uno dei compiti del cinema? Lanciare messaggi?

“Il primo compito di un film è sicuramente quello di emozionare. In questo caso ho potuto anche raccontare qualcosa di utile, sensibilizzando le coscienze su una tematica di cruciale importanza. I film hanno il potere di rendere più accessibile a tutti il problema di cui si narra, perché ognuno ha la possibilità di immedesimarsi”.

Cosa auguri alla tua terra natale?

“Questo film rappresenta la mia lettera d’amore al meraviglioso luogo in cui sono nato. Una lettera d’amore che ho voluto più sincera possibile. Per questo ho messo in luce gli aspetti belli ma anche quelli meno belli. Il mio più grande augurio è che passeggiando per le colline non si trovino più cartelli come quello che ho trovato in un comune trevigiano, il quale invitava a non passeggiare nel periodo estivo perché pericoloso”.

 


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Manuel Trevisan

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