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28 marzo 2024

Treviso

"Posti gonfiati in terapia intensiva e tamponi: l'anomalia della sanità veneta"

Si continua a discutere, dopo la puntata di "Report", della gestione da parte della Regione della seconda triste ondata. Il CoVeSap contesta il "modello" veneto.

| Tommaso Colla |

| Tommaso Colla |

VENETO - Le ombre che sulla sanità veneta su sono allungate per la gestione della seconda triste ondata ed evocate dalla puntata di “Report” del 26 aprile scorso non accennano a diradarsi. I dubbi non sono stati sciolti e quella veneta si conferma - come l’ha definita il Covesap - una anomalia. “Nei mesi di novembre e dicembre, il pervicace mantenimento della Zona Gialla malgrado la situazione pandemica fuori controllo. A nulla sono serviti i numerosi allarmi e gli esposti alla magistratura di CoVeSaP e di altri autorevoli soggetti che chiedevano misure più restrittive urgenti”.

Eppure - ammonisce il Comitato - capire le cause della tragedia non era improbabile: “Le testimonianze di scienziati, operatori sanitari e cittadini costituiscono l’evidenza per capire le cause della tragedia: la permanenza in Zona Gialla prima di tutto, basata sulla dichiarazione, da parte della Regione, di un numero gonfiato di posti letto di terapia intensiva disponibili, ma anche il tracciamento inefficace o inesistente e l’uso improprio dei tamponi rapidi (antigenici di prima e seconda generazione) nelle RSA, nei pronto soccorso e nel personale sanitario”. Sono proprio questi secondo CoVeSaP i fattori che hanno contribuito maggiormente all’esplosione di contagi, ricoveri e decessi (stimati in almeno 2.000 oltre gli attesi, sulla base dell’incidenza media nazionale dei decessi per settimana riportata sul sito della Protezione Civile per il periodo dal 1° dicembre 2020 al 1° marzo 2021).

“Di fronte a questo contesto CoVeSaP condanna le accuse e la denuncia per diffamazione rivolte da Azienda Zero al prof. Crisanti che per primo, a fine ottobre, quando l’esplosione dei contagi non era ancora iniziata, aveva comunicato tempestivamente all’Azienda Ospedale-Università e alla Regione i risultati preliminari delle analisi comparative tra tamponi rapidi e molecolari, che documentavano la scarsa affidabilità (70%) dei rapidi, e i rischi derivanti da un loro uso generalizzato. Lo studio, retrospettivo osservazionale ed indipendente, è stato effettuato in collaborazione con altri ricercatori dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, approvato dal Comitato Etico e inviato per pubblicazione ad un’importante rivista internazionale”.

Nell’esprimere solidarietà piena al prof. Crisanti, sia personale che istituzionale, il Coordinamento Veneto per la Sanità Pubblica giudica inaccettabile che chi lavora al servizio della scienza possa essere oggetto di minacce e denunce a causa dei risultati dei propri studi. “CoVeSaP incoraggia dunque il prof. Crisanti a resistere alle intimidazioni, continuando a svolgere il suo ruolo di scienziato indipendente e rigoroso. E con lui incoraggiamo a resistere e sosteniamo anche tutti i ricercatori e i sanitari impegnati nella lotta alla pandemia e nella difesa e crescita della sanità pubblica”.

 


| modificato il:

Tommaso Colla

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