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23 aprile 2024

Conegliano

LA POLONIA PREMIA ISAIA

Il sindacalista Beldì riceve la Medaglia di Gratitudine

| Elisa Giraud |

| Elisa Giraud |

LA POLONIA PREMIA ISAIA

SAN VENDEMIANO - Solidarietà, gratitudine, buona volontà, tutte parole che nella società di oggi spesso vengono usate da autorevoli esponenti per lavarsi la bocca con discorsi tanto carichi di forma quanto scarni di sostanza.

E allora a maggior ragione, nonostante la sua reticenza a salire sugli onori della cronaca, è importante raccontare la storia di Isaia Beldì, di San Vendemiano, segretario generale regionale della Filca Cisl in pensione, che il 15 ottobre scorso ha ricevuto direttamente dalle mani del Presidente della Repubblica di Polonia S.E. Bronislaw Komorowski la ‘Medaglia di Gratitudine’ per l’impegno profuso nel supportare la Polonia «nella sua battaglia di libertà e solidarietà» negli anni ’80, quando nacque il movimento sindacale libero Solidarnosc di Lech Walesa.

«E’ accaduto tutto per caso – racconta Beldì – Nel 1980 ero segretario generale della Filca Cisl (sindacato del settore edilizia – legno) presso la sede di Venezia e venne da noi una troupe di Tele Prealpi per fare un’intervista al segretario generale Cisl che però non era in sede, così intervistarono me. L’intervista fu ripresa da altre televisioni e da alcuni giornali nazionali».

Sentirono le parole di Beldì anche alcuni polacchi appartenenti al movimento di Solidarnosc rifugiatisi in Italia per sfuggire alla repressine del regime comunista e fu così che Joanna Burakowski, fuoriuscita nascostasi a Torino, si recò da Beldì per ringraziarlo delle sue parole e per chiedere aiuto e sostegno alla causa di Solidarnosc. Beldì accolse immediatamente la richiesta dei colleghi polacchi e attivò una vera e propria rete di sostegno e solidarietà al popolo polacco coinvolgendo superiori, collaboratori ed attivisti. Con l’ umiltà che lo contraddistingue, Isaia Beldì tiene subito a dire: «voglio mettere in evidenza che il merito non è solo mio, ma dei molti operatori sindacali che si sono dati da fare, perché se non ci fossero stati gli attivisti, i delegati, non sarebbe stato possibile fare un lavoro così».

La base operativa segreta da dove partivano gli aiuti, i pacchi di viveri, il denaro, i documenti, i volantini, era proprio nella Marca, «tra Conegliano e Venezia» dice Beldì che però ancora oggi, nonostante siano passati 30 anni, non vuol rivelare dove si trovasse esattamente quel mini appartamento- base logistica che ha accolto anche molte ragazze torturate e violentate nelle carceri polacche. Storie di lotta, di conquista della libertà, di progresso, di pace ritrovata. Storia di un uomo che si è trovato per caso ad essere protagonista della Storia con la S maiuscola e al quale questa Storia ha deciso di riconoscergli quanto fatto.

«A nome del Centro Europeo Solidarietà, io e il Consiglio della Medaglia della Gratitudine, di cui fanno parte i leader più importanti di Solidarnosc dal 1980, abbiamo l’onore ed il piacere di informarLa che è stato insignito della Medaglia come espressione di ringraziamento per il Suo grande aiuto al nostro Paese» firmato Maciej Zieba Op, direttore Centro Europeo Solidarietà. Una medaglia sulla quale c’è scritto grazie in cinquanta lingue diverse. Una medaglia che con commozione e cuore gonfio di sentimenti, Isaia Beldì vuole condividere con tutti quelli che hanno collaborato con lui.

 

 



Elisa Giraud

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