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20 aprile 2024

Mogliano

Polo Amazon conteso tra Casale e Roncade: "Serve davvero?"

Confcommercio chiede un tavolo tra sindaci, categorie e sindacati. Zanoni (Pd): "Uno scempio, quando ci sono migliaia di capannoni vuoti”

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

centro logistico Amazon

CASALE SUL SILE - Casale sul Sile e Roncade. E’ caccia al maxi-polo logistico in cui dovrebbe insediarsi anche il colosso Amazon. Le ipotesi sono due: a Casale si parla di circa 114mila metri quadrati su un’area da 500mila metri quadri a ridosso della zona industriale. A Roncade, invece, si parla di una futura sede Amazon da circa 60mila metri quadri su un’area di 180mila. Ma potrebbero andare a buon fine entrambe le ipotesi progettuali con il risultato di avere entrambe le strutture a pochi chilometri di distanza.

Cosa che non piace affatto a Confcommercio Treviso che si chiede: “Serve davvero?”
Sono in grado di dimostrare che crea occupazione vera e non altro e diffuso precariato?”. Secondo il leader della Confcommercio trevigiana, Federico Capraro, che nei prossimi giorni parteciperà, coi propri fiduciari e delegati, ad un incontro coi sindaci, sono queste le domande a cui serve dare risposte certe. “Contestiamo duramente”- afferma Capraro – “l’approccio che non parte dalla domanda reale ma solo dagli interessi del mercato e questa situazione è la prova evidente della logica dell’assurdo che la mancata pianificazione può creare: due poli, uno per la logistica e uno per il digitale in soli 5 chilometri. Chiediamo che sia istituito subito un tavolo di coordinamento tra amministrazioni contermini, categorie e parti sociali. Per evitare altre speculazioni, consumi inutili di suolo”.

Per entrambi i progetti infatti, si prevede ancora una volta un elevato consumo di suolo, come sottolinea il gruppo +Europa Treviso: “Il progetto di Casale sul Sile, che prevede una superficie sei volte superiore a quella ufficialmente consentita, ha messo alla luce i forti limiti della Legge Regionale 14/2017, che sulla carta si pone l’obiettivo di portare il Consumo di Suolo a Zero entro il 2050. Come dimostra il rapporto Ispra del 2019, la legge regionale non funziona: di fatto essa concede ai comuni la possibilità di andare in deroga come e quando vogliono”. “Siamo convinti che un centro logistico possa rappresentare un’opportunità lavorativa e di crescita per il territorio ma questo deve avvenire all’interno di un quadro regionale di sviluppo che preveda naturalizzazione di altro suolo impermeabile inutilizzato (o sottoutilizzato) ed investimenti strutturali sulla viabilità”.

Anche Andrea Zanoni (Pd) si schiera contro l’ipotesi di un ulteriore polo logistico nella Marca e attacca la Regione. “Basta eliminare campagna per far spazio ad asfalto e cemento e poi stupirsi delle conseguenze dei cambiamenti climatici. In Veneto abbiamo 11mila capannoni abbandonati, perché non si può intervenire lì, puntando sul riuso e sulla rigenerazione urbana? È inaccettabile e imbarazzante che i Comuni, a corto di risorse, siano messi nelle condizioni di dover accettare un polo logistico di queste dimensioni e farsi la guerra tra loro per incamerare un po’ di oneri di urbanizzazione da parte delle multinazionali. Un’operazione che va a scapito dell’ambiente, della viabilità e della qualità della vita”.

 


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