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24 aprile 2024

Treviso

Polemica alla fermata dell'autobus, Mom si difende: "Nessun razzismo"

L'accusa del candidato sindaco De Nardi in riferimento alla segnalazione di una cittadina lasciata terra. Mom: "Accuse non vere"

| Isabella Loschi |

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TREVISO - “I problemi del nostro trasporto pubblico sono molti ed evidenti. Questo odioso evento è solo la punta di un iceberg. Possono succedere a tutti fatti incresciosi ma il problema è che Mom è immobile da decine d’anni e comunica malissimo con i cittadini”.

Commenta così Giorgio De Nardi, candidato sindaco del centrosinistra, l’episodio riportato da una signora sui social in cui riferisce di una passeggera di colore, in attesa della corriera alla fermata, lasciata a piedi dall’autista della Mom. L’episodio sarebbe avvenuto lunedì pomeriggio tra Povegliano e Cusignana. “L’attuale gestione del Comune e delle sue partecipate ha come obiettivo più l’apparenza e il consenso che l’ascolto dei bisogni e il miglioramento della qualità del servizio. E’ necessaria una profonda riforma del trasporto pubblico, a partire dall’ascolto di chi lo utilizza”, attacca De Nardi.

L’episodio diffuso su Facebook, in cui si segnalava che la corriera era in ritardo e non si è fermata per far salire la passeggera, è stato subito chiarito dall’azienda di trasporto pubblico Mobilità di Marca. “In riferimento alla segnalazione di una cittadina di Povegliano su Facebook, informiamo che la nostra azienda, nonostante non sia pervenuto alcun formale reclamo in merito, ha attivato immediatamente tutte le verifiche del caso. Da registrazione satellitare, in data 13 febbraio, la corsa della linea extraurbana 115 è transitata a Povegliano in direzione Treviso in perfetto orario, pertanto non in ritardo come sostenuto. Il conducente, sentito in merito, ha affermato di aver svolto il servizio regolarmente, da Nervesa, prestando attenzione alle richieste di fermata da parte dei clienti in attesa. Nello specifico, l’autista rigetta completamente la velata accusa di razzismo che scredita la sua personale reputazione e, di riflesso, quella della nostra azienda che ha, tra i principi fondanti, l’accesso senza discriminazioni ai servizi. Gli accertamenti svolti e il curriculum professionale del nostro collaboratore, che ha sempre dimostrato massima diligenza nello svolgere il suo lavoro, ci portano a ritenere che il fatto non sia avvenuto nei termini in cui è stato descritto”.

 


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