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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

Podista 12enne morto, organizzatori: "Faremo una gara a suo nome"

I dirigenti del Cross della Vittoria scrivono una lettera aperta a Carlo Alberto. Il dolore dell'Ulss, il commento della società sportiva

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Podista 12enne morto, organizzatori:

VITTORIO VENETO - "Siamo incapaci di accettare quanto ti è accaduto, di venire a patti con i tanti giorni di gioco, di gare, di studio e di avventure che ti spettavano e che ti sono stati tolti. Sei diventato così da subito parte delle nostre vite che abbiamo pensato quel giorno di non organizzarne più di gare, di non segnare più all'alba i percorsi, di non impegnarci più tra mille complessità per mettere insieme giornate di allenamenti e di eventi che permettono ad atleti come te di gareggiare e di esprimersi".

E' il passaggio che gli organizzatori di Cross Città della Vittoria, la gara podistica di Vittorio Veneto di domenica scorsa nel corso della quale è stato colpito da un malore fatale l'atleta padovano Carlo Alberto Conte, di 12 anni, rivolgono idealmente al giovane scomparso.

Il ragazzo, soccorso immediatamente, era stato trasportato all'ospedale di Treviso dove però è deceduto nella serata di ieri.
La nota reca lla firma di Silca Ultralite Vittorio Veneto, Atletica Silca Conegliano e Silca Spa. "Quanto ti è successo - si legge ancora - ha come portato via con sé una parte della gioia che ci ha sempre ripagato di tutti gli sforzi che ogni giorno facciamo solo per vedervi correre. Vogliamo dedicarti la Gara, questa storia che ci ha impegnati per 37 anni e che ci ha permesso di conoscerti.
Non ti è stato concesso quel giorno di raggiungere il traguardo, ma vorremmo che chiunque correrà in futuro, per quanto riusciremo ad organizzare - concludono sponsor e promotori - corra per una gara ed un traguardo che portano il tuo nome".

 

IL DOLORE DELL'ULSS

“La nostra comunità vive un momento di grandissimo dolore. Abbiamo sperato fino all'ultimo, e lottato assieme a lui, e fatto tutto il possibile, per salvare la vita a Carlo Alberto Conte. Purtroppo non c'è stato nulla da fare e ora non possiamo che essere vicini, in un grande abbraccio collettivo, alla famiglia, agli amici, a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscere questo splendido ragazzo". Il direttore generale dell'Ulss 2, Francesco Benazzi, si fa interprete del dolore che attraversa tutta l'Ulss 2 per la morte del dodicenne padovano, colpito domenica mattina da arresto cardiaco durante una gara di corsa. 

"Il ragazzo è arrivato al Ca’ Foncello con un quadro gravissimo - spiega il dottor Giuseppe Minniti, primario di cardiochirurgia del Ca' Foncello -. Essendoci alcuni parametri che facevano ritenere potesse esistere una possibilità di salvarlo abbiamo deciso di applicare, per tentare tutto il possibile, la circolazione extracorporea (Ecmo). Purtroppo con il passare delle ore abbiamo riscontrato che i danni erano tali da determinare, in breve tempo, la morte cerebrale.  

Nella maggior parte dei casi di morte improvvisa in giovani atleti - sottolinea Minniti - c'è una predisposizione a sviluppare aritmie che spesso viene evidenziata nel corso degli screening cui sono sottoposti. In rari casi, purtroppo, non emerge alcuna anomalia nel corso delle visite agonistiche".  "Su indicazione dei sanitari, d'intesa con la famiglia e con il presidente Zaia, che ha sempre seguito personalmente l'evolversi della situazione - spiega Benazzi - verrà effettuato il riscontro diagnostico per chiarire con la massima precisione le cause del decesso. Il cuore verrà inviato all’équipe della prof.ssa Cristina Basso, docente ordinario di Anatomia patologica dell'Università di Padova e tra le massime esperte a livello mondiale di cardiopatologie e morte improvvisa".

 

IL COMMENTO DEGLI ALLENATORI

«Per me e per tutti i miei collaboratori questo non è solamente un lavoro» – dichiara Sergio Baldo responsabile e direttore tecnico delle Fiamme Oro atletica – «Noi alleniamo e gestiamo ogni giorno i ragazzi come se fossero nostri figli, l’obiettivo principale non sono i risultati ma crescere insieme e fare gruppo. Sul campo condividiamo momenti meravigliosi e delusioni, perché siamo una squadra, oserei dire anche una famiglia per l’affetto e il coinvolgimento nelle vite dei nostri atleti. Da novembre 2021 Carlo Alberto faceva parte di questa squadra e ora tutte le Fiamme Oro non possono che stringersi attorno alla sua famiglia in un abbraccio davvero colmo di affetto».

«Questa notizia per me è un fulmine a ciel sereno» – commenta a caldo il capitano della squadra Roberto Bertolini – «Un anno fa sono diventato papà e anche per questo motivo la tragedia di Carlo Alberto mi ha colpito profondamente. Noi atleti della prima squadra rappresentiamo per i ragazzi del centro giovanile una sorta di modello, un riferimento e anche un obiettivo a cui tendere. Ci accomuna la passione immensa per questo sport e per questa squadra. So che per Carlo Alberto era esattamente così: lui voleva fare atletica con le Fiamme Oro e per questo motivo sarà per sempre un atleta cremisi perché non conta quante volte tu abbia indossato questa maglia o i risultati ottenuti, ma solo con quanto orgoglio tu l’abbia fatto».

  Carlo Alberto abitava in Prato della Valle, la piazza simbolo di Padova, distante poche centinaia di metri dalla sede delle Fiamme Oro, il 2° Reparto Mobile della Polizia di Stato. Studente modello, frequentava la II media presso la Scuola “Giovanni Pascoli”. Ieri mattina la sua classe aveva organizzato una messa per pregare per lui presso la Basilica del Santo di Padova.

 

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