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25 aprile 2024

Treviso

Piovesana e Lorenzon: confronto collaborativo

le prospettive nel territorio trevigiano

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

Piovesana e Lorenzon: confronto collaborativo

TREVISO - Il presidente di Unindustria di Treviso, Maria Cristina Piovesana, accompagnata dal direttore Giuseppe Milan, e il segretario generale della Cisl, Franco Lorenzon si sono confrontati con il vicedirettore di Oggi Treviso, ( in foto da sinistra Lorenzon, Piovesana, Milan, il vice-direttore) nella sede degli industriali per una carrellata generale sui problemi del lavoro e della produzione nostra provincia di Treviso, avendo presente il quadro nazionale e globale.

Ambedue gli interlocutori hanno convenuto che il 2015 si presenta più interessante e positivo, rispetto agli anni precedenti, per cui in presenza di questa nuova congiuntura, bisogna sfruttare l'occasione, prenderla dalla parte giusta, per mettere in atto i cambiamenti strutturali.

"Non torniamo da dove siamo partiti, passata la nottata, secondo la celebre frase di Eduardo De Filippo, il nostro messaggio è positivo nella logica del “se non ora, quando”? Bisogna fare qualcosa di nuovo, ha sottolineato Lorenzon.

Piovesana ha condiviso la sottolineatura della fiducia, “perché senza di essa i mercati non ripartono, se non ci sono i consumi, non si va da nessuna parte. È necessaria la prudenza, dopo questo lungo periodo, dobbiamo avere comunque pazienza e fiducia, in sintonia con uno dei miei slogan preferiti: "agire con coraggio"; d'altra parte bisogna lasciare il tempo necessario agli imprenditori, al sistema bancario, a tutto il sistema in generale, anche per sfruttare le occasioni, che possono derivare dalla grande operazione europea della BCE".

In tanti hanno programmato di tornare ad investire. "A loro diciamo: prendete un po' più di coraggio, e buttatevi dentro, anche se taluni hanno bisogno ancora di far sedimentare, anzi quasi metabolizzare gli avvenimenti epocali vissuti".

Oggi appare più opportuno mettere in disparte la categoria ‘crisi’ e sostituirla con quella più corretta di ‘cambiamento’.

Del resto è questo il messaggio, che viene dalla recente analisi della Fondazione Nordest, che ha già lasciato intravedere gli asset positivi su cui puntare:

a) rafforzare la vocazione manifatturiera;

b)investire sulla scuola, che nel nostro territorio funziona bene e si colloca ai massimi livelli europei;

c) introdurre e valorizzare aspetti specifici della nostra cultura in senso lato, quella legata al lavoro, che favorisca l'esportazione e ci presenti per quello che siamo nel nordest.

Questa ultima dimensione, se fosse accolta e inserita all'interno dei singoli prodotti, anche attraverso la nuova tecnologia, farebbe cogliere nuovi vantaggi.

Lorenzon dall'analisi del medesimo saggio ha colto i tre fattori che costituiscono il ciclo della formazione del valore di un prodotto:

1) l'ideazione;

2) la produzione;

3) la vendita.

"Finora nel Nordest ci siamo distinti essenzialmente nella produzione, nel fare, che è la parte in cui c’è oggi minor valore aggiunto. Ora la Fondazione Nordest ci dice che il saper fare si sta coniugando bene con la progettazione e con l’innovazione tecnologica. Ne consegue che il cuore manifatturiero dovrebbe rimanere ancora l'elemento essenziale nella nostra provincia".

Ha quindi chiosato Piovesana che l'innovazione non significa solo fare prodotti diversi, ma renderli nuovi e realizzati con grande flessibilità.

Si è passati ad esaminare le varie sfaccettature del Job Act, che da solo non crea posti di lavoro, ma che in questa congiuntura positiva, come Piovesana ha potuto notare all'interno di molte aziende, può favorire nuove assunzioni con una maggiore flessibilità, mettendo ordine ed eliminando vecchi rapporti di lavoro e sostenendo soprattutto quello a tempo indeterminato a tutele crescenti.

Lorenzon, d'altro canto, ha messo in luce che questa tipologia di rapporto di lavoro favoriscono la stabilizzazione dell'occupazione.

"Finora le aziende hanno vissuto sulle montagne russe, su e giù; oggi, sia pure con prudenza, si può puntare alle assunzioni a tempo indeterminato, anche per i vantaggi che quest'ultima operazione comporta: stiamo parlando di circa € 8.000 annui di sgravio, per ciascun operaio che viene assunto con questo nuovo contratto”.

È un vantaggio non di poco conto per tutte le aziende, come del resto ha sottolineato nelle ultime uscite il Presidente regionale degli industriali, Zuccato.

Ma per uscire veramente dalla crisi occorre attendere il momento in cui l'occupazione si registrerà finalmente il segno più, il segno positivo. Viviamo una fase che, con un processo lento, serve in qualche modo a tirare il fiato sia da parte degli imprenditori, ma anche degli stessi lavoratori, che hanno vissuto gli ultimi tempi sotto stress.

Il terzo passaggio ha avuto per tema il consolidamento delle nuove relazioni tra industriali e sindacati, emblematicamente segnalate dall'iniziativa del 1° maggio 2013 a Treviso.

Alla luce delle speranze e delle attese, di fatto per il momento non sono stati fatti molti passi in avanti, ma per il prossimo futuro pensiamo che si possa migliorare, contando appunto su una congiuntura più favorevole.

Nella concezione abituale, i contratti nazionali sono uno strumento per tutelare dall'inflazione, mentre i contratti territoriali hanno l’obiettivo di valorizzare la produttività.

Attualmente la contrattazione nazionale trova molte difficoltà perché siamo in presenza di deflazione.

Il contratto aziendale si basa invece sul recupero della produttività, ma non è esteso a tutte le aziende.

E’ tuttavia è possibile puntare su una regia territoriale che - senza prevedere un contratto provinciale - consentirebbe un salto di qualità nella diffusione della pratica contrattuale. Sarebbe infatti possibile portare la contrattazione là dove non è presente, sulla base di rapporti sindacali collaborativi e non antagonisti.

In tal modo ci si assume la responsabilità di far crescere l'azienda e compartecipando ai frutti che devono essere distribuiti ai lavoratori.

Questa crisi ha dimostrato che, di fronte a meccanismi globali, infarciti da speculazione finanziaria, lavoro e capitale, lavoratori e imprese possono essere stare dalla stessa parte!

Potrebbe esserci talvolta conflittualità, come avviene anche nelle migliori famiglie, ma sempre dentro la logica del bene comune.

"Questo comporta il passaggio successivo che riguarda la realizzazione di un welfare territoriale, portando concreti benefici non solo ai lavoratori e all’impresa, ma anche alle famiglie, in tal modo, venendo così incontro alle esigenze della società più in generale. Dobbiamo superare l’idea secondo cui le associazioni di rappresentanza - sindacali e industriali - non contino niente e non abbiano una funzione pubblica".

Il direttore dr. Milan ha quindi sottolineato: "Effettivamente, le consuete attribuzioni di tali associazioni sono venute meno, sono entrate in crisi negli ultimi anni soprattutto a livello locale.

Non dimentichiamoci, ad esempio, che la Lega si è sempre definita il sindacato dei cittadini, il sindacato dell'impresa e il sindacato del territorio. I nuovi corpi intermedi avranno una funzione non per lucrare sull'intermediazione ma per restituirle dignità e responsabilità. In questo modo, possiamo continuare a svolgere un ruolo significativo".

Un altro passaggio ha riguardato un fatto di cronaca ossia la manifestazione all'azienda SOLE di Oderzo, dove si lavoratori sono scesi in piazza per difendere l'azienda, il che è sembrato, alla presidente Piovesana, un importante atteggiamento di responsabilità, quasi un salto epocale rispetto ai tradizionali picchetti di vecchia memoria realizzati contro la medesima azienda.

Si è accennato infine ai nuovi assetti territoriali, che nascono dalle ultime disposizioni legislative, che prevedono la nascita delle città metropolitane senza che gli altri territori debbano essere considerati come periferia.

In questo contesto vengono superate le vecchie aggregazioni, come l'Ente Provincia, anche se non sappiamo quale possa essere la soluzione definitiva.

Per dirla con un'immagine, ormai gli il vecchio vestito bisogna sostituirlo, mantenendo alcuni principi, per garantire servizi eccellenti.

Tra questi, per esempio, va soddisfatta l'esigenza della prossimità per ogni singola azienda di avere risposte immediate per i servizi necessari, come è previsto dal recente accordo tra le Associazioni Industriali di Treviso, Vicenza e Padova, che apre una nuova stagione in cui le imprese associate potranno rivolgersi per le loro esigenze alle tre Associazioni senza confini o vincoli di appartenenza.

Insomma si aprono nuovi scenari, che bisogna accompagnare con la sperimentazione e la riflessione, per adeguarsi al villaggio globale.

pietro.panzarino@oggitreviso.it

 



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Pietro Panzarino - Vicedirettore

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