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28 marzo 2024

Economia e Finanza

Pil, l'allarme di Confindustria: "Ritmo lento, Italia fanalino di coda"

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Pil, l'allarme di Confindustria:

Ancora un "ritmo lento" per il Pil italiano nel 1° trimestre 2017, dopo il +0,2% nel 4° 2016 e il +0,3% nel 3°. Un ritmo "ben inferiore a quello dell’Eurozona, frenato dall’incertezza, specie politica" che destina il Paese a restare "il fanalino di coda con una crescita inadeguata a uscire dalla crisi". E' quanto si legge in Congiuntura Flash del Centro Studi di Confindustria.

L’Italia, infatti, nonostante "sfrutti bene il più robusto traino esterno, resta fanalino di coda, con una crescita inadeguata a uscire dalla crisi. Industria ed export trainano il Pil ma la domanda interna risente dell’instabilità politica, quando ogni sforzo andrebbe dedicato al rilancio dell’economia e al sostegno dei posti di lavoro", annotano gli economisti di Confindustria che denunciano ancora una situazione pesante sul versante del credito che "rimane erogato con il contagocce", dicono. Gli indicatori congiunturali, comunque, si legge sempre nel Report, hanno un’intonazione "un po’ più positiva in avvio d’anno". Il Pmi composito in gennaio è stabile (52,8, da 52,9 in dicembre) e nel terziario si segnala un "lieve consolidamento" (52,4, da 52,3). Rallenta invece il manifatturiero (53,0, da 53,2), per via della domanda interna come confermato, tra l’altro, dalla minore fiducia dei consumatori. "Netta correzione" invece per la produzione industriale di oltre l’1% in gennaio, "dopo il sorprendente incremento di dicembre" con un +1,4%.

Pesa sulla crescita anche il credit crunch. Il credito alle imprese "è scarso" e questo "resta un nodo per la crescita". I prestiti bancari hanno registrato +0.2% mensile a dicembre dopo il calo dello 0,2% di novembre anche se negli ultimi 4 mesi "il ritmo di caduta si è attenuato". Segnali di "perdita di slancio" anche per gli investimenti in macchinari e mezzi di trasporto tra fine 2016 e inizio 2017, dopo il +1,7% nel 3° 2016. "Fiacchi" anche gli investimenti in costruzione in linea con la dinamica della produzione anche se, annota ancora il Csc di Confindustria, "a gennaio è risalita la fiducia degli imprenditori edili di 3,5 punti e le prospettive sono migliorate. Per quel che riguarda l'Eurozona, infine, il Csc rileva come i tassi sovrani siano in aumento e "gli spread europei si siano ampliati" con il "rischio che il trend prosegua sulla scia dell'incertezza dell'Eurozona.

LAVORO - Finiti gli incentivi alle assunzioni, il naturale riallungamento degli orari smorzerà la creazione di posti di lavoro è la stima del Centro studi di Confindustria che per il 2017 prevede come per questo "l’intensità del loro recupero perderà slancio dopo +1,2% nel 2016 e +0,8% nel 2015 e sarà inferiore a quella del Pil, contrariamente a quanto avvenuto nel biennio precedente". In Italia, d'altra parte, prosegue la nota, le ore lavorate pro-capite sono ancora molto basse rispetto ai valori pre-crisi: nel 3° trimestre 2016 -1 ora e mezza a settimana rispetto a fine 2007, da un minimo di circa -2 ore a inizio 2015.

Nel 4° trimestre 2016 l’occupazione è rimasta pressoché ferma (-5mila addetti), come nel trimestre estivo (-10mila). I recenti lievi cali non intaccano gli ampi guadagni registrati nella prima metà dell’anno: in dicembre +242mila da fine 2015, a un totale di 22milioni e 783mila persone occupate, tornate così sui livelli della primavera 2009. Il tasso di disoccupazione nel 4° trimestre 2016 si è attestato all’11,9%, dopo essere rimasto ancorato all’11,6% dall’estate 2015. Con la forza lavoro in espansione da inizio 2016, l’aumento riflette, appunto, lo stallo dell’occupazione, conclude il Report Confindustria.

 



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