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20 aprile 2024

Treviso

In via Piave sorgerà un condominio: “Un’altra enorme colata di cemento”

"Questi sono gli effetti del “Piano casa” della Regione sull’assetto urbano della città"

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via Piave

TREVISO - Sono numerosi i casi a Treviso di edifici “ristrutturati” sulla base del “Piano Casa” della Regione che in alcuni casi ha consentito dei modesti ampliamenti delle abitazioni funzionali a una loro miglior fruizione, in altri la realizzazione di palazzine o di veri e propri condomini dove prima sorgeva una piccola villetta o una casa. Uno di questi esempi, sollevati da Coalizione Civica per Treviso, che ha portato malumori anche tra i residenti, è il cantiere tra via Piave e via Marconi, di fronte alla chiesa di San Pio X, a poche centinaia di metri dallo stadio Tenni.

“Prima c’erano delle piccola abitazioni ora nascere un nuovo condominio.L’aumento di cubatura è molto elevato e l’impatto sul paesaggio urbano del palazzo in fase di realizzazione è completamente diverso da quello delle abitazioni abbattute”, criticano. “La vista laterale del cantiere dimostra che l’edificio in fase di realizzazione ha anche una profondità rispetto alla strada molto superiore a quella dei fabbricati preesistenti e dal “rendering” che spicca all’esterno del cantiere sembra che l’altezza massima del nuovo palazzo non sia stata ancora raggiunta - spiega Luigi Calesso - Il nuovo fabbricato, infatti, prevede sette unità abitative”.

“Ovviamente-mette in chiaro - l’amministrazione comunale non ha alcuna responsabilità rispetto a questa edificazione, se non quella, politica, di avere accettato, gli effetti del “Piano casa” della Regione sull’assetto urbano della città, come se mancassero le edificazioni in corso in e i piani di lottizzazione in fase di realizzazione in città”. Questa nuova edificazione, come le altre realizzate o in corso di realizzazione, infatti sono perfettamente legittime sotto il profilo giuridico e proprietari dell’area, costruttori, immobiliaristi che sono coinvolti nell’operazione hanno perseguito e perseguono degli interessi altrettanto legittimi.

 “Il problema, infatti, è costituito proprio dal “Piano Casa” della Regione che ha permesso, permette e permetterà di continuare a consumare suolo e di continuare a stravolgere il paesaggio di strade e piazze della città con nuove costruzioni che hanno un impatto (fisico e visivo) completamente diverso e molto più invasivo dei fabbricati preesistenti”.

 



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