A volte gli eroi indossano un mantello. Altre volte, invece, hanno pochi mesi di vita e si esprimono solo con un pianto. È quello che è accaduto nella notte tra il 13 e il 14 aprile a Fabriano, in provincia di Ancona, dove un neonato ha salvato – senza neanche saperlo – la vita ai suoi genitori.

Il piccolo, insolitamente agitato, ha iniziato a piangere senza sosta e a vomitare, mettendo in allarme mamma e papà. I due, preoccupati per il figlio e anche debilitati da un malessere crescente, decidono di chiamare il 118. Descrivono i sintomi del bimbo, ma aggiungono che anche loro non si sentono bene. È a quel punto che i soccorritori, con prontezza e intuito, capiscono che potrebbe trattarsi di intossicazione da monossido di carbonio, un gas inodore, incolore, ma altamente pericoloso.

Scatta subito il protocollo di emergenza: oltre al personale sanitario, vengono allertati anche i carabinieri e i vigili del fuoco. Le squadre del 115, grazie alla strumentazione in dotazione, rilevano nell’abitazione una presenza elevata di monossido, dovuta a un malfunzionamento della caldaia. La famiglia viene trasportata d’urgenza all’ospedale per le cure necessarie. Fortunatamente, grazie all’intervento tempestivo e, soprattutto, al “grido d’allarme” inconsapevole del neonato, nessuno è in pericolo di vita.

La società che gestisce la rete del gas ha sospeso l’erogazione e sta verificando l’impianto. Ma intanto, in casa, si tira un grande sospiro di sollievo. “Un giorno potremo raccontare a nostro figlio che ci ha salvati – ha detto il papà –. Senza quel pianto, non saremmo qui.”

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