CASTELFRANCO - Il Comune di Castelfranco ha recentemente aggiornato il Piano di Protezione Civile, individuando i principali rischi presenti all’interno del territorio cittadino, prendendo in esame le possibili conseguenze derivanti dal manifestarsi di eventi calamitosi, secondo un approccio cautelativo di massimo danno atteso. Al contempo sono state stabilite le procedure per una rapida ed efficiente gestione dell’emergenza, secondo la procedura previsione, prevenzione, soccorso e superamento dell'emergenza.

Da questo lavoro sono state designate quaranta aree per garantire la sicurezza dei cittadini, che da qualche giorno sono state contrassegnate dalla specifica segnaletica verticale. Si tratta di un investimento di 15mila euro per individuare le zone sicure (qui la mappa completa), suddivise in tre categorie, di seguito illustrate.

A: 31 aree di attesa sicura, punto di informazione e prima accoglienza. Si tratta di luoghi di prima accoglienza, caratterizzati da spazi ampi al riparo da rischi, in cui la popolazione riceve le prime informazioni sull’evento e i primi generi di conforto, in attesa di essere sistemate in strutture di accoglienza adeguate.

R: 7 aree di accoglienza e ricovero per la popolazione. Sono spazi in cui vengono allestite strutture ricettive di emergenza: tendopoli, roulottopoli, ecc. sono le aree in cui si accede dopo il primo punto di ritrovo che è l’attesa sicura.

2 aree di ammassamento soccorritori, dove far confluire personale e mezzi appartenenti alle Strutture Operative di Protezione Civile (Vigili del Fuoco, Croce Rossa Italiana, Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, Colonna mobile regionale, ecc.) e per impiegarlo come campo base delle operazioni di soccorso.

Commenta il sindaco, Stefano Marcon: «In questo periodo il territorio si sta popolando di una serie di segnali per individuare in maniera veloce ed efficace le aree di attesa utili in caso di calamità improvvisa. Il Comune si impegnerà anche, compatibilmente con l’evolversi della pandemia e del periodo di emergenza, di organizzare anche una serie di attività di informazione pubblica così da informare i cittadini sugli elementi più importanti del Piano di protezione civile che, lo ricordo, è prima di tutto uno strumento per la sicurezza della comunità».