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29 marzo 2024

Treviso

PIANO ANTI-ALLUVIONE PER IL MELMA

Consorzio Piave pronto a costruire bacini per salvare Villorba, Carbonera e Silea

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

PIANO ANTI-ALLUVIONE PER IL MELMA

TREVISO – «Via libera a casse di espansione e all’approfondimento del Melma». Il giorno dopo l’alluvione, mentre tutti gli occhi sono ancora puntati sul canale, il consorzio di bonifica Piave apre immediatamente a un piano di interventi straordinari per mettere in sicurezza l’affluente del Sile che martedì, ingrossato dalle piogge, ha rotto gli argini dalle risorgive di Lancenigo, dove nasce, alla confluenza di Silea, dove si getta nel fiume, mandando sott’acqua strade, case, negozi e tutto quello che ha trovato lungo i 12 chilometri del suo percorso. A partire dalla frazione di Villorba, località Fontane bianche in testa, sino a Pezzan di Carbonera e Silea.

Insomma, il colpevole è chiaro. Adesso è da vedere se ci sono anche dei responsabili. «Seguiamo solo i grandi fiumi – fanno sapere dal Genio civile – il Sile era a posto e quindi noi eravamo a posto». Tradotto: fatti del consorzio di bonifica Piave. E quest’ultimo, pur appellandosi all’imprevedibilità degli acquazzoni di martedì, adesso non si tira indietro ed è già pronto a varare, dopo un summit con i sindaci dei comuni più colpiti che dovrebbe tenersi all’inizio della prossima settimana, un programma di interventi straordinari per mettere in sicurezza il corso del Melma.

Cosa si può fare? In primis casse di espansione, cioè dei serbatoi dove far esondare il canale quando l’acqua supera il livello di guardia, e poi la rettifica e lo scavo del letto. «Il canale è tracimato dall’inizio alla fine, ma quello che è capitato non era prevedibile, tanto che non c’è stata alcuna allerta meteo: l’ondata di maltempo è stata improvvisa ed è rimasta ferma per sei ore nello stesso punto – mette in chiaro il presidente del consorzio di bonifica, Giuseppe Romano – ma ho già sentito i sindaci di Silea, Carbonera, Villorba e Breda per un incontro, fosse anche di domenica, in cui definire gli interventi straordinari necessari per rendere più sicuro tutto il corso del Melma».

Interventi straordinari, sottolinea il consorzio di Montebelluna, perché quelli ordinari erano già stati fatti. Anche se non sono stati sufficienti a impedire la rottura degli argini. «La manutenzione è stata fatta come altrove, dove non ci sono stati problemi – aggiunge il presidente – ma è evidente che qui qualcosa non è andato e ora si deve intervenire: davanti a soluzioni condivise siamo pronti a fare la nostra parte».

La concatenazioni di eventi, dalle piogge insistenti, al Sile già carico e all’alta marea dell’Adriatico, insomma, ha sicuramente inciso. Ma evitare nulle alluvioni, almeno sulla carta, sembra possibile. «Fa fatta una sezione del canale dall’inizio alla fine per vedere se ci sono strozzature, poi si può pensare di scavare il fondo, ma anche creare bacini dove convogliare l’acqua in caso di necessità – conclude Romano – abbiamo delle risorse messe da parte, si tratta di definire i modi e poi non ci tireremo indietro».

 


| modificato il:

Mauro Favaro

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