"Più sicurezza per gli aeroporti vicino a centri abitati, ospedali, aziende"
La richiesta del Comitato contro l'ampliamento dell'aeroporto di Treviso con il coordinamento nazionale dopo l'ultimo incidente a Linate
|
L' incidente di Linate
TREVISO - “Sono tanti gli aeroporti italiani circondati da quartieri, scuole, ospedali ed aziende a rischio incidente rilevante per i quali è indispensabile che sia fissato un numero massimo di voli sia giornalieri che annuo, un limite/tetto rapportato al “carico antropico”, agli indici di affollamento”.
A chiederlo è il coordinamento “NoFly Zone Italia” di cui fa parte anche il Comitato per la Riduzione dell’Impatto Ambientale Aeroporto di Treviso , insieme ad altri 12 comitati e associazioni per altrettanti aeroporti italiani. Dopo l’ultimo incidente dell’aereo schiantatosi a San Donato, decollato da Linate, il coordinamento ha voluto evidenziare come siano tanti gli aeroporti italiani a rischio per la troppa vicinanza a quartieri, aziende e scuole, problematica spesso denunciato anche dal Comitato trevigiano, chiedendo maggiore sicurezza.
“Occorre procedere alla immediata creazione di un tavolo tecnico ed istituzionale che proceda, senza ulteriori ritardi, a porre in essere tutte le misure atte a tutelare la popolazione dal rischio di incidenti aerei, tenendo conto del fatto che, come nel caso di Linate, i velivoli sorvolano a bassa quota centri abitati con case, uffici, scuole, asili, ospedali, centri commerciali, importanti arterie stradali, complessi industriali e serbatoi di carburante.
Il coordinamento No Fly Zone Italia, in rappresentanza della totalità dei Comitati aeroportuali di cittadini, si dichiara dunque pronto a sostenere ed a promuovere ogni iniziativa ritenuta utile al raggiungimento della messa in sicurezza della popolazione che vive intorno gli altri aeroporti d’Italia a rischio”. OT