Perseguitano e minacciano la maestra del figlio: braccialetto elettronico per i due genitori
La situazione ha raggiunto il culmine quando la madre ha seguito l'insegnante fuori dalla scuola minacciandola con un bastone
| Isabella Loschi |

ROMA – Due genitori di 44 e 48 anni sono agli arresti domiciliari con l'accusa di atti persecutori nei confronti di una insegnante di una scuola elementare frequentata dal loro figlio. La vicenda ha preso una piega drammatica quando, lo scorso 20 dicembre, la docente ha deciso di denunciare i comportamenti molesti che da mesi stava subendo.
Secondo quanto riportato dalla denuncia, l'insegnante si è trovata a fronteggiare un'onda crescente di intimidazioni da parte dei genitori del suo alunno, che hanno avuto un impatto devastante sulla sua vita professionale e personale. Le minacce verbali, i comportamenti aggressivi e i continui inseguimenti hanno creato nella donna un forte stato di ansia e paura. La professoressa ha raccontato di sentirsi costretta a cambiare le proprie abitudini quotidiane per paura di essere aggredita fisicamente.
Il 19 dicembre, la situazione ha raggiunto il culmine: la madre dell’alunno ha seguito l'insegnante fuori dalla scuola, minacciandola con un bastone. La docente, sempre più spaventata, ha iniziato a farsi accompagnare a casa dalle sue colleghe, evitando di uscire da sola per paura di possibili aggressioni. Le indagini, condotte dai carabinieri hanno raccolto testimonianze cruciali da parte di colleghi e genitori degli altri studenti della classe. Grazie alla collaborazione delle persone vicine alla scuola, è stato possibile ricostruire l'intera vicenda. Le prove raccolte hanno permesso di delineare un quadro preoccupante, confermando la gravità della situazione.
A seguito degli sviluppi, il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) ha disposto nei confronti dei due genitori l'applicazione di misure restrittive, compreso l'obbligo di indossare il braccialetto elettronico. Inoltre, è stato stabilito un divieto di avvicinarsi a una distanza inferiore ai 500 metri dai luoghi frequentati dalla vittima, inclusi l'abitazione e la scuola dove lavora. Il caso dimostra la necessità di tutelare adeguatamente chi lavora nel mondo dell'istruzione, in modo che possano svolgere il loro ruolo senza subire minacce o intimidazioni da parte di chi dovrebbe invece supportarli. Ora, le autorità continueranno a monitorare l'evoluzione della vicenda, mentre la docente potrà finalmente tornare a concentrarsi sulla sua professione.
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