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07 febbraio 2025

Treviso

Pass obbligatorio per insegnare, professori d'accordo. Qualche perplessità sulle sostituzioni in classe.

Il provvedimento già applicato per gli operatori della sanità viene esteso alla scuola. "Ma se anche gli studenti non si vaccineranno, cui prodest che tutti i docenti lo siano?"

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Insegnanti Consiglio di classe

TREVISO - Alla fine tanto tuonò che piovve. Il Governoha deciso di decidere” per il pass vaccinale obbligatorio che sarà richiesto, dal primo giorno di scuola, a maestri e professori. A quelli che intendono mettere piede in aula e salire in cattedra. Agli altri, dopo cinque giorni di assenza ingiustificata, la sospensione dal servizio (e dello stipendio, conseguentemente). In Veneto, va detto, che la percentuale dei docenti non ancora vaccinati è abbastanza residuale e ottimistiche le previsioni di implementazione della campagna di vaccinazione che vengono formulate in vista della riapertura della scuola a metà settembre. Tutto ancora da vedere (e da decidere) se per allora anche alunni delle Medie e delle Superiori dovranno esibire a loro volta il green pass. Siamo andati a sentire intanto quelli che dovranno procurarselo di sicuro, se già non ce l’hanno: i professori.

Al classico di Motta di Livenza insegna Latino e Greco Manoel Maronese: ”Premesso che il fine ultimo di tale provvedimento è non solo la messa in sicurezza della scuola e di chi ci gravita attorno, ma soprattutto la possibilità di scongiurare lo spauracchio della Dad, credo che si sarebbe dovuta avviare anche una campagna di sensibilizzazione affinché, oltre ai docenti, venissero vaccinati quanti più studenti possibile. Se questi ultimi infatti non sono vaccinati e si contagiano tra loro, cui prodest che tutti i docenti siano vaccinati? Si torna in didattica a distanza, gli studenti stanno a casa e i docenti a scuola e nulla cambia rispetto a prima. In definitiva, quindi, credo che, oltre al personale scolastico, il vaccino andrebbe esteso anche ai maggiori protagonisti della scuola, ovvero gli studenti. Qualcuno potrebbe obiettare il rischio di una lesione del diritto allo studio, ma, in tal caso esso verrebbe semplicemente "subordinato" ad una causa di forza maggiore, ovvero l'emergenza sanitaria, esattamente come è avvenuto in questi mesi per altri diritti e libertà inalienabili sanciti dalla Costituzione (movimento, spostamenti, etc. ). Sic stantibus rebus, si tratta, come al solito, di una misura all'italiana, presa a metà da quattro pavidi "ministri (?)" allo sbaraglio, i quali, a due anni dalla pandemia, ancora non sanno gestire nulla al di fuori dei loro interessi.

Da Motta a Montebelluna, al liceo “Levi” dove Anna Baldissera è professoressa di Inglese:”Dopo tanti mesi di Dad, la priorità è che si torni a scuola in presenza con continuità per tutto il prossimo anno scolastico. Da qui trovo che sia giusto che i docenti e tutto il personale scolastico riducano al minimo le probabilità di subire le conseguenze di un eventuale contagio da Covid. Ad oggi il vaccino è l'unico sistema che garantisce ciò. In questo stato di emergenza trovo del tutto lecito dare un indirizzo chiaro, con provvedimenti e sanzioni, a chi si rifiuta di adeguarsi alla linea definita dal Governo".

Anche Sara Parcianello insegna Lingue (Spagnolo) al Linguistico “Canova” di Treviso: “Credo che si dovesse arrivare al green pass obbligatorio per gli insegnanti, così come dovrebbe esserlo per tutti i dipendenti a contatto con il pubblico. Il tempo della moral suasion è passato, è necessario lasciare la dad alle spalle e tornare il più possibile alla normalità. È vero anche che Green pass non significa obbligo vaccinale. Chi si rifiuta anche di controllare il proprio stato di salute con il tampone incompatibile con il proprio ruolo di docente ed educatore e dunque giustamente passibile di sospensione dal servizio. Rispetto le posizioni di tutti e sono per la libertà vaccinale ma il docente che insegna in media a un centinaio di alunni non può essere fonte di rischio. Al momento non vi sono altri metodi di prevenzione, anche se il vaccino non è efficace al 100 per cento dobbiamo fare il possibile come insegnanti per mantenere la scuola in presenza. Ciò non toglie che in due anni di pandemia i Governi non abbiano fatto la prima cosa necessaria per la scuola in presenza: ridurre il numero di alunni per classe e destinare risorse per nuovi spazi e più docenti. Ma si sa, la scuola la sostengono solo gli insegnanti e i genitori, ormai da troppo tempo".

Al classico del capoluogo è docente di Latino e Greco Raffaella Milite: “Stamattina sono andata a fare colazione al bar e all’entrata mi hanno chiesto di esibire il green pass. È stata questione di un minuto e non mi ha dato particolari fastidi. Credo che il green pass sia un modo alternativo di rendere la vaccinazione obbligatoria e spero serva ad evitare nuove chiusure e restrizioni. Come insegnante mi stupiscono i titoli dei giornali che suonano: “obbligo vaccinale per gli insegnanti altrimenti licenziamento”. Per quello che è la mia realtà, gli insegnanti che conosco sono tutti vaccinati già dalla prima ora e credo che tutti abbiano dimostrato molta coscienza ed umanità, pensando a se stessi, ma anche agli altri. Speriamo che il buon senso degli alunni porti anche la maggior parte di loro a fare lo stesso”.

Claudio Ragazzi è professore di Disegno e Storia dell’Arte al liceo scientifico “Da Vinci”: “Posto che è prioritario garantire la salute di tutte le persone che lavorano nelle scuole, farlo attraverso l’obbligo di green pass ritengo sia corretto. Sembra che per ottenerlo non sia necessario vaccinarsi, basta fare il tampone secondo la frequenza indicata dalle autorità competenti, di sicuro una scocciatura che i “no vax” convinti dovranno sopportare. I dirigenti scolastici si troveranno a che fare con questo ulteriore compito, piuttosto antipatico a mio avviso, di fare i controllori e verificare quanti insegnanti si sono già sottoposti al vaccino. La sospensione dal lavoro è già stata introdotta in ambito sanitario, non vedo perché non lo si debba fare anche nel mondo della scuola, ambiente sicuramente ad alto rischio di contagio. Per fortuna i dati ad oggi disponibili indicano che la quasi totalità del personale docente è vaccinata. Va anche sottolineato che, per quella che è la mia esperienza, nei pochi casi di classi in quarantena che ho conosciuto il contagio lo hanno sempre portato gli studenti dall’esterno, mai gli insegnanti.

E sempre in città insegna Roberta Dudan (Lettere al “Besta”): “Capisco che si cerchi il più possibile di garantire un anno scolastico in presenza, nel quale siano protetti sia gli insegnanti che sono esposti a tanti contatti, sia i ragazzi che il personale. Però ho delle perplessità: nel luogo della riflessione libera e critica quale è la scuola cala una imposizione. Se poi si considera che pur essendo in possesso del green pass si può comunque rappresentare un veicolo magari asintomatico di contagio, non possiamo ritenere questo passaporto una garanzia, anche se il vaccino indubbiamente riduce la possibilità di contrarre il virus. Quello che mi chiedo piuttosto è come si garantiranno i controlli, la sospensione del docente non vaccinato, la sua sostituzione in classe garantendo la continuità dell’insegnamento agli studenti?”

 


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