Parise e Nardon nella Casa della Cultura
esperienza interessante dell'associazione culturale "i Sillabanti"
PONTE DI PIAVE - Nella casa di Goffredo Parise, (in foto un suo ritratto di Sergio Vacchi) recentemente è stata inaugurata una mostra del pittore Michele Nardon, che rimarrà aperta fino all'11 aprile, visitabile durante gli orari di apertura della biblioteca.
Hanno partecipato più di un centinaio di persone all'inaugurazione e nei fine settimana successivi sono stati parecchi i visitatori.
L'Associazione "i Sillabanti" si è resa disponibile per l'apertura al pubblico, che ha mostrato molto interesse e apprezzato l'accostamento tra Parise e Nardon.
Al termine della visita abbiamo chiesto informazioni in merito all'Associazione fattasi carico di tale impegno e con grande meraviglia ci è stato comunicato che, nata nel gennaio 2014 e formata per ora soltanto da tre persone (Irene Samassa, Alessandro Cester e Andrea Canal) l'associazione è una sorta di invenzione culturale, oggi diremmo una start up con l'intento di valorizzare Goffredo Parise, che è stato un personaggio di rilievo e di grande spessore culturale, vicentino di origine, ma legato affettivamente al luogo di residenza, Ponte di Piave appunto, dove aveva abitato negli ultimi anni.
Secondo le sue ultime volontà la casa a Ponte di Piave è stata donata a condizione che il Comune ne facesse una Casa di Cultura e che nel giardino fossero sepolte le sue ceneri, come del resto è avvenuto in deroga alle leggi allora vigenti.
Ne è nata una chiacchierata, che è diventata un'intervista.
Presentate sinteticamente Goffredo Parise... Non è facile una sua presentazione, perché è stato un personaggio poliedrico e qualsiasi sintesi può risultare riduttiva. Si può accogliere una recente definizione di lui, che lo tratteggia in modo accettabile così: è stato un poeta senza versi... Fu giornalista, sceneggiatore, scrittore e poeta, con una grande vocazione a esternare la sua vitalità; né bisogna dimenticare che è stato un grande esperto e appassionato di arte, di cui la Casa di Cultura di Ponte di Piave è una testimonianza autorevole.
Ma si parla anche di un'altra sua casa, a Salgareda... Effettivamente, prima di arrivare a Ponte di Piave, ha vissuto in un'altra abitazione da lui chiamata "la casa delle fate", dove ha scritto una delle opere maggiori, I Sillabari, la cui radice ha dato il nome alla nostra associazione. Di quella casa si era innamorato andando a cavallo con un amico: fu un amore a prima vista, condiviso anche da Giosetta Fioroni. La casa di Salgareda, rispetto a quella di Ponte di Piave è spoglia, con arredi rustici e artigianali; la sua bellezza è riconducibile all'habitat naturale ed all'atmosfera, motivo per cui taluni hanno parlato di una "dacia russa"; attualmente è proprietà privata teatro di iniziative culturali di rilievo.
Ci furono dei motivi per questo trasferimento da Salgareda a Ponte? Il trasferimento dipese essenzialmente da ragioni di salute. Si sottopose nell'ultimo periodo, dall'81 all'86, alla dialisi. Per lui quella che divenne poi la Casa di Cultura era la prima vera “home” della sua vita.
Quando è stata aperta questa struttura?
Nella veste attuale la Casa di Cultura è aperta dal 2003 ed è visitabile con il supporto del bibliotecario, Francesco Tiveron. Per la verità noi l'abbiamo apprezzata in veste di operatori volontari del servizio civile ed è proprio da quell'esperienza che è nata la nostra associazione, associazione che garantisce le visite guidate durante alcuni fine settimana e si adopera per organizzare alcune proposte culturali, come la mostra attuale.
Presentatela... È la prima proposta dell'associazione “i Sillabanti” sul territorio, una mostra che abbiamo deciso di intitolare "Lo sguardo rivelatore: ritratti per un dialogo". E proprio di dialogo si tratta, con le opere del friulano Michele Nardon, con i suoi animali dagli sguardi umani, con quegli occhi che sono rivelatori di una umanità oltre la forma bestiale. Si tratta di un tentativo di contaminazione che punta a ben amalgamare le opere di un artista ospite con tutto ciò che invece è eredità di Parise, proponendo un itinerario che intreccia i ritratti umani ed animali alla ricerca di una identità. Per certi aspetti in ogni stanza della Casa di Cultura c'è una declinazione forte della presenza di Goffredo Parise: lo sguardo, il suo occhio è lo strumento rivelatore. Proprio per questo motivo abbiamo allestito la mostra del friulano Michele Nardon, che, a suo modo, indaga questa tematica, offrendo al visitatore numerosi spunti di riflessione. La mostra resterà visitabile fino al giorno 11 aprile, data in cui è previsto anche un ultimo incontro con intervista a Michele Nardon e letture ad alta voce curate dall'associazione.
pietro.panzarino@oggitreviso.it