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29 marzo 2024

Cronaca

Papa Francesco in Iraq: "Estremismo e violenza tradimenti della fede"

Bergoglio a Najaf per il colloquio con l'Ayatollah Al-Sistani. Poi l’incontro interreligioso a Ur

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Papa Francesco in Iraq

IRAQ - Il Papa, al suo secondo giorno in Iraq, ha incontrato il grande ayatollah Al Sistani. Il colloquio privato è andato avanti circa un’ora e si è trattato di un momento storico perché è la prima volta di un incontro del Pontefice con un leader sciita. "L'importanza della convivenza pacifica" e "le grandi sfide dell'umanità" sono state al centro del storico incontro, rende noto l'ufficio del leader spirituale sciita in una nota. ''I cristiani, così come tutti i cittadini iracheni, devono vivere in pace e in sicurezza'', ha dichiarato il Grande Ayatollah Ali al-Sistani al termine dell'incontro, come si legge in una nota diffusa dall'ufficio della massima autorità religiosa sciita.

 

Al-Sistani, si legge nel comunicato, "ha sottolineato il ruolo che i grandi leader religiosi e spirituali dovrebbero svolgere nel porre fine alle grandi tragedie'' dell'umanità, ovvero ''ingiustizia, oppressione, povertà, persecuzione religiosa e ideologica e soppressione delle libertà fondamentali e assenza di giustizia sociale". ''Le grandi potenze diano priorità alla ragione e alla saggezza, rinunciando al linguaggio delle guerre''. ''Auspico che i leader religiosi e spirituali esortino le parti interessate, e specialmente le grandi potenze, a dare priorità alla ragione e alla saggezza rinunciando al linguaggio della guerra'', si legge ancora. Le grandi potenze, prosegue il comunicato, ''non mettano prima i propri interessi a discapito dei diritti dei popoli di vivere in libertà e con dignità''.

 

"Durante la visita di cortesia, durata circa quarantacinque minuti, - spiega in una nota il portavoce del Vaticano Matteo Bruni- il Santo Padre ha sottolineato l’importanza della collaborazione e dell’amicizia fra le comunità religiose perché, coltivando il rispetto reciproco e il dialogo, si possa contribuire al bene dell’Iraq, della regione e dell’intera umanità". "L’incontro - spiega ancora - è stata l’occasione per il Papa di ringraziare il Grande Ayatollah Al-Sistani perché, assieme alla comunità sciita, di fronte alla violenza e alle grandi difficoltà degli anni scorsi, ha levato la sua voce in difesa dei più deboli e perseguitati, affermando la sacralità della vita umana e l’importanza dell’unità del popolo iracheno.

 

Nel congedarsi dal Grande Ayatollah, il Santo Padre ha ribadito la sua preghiera a Dio, Creatore di tutti, per un futuro di pace e di fraternità per l’amata terra irachena, per il Medio Oriente e per il mondo Terminato l'incontro Bergoglio si è quindi diretto a Ur dei Caldei, una delle più antiche e importanti città sumeriche, situata a 24 chilometri da Nassiriya. "Ostilità, estremismo e violenza sono tradimenti della religione. Cari fratelli e sorelle - dice Francesco nel corso dell’incontro interreligioso - questo luogo benedetto ci riporta alle origini, alle sorgenti dell’opera di Dio, alla nascita delle nostre religioni. Qui, dove visse Abramo nostro padre, ci sembra di tornare a casa. Qui egli sentì la chiamata di Dio, da qui partì per un viaggio che avrebbe cambiato la storia. Noi siamo il frutto di quella chiamata e di quel viaggio. E oggi noi, ebrei, cristiani e musulmani, insieme con i fratelli e le sorelle di altre religioni, onoriamo il padre Abramo facendo come lui: guardiamo il cielo e camminiamo sulla terra".

 

Ammonisce Bergoglio: "L’uomo non è onnipotente, da solo non ce la può fare. E se estromette Dio, finisce per adorare le cose terrene. Alziamo gli occhi al Cielo per elevarci dalle bassezze della vanità; serviamo Dio, per uscire dalla schiavitù dell’io, perché Dio ci spinge ad amare. Ecco la vera religiosità: adorare Dio e amare il prossimo. Nel mondo d’oggi, che spesso dimentica l’Altissimo o ne offre un’immagine distorta, i credenti sono chiamati a testimoniare la sua bontà, a mostrare la sua paternità mediante la loro fraternità". "Da questo luogo sorgivo di fede, dalla terra del nostro padre Abramo, affermiamo che Dio è misericordioso e che l’offesa più blasfema - scandisce Francesco - è profanare il suo nome odiando il fratello. Ostilità, estremismo e violenza non nascono da un animo religioso: sono tradimenti della religione. E noi credenti non possiamo tacere quando il terrorismo abusa della religione. Anzi, sta a noi dissolvere con chiarezza i fraintendimenti. Non permettiamo che la luce del Cielo sia coperta dalle nuvole dell’odio!".

 

Il Papa ricorda di nuovo la comunità yazida (lo aveva fatto anche ieri nel suo discorso alle autorità civili irachene) per comprendere tutte le comunità che hanno sofferto. "Sopra questo Paese si sono addensate le nubi oscure del terrorismo, della guerra e della violenza. Ne hanno sofferto tutte le comunità etniche e religiose.- dice Francesco - Vorrei ricordare in particolare quella yazida per quanti hanno subito tali sofferenze, per quanti sono ancora dispersi e sequestrati, perché tornino presto alle loro case". "E preghiamo perché ovunque siano rispettate e riconosciute la libertà di coscienza e la libertà religiosa: sono diritti fondamentali, perché rendono l’uomo libero di contemplare il Cielo per il quale è stato creato", dice Bergoglio.

 



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