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08 settembre 2024

Papa Bergoglio telefona al cappellano dell'ospedale di Schiavonia

A don Marco: 'Non si avvicini mai per abitudine a chi soffre'

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

papa Francesco

PADOVA - Papa Francesco ha telefonato nei giorni scorsi a don Marco Galante, cappellano agli ospedali riuniti Padova sud-Madre Teresa di Calcutta di Schiavonia (Padova), impegnato da novembre nel reparto Covid a sostenere e incoraggiare i malati nelle sue visite ai reparti. Lo riferisce oggi la Diocesi di Padova.

Qualche tempo fa don Marco ha scritto una lettera a papa Francesco per condividere la preghiera e il sostegno che i malati hanno trovato nel momento di sofferenza. E il Pontefice ha risposto.

"È successo mercoledì mattina - racconta don Marco - alle 11.37. Ero in canonica e avevo appena terminato un collegamento di formazione con un gruppo di preti e mi preparavo a uscire per tornare in ospedale. Sento vibrare il telefono e vedo la scritta 'sconosciuto' sul display. Rispondo e mi sento dire: 'Pronto, parlo con don Marco Galante? Sono papa Francesco'. Mi è sfuggito un 'oh mamma mia' ma dall'altra parte mi sono sentito dire sorridendo 'no, non sono la sua mamma, sono papa Francesco'".

La conversazione è proseguita per quattro minuti: "Mi è sembrato un tempo surreale - racconta il cappellano - mi tremavano le gambe e mi sentivo confuso interiormente.

Ho ascoltato più che parlare. Papa Francesco mi ha detto di aver ricevuto la mia lettera e mi voleva ringraziare per quello che sto facendo a nome della Chiesa, che ha raccolto anche la fatica di fronte al dolore di tante persone e mi ha ricordato che è molto importante stare accanto a chi soffre.

Si è informato sulla situazione in ospedale e poi mi ha esortato con queste parole: 'Non si avvicini mai per abitudine accanto a chi soffre'".

Al termine della telefonata il Pontefice ha dato la propria benedizione all'ospedale di Schiavonia, per gli ammalati e tutte le persone che ci lavorano e spendono la loro vita accanto a chi soffre.

"Vivo ancora - conclude don Marco - un misto di stupore, gratitudine e senso di inadeguatezza, ma con tanta gratitudine, e desidero riportare questo messaggio e questa benedizione ai malati e a tutte le persone che si stanno dedicando a chi soffre e a condividere con quanti insieme a me, e a nome della Chiesa, cercano in tante corsie di ospedale di portare conforto, soprattutto in questo tempo così difficile e particolare che stiamo vivendo".
 

 



Gianandrea Rorato

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