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19 aprile 2024

Conegliano

Orsago, mobilitazione in paese per impedire il taglio di 18 tigli storici

Ma il sindaco difende la scelta: "Sono vuoti, c'è un problema di sicurezza"

| Roberto Silvestrin |

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Orsago, mobilitazione in paese per impedire il taglio di 18 tigli storici

ORSAGO - C’è una vera e propria mobilitazione a Orsago per impedire l’abbattimento di 18 tigli centenari di via Garibaldi, la strada principale del paese. Si è attivata la minoranza, ma è stata lanciata anche una petizione sulla piattaforma Change.org, per salvare le essenze considerate un po’ da tutti patrimonio del comune.

 

Il sindaco Fabio Collot ha però difeso la decisione della sua amministrazione: “Dispiace a tutti, siamo nati con quegli alberi, ma c’è un problema di sicurezza. Essendo praticamente vuoti al loro interno, rischiano di cadere in caso di forte vento”. Secondo quanto riportato dal primo cittadino, una valutazione datata settembre 2019 disegna un quadro impietoso: si tratta di percentuali di “vuoto” consistenti, si va da un minimo del 40% ad un massimo dell’84%.

 

La minoranza di Orsago Paese Attivo però ha contestato la natura della valutazione fatta nel settembre scorso: “Abbiamo accertato presso gli uffici comunali che non esiste al momento alcuna relazione tecnica che rilevi lo stato di salute dei 18 alberi in oggetto – ha scritto il gruppo su Facebook -. Una scelta così importante e drastica, se fosse necessaria, andrebbe secondo noi avallata da una perizia di un agronomo professionista che, con apposite misurazioni, può determinare la sezione sana dell'albero, la stabilità, le eventuali soluzioni curative e, al limite e solo in ultima istanza, l'abbattimento”.

 

Secondo Paola Zanchettin, esponente di minoranza, quella citata da Collot sarebbe “la relazione di un tecnico comunale, e non la valutazione di un professionista esterno”. Per questo l’opposizione chiede a gran voce ulteriori approfondimenti, prima di procedere con il taglio, che è previsto per inizio maggio. Le piante verrebbero comunque rimpiazzate con altre essenze, ma fa discutere anche la scelta dei nuovi esemplari, che dovrebbero essere piante di pero in fiore, originario del sud est asiatico.

 

Secondo i promotori della raccolta firme, infatti, il “pero cinese” è “invasivo”, la fioritura “produce un odore molto sgradevole”, la crescita “è lentissima” e l’albero “abbisogna di molti trattamenti”.

 



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Roberto Silvestrin

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