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17 aprile 2024

Italia

Open Arms, Salvini rinviato a giudizio

La decisione del gup dopo l'udienza preliminare nell'aula bunker dell'Ucciardone. Processo dal 15 settembre, Salvini: "Vado a testa alta"

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Matteo Salvini

PALERMO - Open Arms, Matteo Salvini rinviato a giudizio per sequestro di persone e rifiuto di atti di ufficio. Questa la decisione del gup di Palermo Lorenzo Jannelli dopo l'udienza preliminare nell'aula bunker del carcere Ucciardone sul caso della nave ong.

Il giudice ha accolto la richiesta della Procura di Palermo. La prima udienza sarà il 15 settembre davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Palermo.

"Non ci sono gli elementi per il non luogo a procedere di Matteo Salvini", ecco perché il gup Jannelli ha rinviato a giudizio Salvini. L'udienza preliminare non deve valutare se sussiste o meno la responsabilità penale dell'imputato, ma se ci sono elementi sufficienti a sostenere l'accusa in giudizio e non ci sono elementi per decidere un proscioglimento. Queste le motivazioni del rinvio a giudizio.

"'La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino'. Articolo 52 della Costituzione. Vado a processo per questo, per aver difeso il mio Paese? Ci vado a testa alta, anche a nome vostro. Prima l’Italia. Sempre", commenta il leader della Lega in un messaggio sui propri profili social.

"Chiameremo sicuramente il Presidente Conte, ma anche Toninelli che è stato no dei grandi protagonisti, e poi Di Maio. E' inutile negare che c'è una valutazione politica della questione", ha detto l'avvocato Giulia Bongiorno parlando del processo a carico di Salvini. Bongiorno aveva preso la parole prima della decisione del gup. "La difesa della patria e delle sue leggi non limita i diritti delle Ong. Ma solo le scelte contro le regole. Né legge né diritto internazionali prevedono il rifiuto del pos perché sgradito", aveva affermato al termine dell'arringa l'avvocato e legale di Salvini. "Le Ong - aveva spiegato - vogliono venire in Italia anziché in Spagna e qui possono addirittura costituirsi parte civile”. Bongiorno si era appellata quindi al giudice: "Non consenta alle sentenze di prendere il posto dei voti" aveva detto concludendo il suo intervento, durato circa tre ore. Poi la decisione del giudice.

Sindaco Lampedusa: "Conferma di quanto avvenuto quando Salvini era al Viminale" "Il rinvio a giudizio di Matteo Salvini è un problema che riguarda la magistratura, per la quale evidentemente l'allora Ministro non ha rispettato la legge. Tuttavia c'è sempre una presunzione di innocenza e va rispettata, il rinvio a giudizio è la constatazione che anche i giudici di primo grado ritengono che abbia sbagliato, è una ulteriore conferma di quello che è avvenuto nell'anno in cui Salvini era a capo del Viminale". Lo dice all'Adnkronos Salvatore Martello, sindaco di Lampedusa.

"Io non ho mai soddisfazione quando qualcuno finisce a giudizio anche se si tratta di una persona che ha una visione lontana dalla mia. Al di là degli aspetti processuali spero che questo serva a Matteo Salvini per riflettere. Spero che in parte possa comprendere le sofferenze degli altri". Così l'ex sindaco di Riace Mimmo Lucano interpellato dall'Adnkronos dopo il rinvio a giudizio di Matteo Salvini.

"Riace - ricorda Lucano - non è stata una teoria ma una realtà autentica, con storie di sofferenze che sono state raccontate al mondo: quando arrivavano i migranti noi abbiamo aperto le porte, facendo rinascere il nostro borgo, facendolo diventerà una comunità del mondo".

"Decisione importante. Finalmente ci sarà un processo contro chi ha usato immunità e privilegi in passato per tentare di coprire le proprie responsabilità, che sono gravissime. Ed è importante anche che chi abusa del suo potere per fare del male ad altri esseri umani che come unica colpa hanno quella di essere poveri e senza potere, finisca oggi sul banco degli imputati". Lo dice all'Adnkronos Luca Casarini, capo missione di Mediterranea e indagato dalla Procura di Ragusa per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, commentando il rinvio a giudizio di Salvini.

"Di solito ci finisce chi salva vite umane in mare, chi non accetta l'orrore dei campi lager libici finanziati dai nostri governi. Oggi per fortuna - conclude - non è andata cosi. È una buona giornata per chi lotta per la democrazia e i diritti umani".

 



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