Norma Cossetto inserita tra le donne illustri nate a Castelfranco Veneto. Perché se è nata in Croazia?
La programmazione delle iniziative per l’8 marzo continua a destare perplessità e in consiglio comunale gli animi si surriscaldano
CASTELFRANCO VENETO – Molti conoscono la tragica vicenda della studentessa Norma Cossetto, figlia di un gerarca fascista, nata nel piccolo comune croato di Visinada, il 17 maggio 1920 e uccisa nell’ottobre del 1943) nei pressi della foiba di Villa Surani, in Istria. Ma resta un mistero perché nella brossure delle passeggiate urbane “Donna è Voce. Donna è Arte” di sabato 9 e 23 marzo dedicate a donne famose nate a Castelfranco Veneto (eventi inseriti nel programma delle iniziative dedicate all’8 marzo) compaia anche Norma Cossetto, insieme alla partigiana Olga Bernardi, alla prima donna ministro della Repubblica italiana Tina Anselmi e ad altre importanti personalità femminili che hanno in comune l’essere nate nella città del Giorgione. Il quesito è stato posto nel corso della vivace discussione che ha animato il punto due dell’ordine del giorno del consiglio comunale di ieri sera. Infatti, quello che doveva essere un pronunciamento di routine sull’individuazione degli organismi indispensabili per l’anno in corso è diventata l’occasione per i consiglieri d’opposizione di chiedere lui alla giunta sulle vicende dalla Commissione Pari Opportunità.
«La commissione è stata convocata dopo 4 mesi dall’ultima riunione, il 29 febbraio quando l’assessore, la mattina dello stesso giorno, hanno presentato alla stampa le iniziative per l’8 marzo»: ha affermato la consigliere comunale Maria Gomierato sottolineando l’incongruenza di riunire l’organismo “a cose già fatte, con tanto di aperitivo conclusivo con la commissione” che non ne sapeva nulla. «Ho partecipato alla riunione precedente ed erano emerse idee e stabilite priorità per le iniziative ma la giunta ha deciso e deliberato senza condividere nulla con la Commissione che ha appreso le scelte dalla stampa – ha continuato Gomierato - Questo è un atteggiamento di poco rispetto quindi mi astengo altrimenti è meglio cancellare la commissione, per rendere onore alla realtà».
Assessore alle Pari Opportunità, Marica Galante, quindi, ha preso la parola ma: «Non per giustificarmi – ha detto, riferendosi al fatto che molte componenti della Commissione hanno disertato la convocazione facendo mancare il numero legale, per protesta -. Non è stato raggiunto il numero ma si è comunque parlato. La commissione dal mio punto di vista è nata per fare un lavoro di squadra e non per fare politica e non è né di destra né di sinistra. In conferenza stampa abbiamo solo elencato le iniziative che volevamo poi condividere con la Commissione in serata. Comunque, sento sempre anche al telefono o su WhatsApp le varie componenti della Commissione, per un confronto. Ad ogni modo l’aperitivo finale non è per fare una bicchierata ma è un momento d’incontro». Il consigliere comunale Alessandro Boldo ha quindi controbattuto, rivolgendosi all’assessore Galante: «Quando dice che favorisce un lavoro di squadra ma poi contatta individualmente le persone, frammenta la commissione indebolendola. Questo diventa a mio avviso un metodo di fare politica, ma non nel senso nobile della parola ma viceversa una forma di “acchiappa consenso”. Quanto alle “iniziative” le ricordo che non siamo qui per festeggiare ma per attivare politiche strutturali in contesti deficitari nell’organizzazione sociale del comune. Se questo fine lo surroghiamo con le feste siamo dei pagliacci. Dobbiamo costruire politiche sociali per una comunità migliore a Castelfranco».
A sganciare la boma più grossa ci ha pensato poi il consigliere Sebastiano Sartoretto, che rivolto all’assessore ha affermato: «Lei esordisce affermando che la commissione non fa politica ma è contraddetta dalla carte. Ho in mano la delibera di giunta del 22 febbraio su iniziative per 8.500 euro; quindi, tutto era già deciso da tempo: chiunque avrebbe fatto come chi ha scelto di non venire in Commissione – quindi prosegue -. Ma andiamo ne dettaglio e qui mi rivolgo all’assessore alla cultura… c’è una cosa interessante. “Sono giunte le seguenti proposte – afferma l’assessore in delibera -: passeggiate urbane dedicate a donne famose di Castelfranco, sabato 9 e 23 marzo”. Quindi vedo che sono citate un po’ di donne tra cui c’è Norma Cossetto ma non sapevo che fosse nata a Castelfranco. Con tutto il rispetto umano e civile per la tragedia di questa donna, questo è ridicolo non le fa onore e dovrebbe vergognarsi». Sartoretto incalza notando che le donne celebri della città sono di una certa parte politica e “forse per bilanciare si è inserito Cossetto?”. Quindi conclude, sempre rivolto all’assessore alla Cultura: «Questo è vergognoso e dovrebbe spiegarci cosa centra con Castelfranco? Lei non può permettersi di fare alto e basso senza dare spiegazioni, proponendo queste cose alla città».
Assessore alla Cultura, Roberta Garbuio ha quindi spiegato che: «Io intervengo perché come detto da Galante la programmazione è stata realizzata a più mani, e su Cossetto va detto che è un’iniziativa IAT in capo all’assessore al turismo, Gianfranco Giovine». Al che, vistosi interpellato Giovine afferma: «In questo caso non ho sbagliato, la cosa è a carico di IAT che ha formato le guide». La domanda inevitabilmente nasce spontanea e viene fatta da Sartoretto: «Ma chi ha inserito la Cossetto tra le donne di Castelfranco? Non vi è venuta in mente che non c’entra niente? Mi spiegherete perché l’avete inserita o non siete responsabili delle vostre azioni?». A questo punto il Presidente del Consiglio, Gianluca Didonè afferma: «Non vedo risposta…». La parola passa quindi ai consiglieri che intendono fare una dichiarazione di voto. Boldo e Claudio Beltramello in dissenso con il loro gruppo che si astiene, decidono di votare contro, usando parole forti di biasimo. Nazzareno Bolzon si astiene come pure il consigliere Vittorio Lago del gruppo Punto d’Incontro. Il sindaco, quindi, chiude la discussione criticando i toni delle minoranze. Il punto viene approvato ma i malumori e le tensioni in sala consiliare restano palpabili.
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