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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

"Non meno di 1.500 euro di affitto per un negozio", commercio vittoriese in crisi

Secchi (Ascom) spiega come i canoni alti scoraggino chi vuole aprire un'attività

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

VITTORIO VENETO – «Non è vero che nessuno vuole intraprendere un’attività in città. Il punto è che i canoni d’affitto sono anacronistici». Antonella Secchi, direttrice di Ascom Vittorio Veneto, racconta l’altra faccia della medaglia, quella di chi desidera aprire un negozio a Vittorio Veneto e si scontra con costi alle stelle. «Per 90 metri quadrati in centro cittadino non possono essere chiesti 1.800 euro al mese» afferma Secchi. Nelle ultime settimane ha ricevuto tre richieste di apertura di negozi con attività di commercio e servizio. E così ha fatto una piccola indagine tra gli spazi sfitti presenti in centro, lungo viale della Vittoria e vie laterali.

 

«Sotto i 1.500 euro di canone mensile non si scende. Cifre esorbitanti, canoni pre-crisi del 2008 che oggi non possono essere chiesti a chi, da zero, avvia un’attività – afferma la direttrice di Ascom -. Capiamo che anche i proprietari debbano pagare delle tasse sugli immobili, ma c’è da fare un ragionamento di buon senso, lo stesso che faccio io quando un mio associato intende affittare un ramo d’azienda: cerco di fargli capire come sta il mercato oggi, che non è più quello di dieci anni fa, e cosa si può chiedere, che è molto diverso, spesso, da ciò che si vorrebbe realizzare».

 

Per questo Secchi ha deciso di chiedere un incontro alle agenzie immobiliari del territorio, per portare alla loro attenzione le criticità del caro affitti. «Da alcuni proprietari ci siamo sentiti dire che anziché abbassare il canone, preferiscono lasciare lo spazio sfitto – conclude Secchi -. E queste risposte demotivano molto chi vuole intraprendere. Abbiamo anche proposto dei contratti con canone graduale, salendo cioè con l’importo di anno in anno man mano che l’attività ingrana, così da mediare. Ma niente».

 


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Claudia Borsoi

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