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28 marzo 2024

Treviso

"Non lasciateci a casa: c'è un esame di maturità ad attenderci"

Gli studenti del quinto anno non vogliono la DaD. "Il problema non è a scuola ma nei trasporti"

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

TREVISO - Qualcuno, delle classi quinte del Liceo classico “Canova”, ha ammesso di non aver dormito un sonno tranquillo stanotte. L’idea di Zaia di tenere a casa proprio loro, all’ultimo anno, con l’esame di maturità da sostenere a giugno, li ha spiazzati. “Una trovata scriteriata” la definisce Cristina. E Paolo aggiunge: “Non l’avessimo provata, la didattica a distanza, sarebbe un conto; ma le difficoltà di imparare con questa modalità, specie per le materie di indirizzo, che poi sono quelle della seconda prova, sono davvero enormi”. Filippo e Tommaso concordano: “Possibile che non si possa individuare una soluzione che sappia meno di scorciatoia? Ad esempio, i turni su tre fasce orarie: mattina, pomeriggio e sera”. Gli autobus non solo non sarebbero presi d’assalto ma “si potrebbe agevolmente rispettare il distanziamento durante il viaggio”.

Perché è risaputo che si vorrebbe impedire la frequenza della scuola agli studenti dell’ultimo anno per provare a risolvere il problema dell’affollamento nel trasporto pubblico e della propagazione conseguente del contagio. E la domande sorge spontanea: “Ma le società di trasporto pensano a fare soldi, riempiendo i bus? O piuttosto a evitare il diffondersi del contagio?’” – rompe gli indugi Margherita, che testimonia: “54 posti a sedere e 10 in piedi che però ogni giorno diventano 20, come minimo”. E aggiunge Giovanni: “Dei finestrini che non ci sono e che se invece esistono li tengono sigillati? Ne vogliamo parlare?”

Carlo Garzara è il responsabile provinciale di Treviso della Rete degli studenti medi: “Alla riapertura della scuola ci hanno fatto ritrovare in una situazione in cui dobbiamo scegliere tra diritto allo studio o alla nostra salute e questo è inaccettabile: nessuno dovrebbe far una scelta del genere, scelta che si sarebbe potuta evitare con un piano di riapertura sicuro e ben strutturato, a partire dai mezzi di trasporto pubblici, che non coinvolgono solo gli studenti ma anche i lavoratori pendolari”. Per gli studenti della Rete “le scuole non devono essere abbandonate dalla regione in un momento così delicato e che non sostiene l'istruzione; ora ci si prospetta un ritorno a una DaD mal organizzata con la quale dovremmo prepararci a un esame di stato che, vista la situazione, sarà difficile da seguire a distanza”.

 


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Roberto Grigoletto

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