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18 aprile 2024

Treviso

"Non è proto-leghismo, ma richiesta di rispetto"

Intervista a Piazza, il sindaco di Silea che ha indetto il lutto cittadino

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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SILEA - E' sceso in piazza, e ha portato con sè un bel po' di gente. Il lutto cittadino organizzato per oggi dal sindaco di Silea Silvano Piazza è andato alla grande. Primi cittadini, imprenditori, associazioni di categoria, cittadini erano uniti, presenti, con idee, parole, cartelloni e rabbia. Un appoggio esterno è arrivato anche da Laura Puppato e da Luca Zaia che, non presenti fisicamente, hanno dichiarato il loro sostegno. L'esito della manifestazione, insomma, è stato "oltre modo positivo". Parola di Piazza.


Hai promosso una manifestazione originale nel suo genere e, per sdrammatizzare, partiamo con una battuta, giocando anche sul tuo cognome. Mettiamola così: il sindaco Piazza ha invitato tutti ad andare in piazza! Quando e come è nata l'idea?

L’idea di riunire tutti i sindaci della Provincia di Treviso era stata prospettata già da tempo, l’idea del nome l’ha avuta il mio assessore Rossella Cendron, che ha giocato un po’ sul mio cognome. Il risultato di questa manifestazione, organizzata un po’ alla garibaldina, senza uno staff vero e proprio, è stato oltre modo positivo; una trentina di sindaci hanno dato la loro adesione e più di venti erano presenti oggi a mezzogiorno nella piazza centrale del paese.

 

Spiegaci meglio il messaggio dell'invito ossia iniziativa straordinaria di protesta per le condizioni in cui versano le imprese, il mercato del lavoro, le casse comunali...

Inutile negarlo: le imprese, il lavoro in genere oggi sono in estrema difficoltà. Lo Stato pensa a innalzare le tasse e se non lo fa direttamente costringe i municipi ad alzare le aliquote dell’Imu o dell’addizionale Irpef per mantenere i servizi ai cittadini. E tutto perché? Perché tutte le tasse vanno a Roma, alla stato centrale e agli enti orami in stato prefallimentare. Nemmeno un centesimo rimane nei territori comunali e questo non è giusto; lo stato centrale tratta i cittadini in maniera diseguale, con ingiustizia, non applica principi di efficienza ma pretende che solo una parte del Paese applichi certi principi. Non sono queste dichiarazioni di protoleghismo come qualcuno crede, ma rivendico per il mio Comune e la mia terra l’applicazione dei principi di uguaglianza, serietà gestionale, reciprocità ed efficienza, chiedo rispetto.

 

Quale riscontro hai avuto dai tuoi colleghi sindaci trevigiani e veneti?

L’adesione è stata al di sopra delle più rosee aspettative, vista la scarsa organizzazione e i tempi ristretti. Tanti sindaci radunati a Silea in così poco tempo…

 

E dagli imprenditori e sindacalisti?

Hanno aderito molte associazioni di categoria, ma mi aspetto molto di più da loro. Serve un po’ di coraggio. Auspico una maxi manifestazione con tutti i sindaci, imprenditori, artigiani, lavoratori, sindacati; alcuni criticano la tipologia della manifestazione e forse una parte di ragione ce l’hanno pure; ma noi non possiamo fermarci, non possiamo essere inermi ed attendere oltre; dobbiamo unire le rappresentanze del territorio per far vedere a tutti che siamo uniti e uniti lottiamo per dei principi comuni.

 

Come si è svolta la manifestazione?

Ci siamo riuniti in piazza alle 11.30 e a mezzogiorno abbiamo preso a ruota il microfono, a ruota libera per mezz’ora; nulla di più.... la sensazione però è stata positiva, una bella immagine di coesione al di là delle barriere politiche.

 

L'ultima domanda a te come rappresentante delle istituzioni. Il patto di stabilità agli occhi della gente comune sembra un'assurdità, quando sentono che un comune ha i soldi, ma non li può spendere... quando, come e perché è nato questo impegno europeo? Come lo spiegheresti da sindaco alla tua gente e ai tuoi giovani, senza rincorrere forme di populismo?

Difficile non ricorrere in dichiarazioni che rasentano il populismo, certo è che qualcuno ha speso di più di quanto aveva e il governo centrale con alcune regioni non sono stati in grado di sostenere la spesa pubblica, così si è creato un debito pubblico enorme. Ora i nostri soldi sono una garanzia per i debiti degli altri e creati da altri. Per tale ragione non possiamo fare investimenti o garantire servizi alla cittadinanza. Questa è la verità, se poi qualcuno lo chiama populismo, io non so cosa dire.

 



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Pietro Panzarino - Vicedirettore

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