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05 novembre 2024

Treviso

Dopo una lunga gavetta, gli chef Rocco Santon e Nicola Cavallin sono pronti alla nuova sfida

Noir, il ristorante che vuole cambiare la nostra idea di cena

| Leonardo Beraldo |

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Rocco e Nicola, chef del Noir

PONZANO VENETO – La porta nera d’ingresso non lascia intravedere molto del ristorante all’interno, come se ci fosse un buon segreto da custodire. A fare gli onori di casa è Rocco Santon, cittadino trentunenne di Ponzano Veneto, che ci accompagna nel racconto fin dagli inizi, da quando è nato il suo sogno di diventare uno chef.

“Mia nonna” dice. “Guardavo mia nonna cucinare ed è lì, da bambino, che ho capito quale sarebbe stata la mia strada”. Crescendo si è aggiunto un piccolo tassello che l’ha convinto ancor di più: “Tra parenti si diceva che uno chef viaggia molto, e la cosa mi interessava. Lo stimolo del viaggio mi ha sempre spinto verso una determinata attività”. Infatti Rocco parte prima per New York e poi per la Bretagna, dove si appassiona e si forma nella cucina francese.

“Tornato in Italia, ho lavorato a Venezia, prima a Palazzina Grassi e poi in Horteria”. Qui ritrova una vecchia conoscenza, Nicola Cavallin, suo collega ai fornelli, con cui nasce un sodalizio duraturo. “Nel 2018 abbiamo partecipato –il nome era il mio, ma Nicola mi ha accompagnato e mi ha sostenuto sia nella teoria che nella pratica- alla Selezione Nord dell’Emergente Chef, concorso dedicato agli under 30. E abbiamo vinto”.

Visti i risultati i due chef decidono di unirsi per dare vita a qualcosa di loro. “Non è stato facile, all’inizio volevamo provare a Treviso, in centro, ma le questioni tecniche e burocratiche o rallentavano o proprio impedivano di mettere in atto quello che avevamo in mente”. Hanno trovato quindi a Ponzano Veneto la location ideale, nella quale costruire il loro concetto nuovo e unico, almeno in territorio trevigiano, di ristorazione. “Lo abbiamo chiamato Noir, dove le iniziali del mio nome e di Nicola si mischiano”.

“Io mi occupo di primi e di dolci” spiega Rocco, “Nicola principalmente dei secondi. Non ci sarà più la carta, ma la nostra proposta sarà divisa in due menù, uno light e uno più strong, per intenderci. Assicurandoci prima delle preferenze e di possibili allergie agli ingredienti, andremo ad offrire al cliente dei piatti che coniugano vari sapori: nel caso del menù light saremo più accomodanti, sarà un’offerta meno azzardata, mentre nel menù strong daremo libero sfogo alle nostre conoscenze e alle nostre idee, in modo tale da trasformare la figura del cuoco, fine artigiano, in quella di un artista che apporta la sua impronta, che fa conoscere e arricchisce con qualcosa di nuovo”. Il buon segreto custodito dalla porta nera d’ingresso sembra allora esistere davvero, e sembra possa essere scovato solo assaggiando uno dei piatti di Rocco e Nicola.
 

 


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