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28 marzo 2024

Conegliano

"Noi bloccati in Brasile, fateci tornare in Italia"

La comunità italiana di San Paolo ha lanciato una petizione: ci sono anche due coniugi originari del coneglianese

| Roberto Silvestrin |

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| Roberto Silvestrin |

CONEGLIANESE / BRASILE - Italiani bloccati in Brasile a causa della pandemia e delle limitazioni che impediscono il rientro in Italia. La comunità italiana di San Paolo ha lanciato una petizione per chiedere “che venga esteso il diritto di entrare in Italia anche ai cittadini Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) che intendano raggiungere la propria abitazione oppure il domicilio, l’abitazione o la residenza anagrafica dei parenti di primo e secondo grado”.

 

Tra i cittadini bloccati a San Paolo ci sono anche due coniugi originari del coneglianese. Vivono in Brasile da due anni, per motivi lavorativi: ora dovrebbero tornare a casa, ma non possono. Anche l’ultima ordinanza del Ministero della Salute, infatti, continua a vietare “l’ingresso e il transito nel territorio nazionale alle persone che nei quattordici giorni antecedenti hanno soggiornato o transitato in Brasile”.

 

Ai cittadini iscritti all’Aire l’ingresso in Italia è vietato ormai dal luglio del 2020. Ci sono state delle brevissime aperture ed esistono delle eccezioni, ma tanti italiani non sono riusciti a tornare.

 

“Questa situazione di lontananza dalla patria protratta tanto a lungo si fa psicologicamente più difficile da sostenere giorno dopo giorno, a causa della separazione da genitori non più giovani, parenti malati o figli appena maggiorenni rimasti in Italia, e a volte a causa di gravi lutti che hanno colpito la comunità italiana in Brasile”, scrivono ancora gli italiani nel testo della petizione.

 

“Alcuni degli italiani Aire risiedono in Brasile per lavoro proprio, altri per quello del coniuge; alcuni si sono trasferiti temporaneamente, altri in maniera definitiva; alcuni da pochi anni, altri da molti; alcuni hanno figli nati in Italia, altri hanno figli nati in Brasile – concludono -. Una cosa li accumuna: da ormai quasi un anno non vedono e non possono abbracciare i loro cari - genitori, fratelli, sorelle, figli maggiorenni, nonni e nonne - residenti in Italia. Non per scelta, ma per legge”.

 


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Roberto Silvestrin

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