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24 aprile 2024

Vittorio Veneto

LA PASTICCERIA CHE E' "ENTRATA IN VIGORE" CON LA COSTITUZIONE

Il “San Tiziano” compie 60 anni. Ha portato a Vittorio i primi krapfen, che la gente chiamava “polentine”…

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

 

Vittorio Veneto - In laboratorio c’è Tiziano Dal Cin. Dietro il banco, Roberta e Antonio (cioè la moglie e il fratello di Tiziano). Sono loro che “mandano avanti” un’attività che, a Vittorio Veneto, vanta tanti anni quanti l’entrata in vigore della nostra Costituzione (60).


Fu Giovanni Battista Dal Cin con la moglie Elsa Zambenedetti ad avviare la prima pasticceria vittoriese. “Mio padre Giovanni Battista – spiega Tiziano – sessant’anni fa lavorava nella pasticceria della famiglia Alpago, a Conegliano. Quando ha deciso di mettersi in proprio, per onestà, pudore, per un “galateo” che oggi risulta quasi inconcepibile, ha pensato di cambiare città. Non se la sentiva di fare concorrenza all’azienda dove aveva imparato il mestiere. E così è venuto a Vittorio Veneto a far nascere la “sua” pasticceria.”


Nel mese di settembre del 1948, i Vittoriesi hanno visto e assaggiato i primi krapfen. “I clienti – puntualizza la gentilissima signora Roberta – di fronte alle paste di origine austriaca chiedevano curiosi a mio suocero che sapore potessero avere “quelle polentine”…”
“Polentine” che dovevano avere un gusto eccellente visto che le paste sfornate al San Tiziano, oltre a essere degustate dai vittoriesi venivano “esportate” nell’Ampezzo e su su fino a Sappada. Giovanni Battista Dal Cin, un paio di volte alla settimana, caricava la “Giardinetta” e faceva le consegne di torte e paste sino a Cortina. “Questo – aggiunge Tiziano Dal Cin – avveniva più o meno tra il 1948 e il 1967. Poi anche in montagna hanno iniziato ad essere aperte le prime pasticcerie.


Tiziano Dal Cin, nel preparare torte e paste, segue ancora le ricette tradizionali del papà. “In questi anni – dice – è cambiata costantemente l’estetica dei diversi dolci, ma il sapore è rimasto lo stesso. Forse è questo il segreto del successo della nostra produzione.”

Quante ora lavora un pasticcere?
“Personalmente – risponde Dal Cin – lavoro 14-15 ore al giorno. Mi sveglio alle cinque di mattina, per preparare croissant, torte, creme, o la pasta sfoglia per cui siamo apprezzati.”


Rifarebbe questo mestiere, se tornasse indietro?
“Sì. E’ la professione che ho scelto. Faccio questo lavoro da 34 anni, ma si può dire che mi sento ancora un neofita. Mio padre Giovanni Battista ha fatto il pasticcere per 67 anni!”


In questo momento (sono le 5 del pomeriggio quando carpiamo al pasticcere un’intervista e… un ottimo marron glacèe) che cosa sta facendo?
“Sto preparando l’impasto per le brioches.”


Quanto tempo ci vuole per far nascere una brioche?
Otto ore, con il metodo tradizionale che seguo ancora. Con altri sistemi, basterebbero solo un paio d’ore…

Emanuela Da Ros

In foto da sinistra: Tiziano, Roberta e Antonio Dal Cin

 


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Emanuela Da Ros

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