Crisi e lento ricambio generazionale: cala il numero degli imprenditori under30
In 3 anni -8%, operano principalmente nel commercio all'ingrosso e ristorazione
| Isabella Loschi |
Dania Sartorato, presidente del gruppo giovani ConfCommercio, con Alessia Bernardi ricercatrice di EBiComLab, Giovanni Allegranzi e Mirko Bisetto, giovani imprenditori associati
TREVISO – Crisi, cambio generazionale complesso e politiche nulle per incentivare l’apertura di nuove attività imprenditoriali, mettono a dura prova anche i giovani.
La Marca si colloca al quarto posto tra le provincie del Veneto con 3.498 giovani imprenditori di età compresa tra i 18 ed i 29 anni, di cui 1426 femmine e 2.072 maschi, ed attesta un tasso di 4 giovani imprenditori ogni 1000 abitanti, per l’84% italiani, concentrati maggiormente nei grandi centri urbani ed in alcuni comuni limitrofi. Anche sui giovani del terziario la scure della crisi si è abbattuta pesantemente: tra il 2010 e il 2013 il numero di imprenditori tra i 18 e i 29 anni è diminuito del 7,9%, con un maggiore calo tra i maschi (8,4%) rispetto alle femmine (7,3%).
Tra i principali fattori, oltre alla crisi, un problema che si estende in tutti i settori è quello del complesso cambio generazionale. L'indice di ricambio generazionale, ovvero la possibilità che il subentro in azienda si verifichi senza problemi, è pari allo 0,7 (e per i servizi è allo 0,5), mentre il punto di equilibrio equivarrebbe a 1. Molti, soprattutto i maschi, faticano ad inserirsi in un mercato ancora detenuto dalle generazioni precedenti, che ancora stenta a riconoscere valori come quello del merito e del talento. Se emergono, fanno “storia”.
“C’è urgente bisogno di una politica incentivante. – sostiene Dania Sartorato presidente gruppo giovani Confcommercio Treviso - . L’economia oggi è molto incentrata sui “padri” per cui l’indice di ricambio generazionale è ancora difficoltoso. Dai dati emerge - continua - la necessità di politiche giovanili incentivanti nei confronti dei giovani imprenditori. Ad eccezzion fatta della legge del marzo 2012, dell’allora governo tecnico Monti, che facilitava l’apertura di Srl per giovani under 25 con spese contenute, non si è più visto nulla fino a pochi giorni fa con Job Act del nuovo governo Renzi”.
I settori principali in cui operano sono: commercio all’ingrosso (18%), attività di ristorazione (17%), commercio al dettaglio (16%), attività immobiliari (9%). Interessante che solo le donne siano impegnate per il 17% nei servizi per la persona, da suddividere in servizi di tipo socio assistenziale e servizi per il tempo libero (attività d’impresa per l’infanzia e centri fitness).
Nel commercio i giovani imprenditori attivi sono 1.285, mentre il turismo conta 688 imprenditori attivi, di cui 327 femmine. Per il settore dei servizi, che è quello più vario e composito, con un tasso di femminilizzazione pari al 44%, i giovani che danno vita a nuove attività sono 1.525 si cui 850 maschi e 675 femmine.