Fiamme in storico hotel di Abano Terme, 40 intossicati
Oltre 270 salvati dai pompieri, fiamme partite da vano tecnico . Testimoni: "La gente si calava con le lenzuola"
| Ansa |
ABANO TERME - Fiamme, fumo e tanta paura in un grande albergo di Abano Terme, l'Alexander, dove un incendio, poco dopo mezzanotte, ha svegliato di soprassalto gli oltre 270 ospiti, molti dei quali hanno raccontato di aver visto la morte in faccia. E' stato il veloce e massiccio intervento dei vigili del fuoco - con una trentina tra camion e autobotti - e delle forze dell'ordine a permettere a tutti di salvarsi, anche se si contano 44 feriti, molti per intossicazione da fumo, solo 4 per traumi e fratture. Le fiamme, è stato accertato dai vigili del fuoco, sono partite dal vano di un quadro di distribuzione al secondo piano dell'hotel. Si ipotizza una causa di tipo elettrico, quindi, mentre viene esclusa ogni ipotesi di dolo.
L'Alexander poteva però trasformarsi in una trappola di fuoco, e il conteggio dei feriti, o peggio, sarebbe stato più grave. Le fiamme, pur circoscritte, hanno prodotto un fumo denso che in pochi istanti si è fatto strada da un piano all'altro, invadendo le stanze: è saltata la corrente elettrica, l'hotel è piombato nel buio, ed è stato il panico. Gente che chiedeva aiuto, chi si spostava sui terrazzi all'esterno per poter respirare, il buio totale che impediva ogni movimento. Al termine i pompieri hanno portato in salvo 273 turisti. Il caso ha voluto che l'hotel, un quattro stelle di 192 stanze, con una delle sale congressi più capienti della provincia, si trovi di fronte all'ospedale di Abano: così molte persone, assistite dai medici e dagli infermieri del nosocomio, hanno raggiunto anche a piedi il pronto soccorso, rendendo più veloce l'assistenza. Tra i momenti più critici, il salvataggio di una famiglia di tre persone (mamma, papà e un bambino), rimasta bloccata al sesto piano, portati a terra dai vigili con l'autoscala. Momenti di panico anche quelli vissuti da due amiche romane, Patrizia e Roberta: "La stanza - hanno raccontato - è stata presto invasa dal fumo, non vedevamo e non capivamo nulla e siamo andate sul terrazzino; lì ci siamo salvate grazie al cestello che i pompieri hanno calato con la gru".
"Abbiamo ancora l'odore del fumo appiccicoso addosso, è stato terrorizzante". Come loro, molti altri ospiti italiani dell'albergo, rimasti incolumi, sono ripartiti subito al mattino per fare rientro a casa. C'è stato anche chi, al primo piano, in preda alla paura, si è messo in salvo calandosi dalle finestre con le lenzuola. "Scene mai viste, sembrava di essere in un film" ha detto un altro testimone. Le operazioni di soccorso sono andate avanti fino alle 7.30 del mattino. Al termine, il sistema sanitario regionale ha fatto un conteggio di 44 feriti; 27 accolti al pronto soccorso di Abano, 9 all'ospedale di Padova, più un bimbo assistito in pediatria, per intossicazione, tre al nosocomio di Schiavonia. I traumi più seri, curati a Padova, sono stati quelli di un paziente con fratture vertebrali amieliche (non chirurgiche), ed un altro con fratture alla caviglia. Dopo che i vigili del fuoco sono rientrati nell'albergo - dichiarato inagibile - per recuperare i bagagli degli evacuati, i turisti rimasti incolumi sono stati redistribuiti in alcuni hotel nelle vicinanze dell'Alexander. Un centinaio, residenti in città del Veneto e della Lombardia, sono rientrati a casa. Tra gli ospiti salvati anche un gruppo di monaci induisti, della Self-Realization Fellowship di Los Angeles, che nell'hotel avevano tenuto lezioni di meditazione yoga. L'hotel Alexander Palace è uno dei più grandi e storici della cittadina termale. In passato, tra gli anni '70 e '80, era la sede dei congressi politici della Dc, mentre alla fine degli anni '90 è stato ristrutturato e si presenta con un esterno piuttosto moderno. (di Michele Galvan)
I SUPERSTITI
Hanno la paura ancora negli occhi e gli indumenti impregnati dall'odore del fumo, gli scampati all'incendio dell'hotel Alexander di Abano. Molti erano qui da venerdì per un incontro di meditazione yoga organizzato dalla 'Self-Realization Fellowship' di Los Angeles. Tutto si sarebbero aspettati, tranne che di dover fuggire nella notte, in pigiama e pantofole, per non morire intossicati.
Marcella, una delle ospiti, residente a Roma, è ancora scossa. Non vorrebbe parlare, poi racconta. Si trovava al secondo piano, da dove è partito tutto: "È stato così immediato - spiega - non respiravo, non sapevo dove andare. Ho cominciato a barcollare. Poi ho sentito i vigili del fuoco, dalle scale, e ho capito che prendevano gli ospiti per mano, bussando porta a porta. 'Tutti giù per le scale di sicurezza' urlavano. Noi in pigiama, al freddo, senza nulla... - prosegue la donna - Ho visto tre persone calarsi da una finestra, usavano le lenzuola.
Credo siano quelle che sono rimaste ferite". Per recuperare e portare al sicuro una donna con il suo bambino, in tenera età, i pompieri hanno dovuto sfondare una finestra dopo aver raggiunto uno degli ultimi piani con la scala telescopica. Di quei minuti infiniti di paura parlano altre due amiche, anche loro romane, Patrizia e Roberta: "Era tutto buio, non si respirava. Non c'erano vie di fuga e ci siamo rifugiate in terrazzino, al sesto piano, dove era la nostra stanza". "Gridavamo aiuto - aggiungono - nessuno ci sentiva nella confusione, poi è arrivata la gru con il cestello dei pompieri. Ci hanno prese e portate a terra. Adesso torniamo a casa". Giovanna, giunta ad Abano da Trapani, assieme a Lino, è ancora sgomenta. "Non so cosa sarà di noi adesso - dice con un filo di voce - Abbiamo avuto tanta paura, il buio, l'odore del fumo. Eravamo alloggiati all'ottavo piano; sono arrivati i pompieri e ci hanno preso con loro, facendoci scendere, frastornati, per i tantissimi gradini delle scale anti-incendio". Dal vicino policlinico di Abano, intanto, arrivano coperte, teli termici, acqua, e assistenza medica". Tra gli evacuati c'è anche Simone, veneziano, ipovedente: "non voglio parlare - dice toccando nervosamente il bastone bianco - sono troppo scosso. Bisogna ringraziare i vigili del fuoco, i sanitari, le forze dell'ordine. Non sono stati solo professionisti ma delle grandi e belle persone. C'è chi fa del bene e va ricordato". (di Alberto Boccanegra)
LEGGI ANCHE
"Abbiamo visto la gente che si calava con le lenzuola"
Iscriviti alla Newsletter di OggiTreviso. E' Gratis
Ogni mattina le notizie dalla tua città, dalla regione, dall'Italia e dal mondo