Israele sotto attacco: 130 razzi da Hezbollah e raid su una moschea a Gaza
Fonti locali riferiscono che il bilancio delle vittime è drammaticamente aumentato nelle ore successive al raid
TEL AVIV – Continua a crescere la tensione tra Israele e Hezbollah, con l'organizzazione terroristica che, ieri, ha lanciato circa 130 razzi dal Libano in direzione del territorio israeliano. Lo ha confermato l'esercito israeliano (Idf), che ha sottolineato come continuerà a operare per contrastare la minaccia del gruppo libanese in difesa della propria nazione e dei suoi cittadini.
In risposta all’escalation, nella notte l’Idf ha condotto un attacco aereo mirato nel centro della Striscia di Gaza, colpendo una struttura che in passato fungeva da moschea Shuhada al-Aqsa nell'area di Deir al-Balah. Secondo l’esercito, il sito era stato trasformato in un centro di comando e controllo utilizzato dai militanti di Hamas.
Fonti locali riferiscono che il bilancio delle vittime è drammaticamente aumentato nelle ore successive al raid. Inizialmente si era parlato di cinque morti e venti feriti, ma le cifre sono salite a 18 vittime, come confermato dall'ospedale dei Martiri di Al-Aqsa, situato proprio di fronte alla moschea colpita. Numerosi feriti sono in gravi condizioni.
L'escalation arriva in un momento già delicato della crisi israelo-palestinese, con nuovi scontri lungo i confini settentrionali e meridionali del Paese. Israele ha ribadito la sua determinazione a neutralizzare le minacce alla propria sicurezza, mentre le tensioni continuano a intensificarsi.
Intanto è atteso a Tel Aviv il comandante del Centcom - il comando militare centrale Usa -, gen. Michael Kurilla, che dovrà coordinarsi con l'Idf. Intanto l'esercito israeliano espande le operazioni di terra a Gaza, dove è stata colpita una moschea in cui secondo l'Idf si trovava un centro di comando di Hamas. Ed è giallo sulla sorte del capo dei Pasdaran. Secondo Channel 12, il generale Ismail Kaani potrebbe essere stato colpito dal bombardamento nel sud di Beirut il cui obiettivo erano anche il successore di Nasrallah, Safieddine, e il capo degli 007 Zima. E anche Yahya Sinwar "è vivo" ma non nutre grandi speranze sul suo futuro a un anno dalle stragi compiute dai suoi uomini in Israele.
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