Comparto casa, patente a crediti, CNA: «Una presa in giro senza precedenti»
A una settimana dall’obbligo, solo venerdì 20 settembre è uscito il decreto ministeriale mentre non è ancora attivo il portale per richiedere la patente a crediti
«Lo Stato si prende 4 mesi e mezzo per emanare un decreto attuativo e lascia alle imprese una settimana per richiedere la patente, senza oltretutto che sia attivo il portale online per poterlo fare! Nessuno, ad oggi, può adempiere a quanto richiesto! È una presa in giro senza precedenti per le molte imprese serie che operano nel settore!».
La CNA torna, per la terza volta, ad accedere i riflettori sulla situazione paradossale di cui migliaia di imprese del comparto casa sono vittime. Si tratta non solo degli edili ma di tutte le imprese e i lavoratori autonomi che, a vario titolo, lavorano nei cantieri temporanei e mobili, dagli idraulici agli elettricisti, passando per lattonieri, falegnami, serramentisti, pavimentisti, etc. C’è insomma il concreto rischio che tra, una settimana, questi lavoratori non possano più mettere piede nei loro cantieri perché, appunto, dal 1º ottobre scatta l’obbligo di munirsi di patente a crediti. Ma solo venerdì 20 settembre è uscito in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, il nº 132, che individua le modalità di presentazione della domanda per il suo conseguimento. Né è ancora attivo il portale per poter presentare effettivamente la documentazione (per altro oggi sul sito dell’Ispettorato nazionale del Lavoro non si riesce nemmeno per “timeout del gateway”).
«Abbiamo chiesto a gran voce il rinvio, ma questo Governo pare sordo alle ragioni del buon senso – conclude Panazzolo -. Lo ripetiamo: i tempi per consentire alle imprese di adeguarsi al nuovo meccanismo sono troppo stretti. Il differimento dei termini di avvio della patente a crediti è necessario così come lo è una tempistica coerente con la complessità del nuovo sistema.» Colpiscono negativamente, ancora una volta, i “modi” della burocrazia – lenta e contorta – ma anche quelli della politica che ha perso l’occasione di effettuare verso i cittadini-contribuenti un’adeguata e tempestiva comunicazione circa i tempi e le modalità di entrata in vigore di un nuovo provvedimento così impattante per le imprese. CNA ritiene, per altro, che per ridurre gli infortuni sul lavoro sarebbe sufficiente far rispettare le normative esistenti, evitando di aggiungere ulteriore burocrazia, e propone alcune azioni prioritarie per affrontare la sicurezza nei cantieri: il rigoroso rispetto delle normative, il potenziamento dei controlli mirati, il contrasto alla pratica del massimo ribasso, una formazione adeguata per tutti gli operatori e la qualificazione delle imprese attraverso l’abilitazione all’accesso alla professione, oggi ancora inesistente per gli edili.
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