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03 ottobre 2024

Vittorio Veneto

Ho fatto il giro del mondo a piedi

Vi presentiamo il Siberian Walker, il camminatore solitario, che ha attraversato Europa, mezza Russia, Australia e un po’ d’America passo dopo passo. Dormendo (anche) sull’erba di una rotatoria. Tipo a Oderzo…

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

Pier Luigi Delvigo

Quando dice “Faccio una passeggiata”, fa il giro dell’Umbria. A piedi. Con le sneakers indossate senza calze (del dettaglio ho la prova fotografica). Il giorno in cui è venuto in redazione a OggiTreviso non ho potuto fare a meno di infilarmi sotto il tavolo per flashare col cellulare i suoi piedi. E lui ha lasciato che compissi la sciocca impresa, senza nemmeno sospirare qualcosa tipo “Guarda la curiosità di ‘sta tizia dove si va a cacciare”. A proposito, lui - nelle prime quattro righe manca il soggetto (e mi sa che l’ho fatto apposta) - si chiama Pier Luigi Delvigo, ma è conosciuto nel mondo (esatto: nel mondo) col soprannome di Siberian Walker, il camminatore siberiano. Una decina di anni fa ha infatti attraversato a piedi mezza Russia. Partendo da San Pietroburgo ha percorso passo dopo passo 600 chilometri fino ad arrivare a Mosca. Una volta nella capitale ha realizzato che il suo visto sarebbe stato valido ancora per tre mesi e ha proseguito il cammino verso nord arrivando a Ekaterinburg, all’inizio della Siberia.

 

Da Ekaterinburg ha poi camminato fino a Babushkin (3825 chilometri), da Babushkin a Gianna (1.569 chilometri), da Gianna a Vladivostok (2.182 chilometri), e oltre… La camminata in Russia è stata solo uno dei suoi itinerari da Forrest Gump nostrano. “Tutto - racconta Delvigo - è iniziato dodici fa, quando sono andato in pensione. Avevo 64 anni - oggi ne ha 76 - e avevo girato buona parte d’Italia in auto come agente di commercio, ma avevo anche praticato diversi sport tra cui il mezzofondo. Ero dunque abbastanza allenato e avevo un sacco di tempo libero.” Come utilizzarlo? Pier Luigi ha pensato di camminarci sopra. Con uno zaino in spalla ha fatto il Cammino di Santiago di Compostela: 680 chilometri a piedi in 21 giorni. L’esperienza gli ha aperto un mondo: il nostro. Tornato a casa, nella sua Borghetto di Vara (un comune della provincia della Spezia, in Liguria), ha deciso che avrebbe camminato. Ha iniziato dalla Russia, un megapaese di cui conosceva la lingua per aver avuto rapporti professionali con tanti russi. Faccio una prova coi Paesi Baltici, si è detto, ed è partito. “Nonostante fossi stato sconsigliato ad andare verso est, tutto è andato bene: il popolo russo, tra quelli incontrati, è stato il più accogliente e disponibile.

Gli unici esseri viventi che mi hanno rotto le scatole in Siberia sono state le zanzare: terribili!” A parte le sneakers senza calzini, le curiosità su Pier Luigi Delvigo si accumulano quanto i chilometri macinati. La prima: durante le sue camminate non accetta passaggi. Il percorso che decide di compiere lo fa rigorosamente a piedi. Da solo. S’incammina alle prime luci dell’alba e quando imbrunisce pianta la tenda, o si distende sotto una siepe, nel suo sacco a pelo. Per poi ripartire, appena rischiara. Nel 2019 ha fatto a piedi lo stesso itinerario del giro d’Italia, compresa Elba, Sicilia e Sardegna: 6511 chilometri in 146 giorni e 15 ore. Quando ha transitato per Oderzo e ha visto che il sole stava per tramontare, ha deciso di dormire sull’erba di una rotatoria. Qualche volta, in effetti, è stato scambiato per un senzatetto. Gli è successo anche qui vicino, a Ormelle, dove un ragazzo vedendolo chino sotto il peso dello zaino gli ha chiesto se volesse un caffé, se avesse bisogno di soldi…A volte è stata qualche volante a bloccarlo.

 

“In Italia - riferisce Delvigo - i carabinieri mi hanno fermato 14 volte. In Russia solo una volta mi hanno offerto di passare la notte in un albergo. Ho ringraziato e declinato l’invito. La polizia che ha stoppato letteralmente la mia camminata è stata quella statunitense: stavo percorrendo la Route 66 sulla larghissima pista ciclabile quando una pattuglia mi ha bloccato e impedito di andare avanti a piedi. Non c’è stato verso di far valere le mie ragioni e così ho lasciato l’America e per la prima volta non ho raggiunto la meta stabilita.” Per spiegare il passaggio Russia-America, bisogna chiarire che Delvigo ha camminato in quattro continenti per oltre 41.451 chilometri, con una media di 1200 chilometri al mese. Le sue scarpe - sfondandosi dopo 500 chilometri (“Ho dovuto imparare a fare il calzolaio!”, ammette) hanno calcato Europa (fino a Caponord), l’Asia, l’America e l’Australia.

Qui dopo aver camminato per 200 chilometri si è trovato solo in mezzo al deserto. Assetato. Un’auto si è fermata e il conducente gli ha offerto una bottiglia d’acqua ghiacciata. Per romperla con un coltello, Delvigo si è ferito a una mano e procurato un’infezione che ha potuto curare solo settimane dopo, al ritorno in Italia. Un’altra curiosità? I viaggi - o meglio le camminate, come le chiama - di Delvigo sono avvolti dal mistero fino…al suo ritorno a casa. Quando si appresta a partire, con la bella stagione, sua moglie Carmen che lo aspetta a casa visto che Delvigo viaggia solo, può solo cercare di intuire quale sarà la prossima tappa del marito camminatore. Pier Luigi non rivela a nessuno dove andrà. E non lascia indizi di sorta. Nemmeno tecnologici. In viaggio porta uno smartphone, ma lo accende raramente: “Spesso - dice - mi trovo in luoghi dove il telefono non prende o non c’è la possibilità di una ricarica. Così cerco di far durare la batteria il più possibile tenendo il telefono - che del resto sarebbe una distrazione più che un aiuto - spento. A mia moglie faccio tre squilli per farle sapere che sono vivo”.

 

Dopo 12 anni di passi, Delvigo ha sostituito lo zaino con un carrello dove impila tutto ciò che gli serve: cibo, qualche cambio di vestiario e una tenda. Per le giornate di pioggia ha una sorta di gonna impermeabile, perché nemmeno il brutto tempo ferma il suo andare. La prossima tappa? Quando lo incontriamo in redazione, insieme all’amico Alfeo Zanette che lo ha ospitato per qualche giorno intercettandolo mentre passava per Valdobbiadene e il Fadalto, Delvigo ha già in mente la futura camminata ma la tiene segreta. Ci racconta invece dell’ultimo giro che ha fatto: il cammino dell’Olocausto, che lo ha portato a toccare tutti i lager nazisti. Se alla fine di ogni percorso il Siberian Walker annota il numero di chilometri, i giorni e le ore passate a camminare, appunta anche qualche aneddoto. Relativo non tanto ai luoghi, quanto alle persone incontrate. I 129 racconti di Delvigo sono stati inseriti nel volume Vagamondo, che verrà presentato grazie alla ProLoco di Sarmede in un evento destinato a promuovere l’esercizio fisico. In queste storie i veneti appaiono tra luci e ombre: c’è il “buzzurrone veronese” che lo fa sloggiare da sotto un vigneto, il “pidocchio di Valdobbiadene” che gli nega una bustina di zucchero, ma anche la generosità di una signora di Ormelle che lo accoglie in casa per rifocillarlo. Che tutto il mondo sia paese è smentito dall’esperienza di Pier Luigi. I più “freddi” del globo? Gli abitanti dei paesi scandinavi: sono civilizzati e ordinatissimi - dice Delvigo - ma l’ospitalità non sta a casa loro.

 

 


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Emanuela Da Ros

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