Quel “pasticciaccio brutto” dell’8 marzo a Castelfranco Veneto: la storia continua...
I figli della partigiana Olga Bernardi rivelano i retroscena della vicenda “Norma Cossetto”, inserita per errore tra le donna castellane
CASTELFRANCO – Citando lo scrittore Carlo Levi “le parole sono pietre” e verrebbe voglia di aggiungere “non certo aria fritta”. Tutto questo per introdurre una vicenda che sta assumendo contorni sempre più surreali anche perché i protagonisti sono illustri rappresentanti istituzionali che evidentemente di recente si sono avventurati in una narrazione che sembra sempre più lacunosa. Si tratta della rassegna “Noi, Donne, l’essere speciale” organizzata dalla Città di Castelfranco Veneto, per celebrare l’8 marzo, nella quale in una passeggiata urbana dedicata alle donne importanti, cui la città ha dato i natali, è comparso inspiegabilmente il nome di “Norma Cossetto”.
Il nostro giornale riportando nel dettaglio quando emerso nel consiglio comunale del 6 marzo scorso, durante il quale l’errore (Cossetto è nata in Croazia) è stato ampiamente discusso, così come altre incongruenze legate alla rassegna promossa dall’Amministrazione comunale. A mettere quella che sembrava essere la parola “fine” a tutto erano stati Gianfranco Giovine Assessore al Turismo e Roberta Garbuio, assessore alla Cultura che riferendosi alla comparsa del nome di Cossetto avevano spiegato (due giorni dopo i consiglio comunale, con un comunicato) che si è trattato di un refuso.
Ora però emerge che l’errore erano noto in Municipio fin dal 2 marzo, giorno in cui Carla e Derio Turcato, figli della partigiana Olga Bernardi, hanno inviato una Pec in Comune indirizzata al Sindaco di Castelfranco Veneto, alla Commissione Pari Opportunità e agli Assessorati allo Sport, Cultura, Biblioteca, Teatro e musica, Pari Opportunità e Turismo. Ecco il testo integrale:
«Veniamo a conoscenza di una manifestazione organizzata dagli assessorati: Sport, Cultura, Biblioteca, Teatro e musica, Pari Opportunità, Turismo, dal titolo “Noi, donne l’essere speciale”. Tra le righe della presentazione, spunta il nome di nostra madre: Olga Bernardi, fra tante altre, di cui si dovrà parlare durante una passeggiata nel centro storico. Ci fa specie che simile trattazione: venga messa in scena senza esserne stati fatti partecipi, senza conoscere chi dovrà parlarne e quali i testi narrati, ma soprattutto se noi siamo d’accordo. Sicuramente nostra madre a queste condizioni non avrebbe mai dato alcun consenso. Rileviamo inoltre che tra le donne rievocate è inserita Norma Cossetto, che con Castelfranco nulla ha da spartire, se non forse, inserita e accostata come pretesto al nome di nostra madre e di Tina Anselmi, in chiave polemica a favore del vento di destra. A lei ovviamente va tutta la nostra comprensione e comunanza, ma l’evento che l’ha colpita merita ben più approfondite analisi. Notiamo poi, che nella rievocazione mancano nomi più importanti della Cossetto per la storia della nostra città, donne che hanno dato lustro, come Erminia Fuà Fusinato. Ma la cosa non ci stupisce, considerata la mancanza di conoscenza storica ricorrente, vedi la data sbagliata sulla lapide del generale Lizè e l’intitolazione della via all’alpino pompiere. Per tutto ciò, quindi, invitiamo l’organizzazione ad escludere dal programma allestito ogni riferimento a Olga Bernardi».
Quindi il “presunto refuso” erano già noto ai nostri protagonisti 4 giorni prima del Consiglio comunale! Perché allora non ammettere subito in quella sede che si sarebbe trattato di un errore materiale? Per quale ragione, tutti hanno taciuto, salvo poi spiegare due giorni dopo cosa poteva essere successo? Ma la cosa non finisce qui. Non avendo ricevuto alcuna risposta Derio Turcato, il figlio di Olga Bernardi, invia nuovamente una Pec il giorno 8 marzo in Municipio (al medesimo indirizzario), con considerazioni che aprono nuovi interrogativi. Ecco cosa scrive:
«Leggo che nella manifestazione “VOCI E ARTE DI DONNE CASTELLANE - Visita guidata alla scoperta delle donne di Castelfranco Veneto”, inserita nell’evento “Noi, DONNE, l’Essere speciale” è stata tolta Norma Cossetto e al suo posto si sia inserita: Erminia Fuà Fusinato. Mi fa specie che la poetessa, avendo abitato a Castelfranco per ben 20 anni, sia stata dimenticata nella prima stesura del programma e subitamente inserita, dopo le polemiche intercorse sulla manifestazione, avendone tratto spunto dalla mia PEC del 02 marzo al Comune di Castelfranco, in cui invitavo gli organizzatori di tener fuori dal programma mia madre: Olga Bernardi, denunciando contestualmente il fatto che la poetessa era stata dimenticata. Motivo dell’esclusione della Cossetto: un refuso, come si legge oggi negli articoli di stampa e motivato dagli assessori incappati nella polemica. Che il refuso si sia manifestato in fase di stampa, mi pare singolare, Viene spontaneo a questo punto chiedersi se qualcuno degli assessori ha letto le bozze di stampa e ne ha verificato gli inserti, dove il nome della donna è palesemente citato. Credo che la messa in scena sia stata fatta con scienza e coscienza, confidando che il paravento fornito dalle due donne partigiane, Bernardi e Anselmi avrebbe fatto pari e pata con la Cossetto. Mi premetto poi di osservare, che l’unica lapide che richiama la presenza di Erminia Fuà Fusinato in città, è lasciata nell’ oblio più completo con la scritta ormai quasi illeggibile. Non sarebbe stato il caso, prima di celebrarne la figura, dopo il nostro suggerimento afferrato al volo, di aver provveduto a farne risplendere il marmo? Evidentemente, questa donna era stata esclusa dall’evento perchè completamente sconosciuta agli organizzatori, così con l’indicazione giunta a proposito, si spera di rattoppare lo scivolone storico. La cosa non deve stupire, è la poca conoscenza della storia cittadina che si perpetua ormai da tempo da parte degli Assessorati deputati, che sfocia in queste incresciose situazioni».
Che qualcosa non abbia funzionato a dovere è palese (viene ammesso dagli stessi assessori che ammettono il “refuso”), viene quindi da chiedersi perché non si è lasciato il compito di proporre e organizzare gli eventi alla Commissione Pari Opportunità, esclusa viceversa a livello decisionale? Viste le importanti competenze vantate da tutte le appartenenti alla Commissione, certo si sarebbe potuto contare su una maggiore aderenza al tema, lasciando ai tre assessori (Gianfranco Giovine Assessore al Turismo, Roberta Garbuio, assessore alla Cultura e Marica Galante, vicesindaco e assessore alle Pari Opportunità) tempo ed energie preziosi, per assolvere agli impegnativi compiti dei loro assessorati.
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