Gino Cecchettin: "Ci sono tante Giulia nel mondo e in Italia"
Al giornale tedesco Bild: "Non ho odio, ma farò tutto perché Turetta paghi"
| Ansa |
BERLINO-VENEZIA - "Ci sono tante Giulia nel mondo e in Italia. Voglio fare qualcosa. Voglio parlare con tutte le persone in Italia, con gli uomini, sono loro il problema". Lo dice Gino Cecchettin a Bild, in un'intervista dedicata alla commozione in Italia per il caso. Su Filippo Turetta "non ho sentimenti di odio. Ma farò tutto perché riceva la giusta pena per quello che ha fatto", spiega Cecchettin, secondo quanto trascritto dal giornale tedesco. "Giulia era come un fiore per me, con un sentimento d'amore" dice anche il padre "in tedesco" al giornale.
"Quello che mi dà dolore e che le ha fatto male e che non l'ho potuta aiutare. Ho in testa la scena in cui l'ha aggredita e io non ci sono per proteggerla", continua Gino. Turetta "non è mai stato il tipico macho", ma aveva probabilmente un problema di narcisismo, era "un narciso, una persona che deve possedere: tu sei mia o di nessun altro", non puoi avere qualcun altro, spiega il padre della giovane assassinata. Quando Giulia è sparita è venuta da me una sua buona amica "e mi ha raccontato che nell'ultimo incontro con Filippo si era già accorta che le faceva paura. Era diventato aggressivo, ma solo con le parole", racconta Cecchettin. Il padre disse in passato a Giulia di mantenere una distanza e incontrare l'ex ragazzo con altre persone, ma lei gli rispose che Turetta minacciava di uccidersi e che voleva aiutarlo.
"Quando il mio migliore amico è venuto a dirmi che era stato trovato il corpo di Giulia, mi sono messo in un angolo e ho pianto come un matto. Poi ho detto: andiamo, voglio vederla. Ho guidato per 150 chilometri verso le montagne. Ero sulla scena del crimine, la polizia mi ha portato lì. L'ho vista. Non abbiamo parlato durante il viaggio di ritorno. A casa abbiamo pianto insieme", racconta ancora Cecchettin, secondo quanto trascrive Bild. Il giornale tedesco spiega anche come l'uomo abbia già perso la moglie alcuni anni fa: "all'epoca pensavo che fosse il momento peggiore della mia vita", dice ora Cecchettin, "ma l'anno scorso portavo 100 chili di dolore, ora ne porto 200". "Forse la rabbia che dovrei avere si trasforma in forza", dice poi il padre di Giulia, che Bild chiama "papà più amato d'Italia", a causa della sua lotta.
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