La "gardea" sul tetto
In poche ore – dopo vent’anni di attesa – i condizionatori del teatro Da Ponte sono stati “coperti” da una graticola-tacòn
VITTORIO VENETO - Alla ricca antologia paremiologica dei nostri proverbi propongo aggiungere questo, da noi modestamente aggiornato sulla traccia di quello riportato già nella “Guida di Vittorio” di Luigi Marson del MDCCCXXXIX: “Quel che no càpita in vinti àni, pol capitàr in te ‘n ora”. Mirabile a dirsi, ad appena un giorno di distanza dall’ articolo di Oggitreviso con tanto di foto-choc dell’ esecrabile scatolame degli impianti sul tetto del Da Ponte, gli increduli peripatetici dei sottoportici serravallesi, sferzati dalle gelide sciabolate della tramontana, hanno assistito al blitz di una imponente gru telescopica: in un’oretta ha modificato una situazione incancrenita da un ventennio. Nel nostro articolo si chiedeva con sommesso garbo se uno dei motivi che rendevano sconsiderata la vendita del Da Ponte al Comùn de Vitorio od a chiunque altro, derivasse da un eventuale abuso edilizio riguardante quei repellenti manufatti metallici. E’ deducibile, dalla prontezza dello spettacolare intervento di grùsoccorso, che quella perplessità fosse fondata. Di fronte agli inattesi accadimenti, però, al cittadino incline al pensiero cartesiano sgorgano spontanee altre domande. A domino: ma ad essere intollerato o addirittura abusivo è l’ammasso di scatoloni e condotte degli impianti, degno di un manifesto futurista contro la Serravalle passatista, o è solo che nonostante la loro oscenità non vennero mascherati fin dalla nascita? perché è stata mascherata con la griglia-gardèa solo il fianco sud, immodificando la panoramica da via Piai che impatta sul campanil del Dòmo? se la soluzione era tanto semplice quanto dovuta perché ci son voluti vent’anni per concretizzarla? la Soprintendenza sa dell’intervento di ieri e lo ha a approvato brevi manu e sic et simpliciter? questo intervento di maquillage estingue ogni macchia sulla questione, il teatro ora è alienabile? Circa le macchie, il corten usato (vedi disastro Victoria Center) non sbrodolerà ruggine sul muro di piazza Minucci? Il rovello di questi ed altri interrogativi s’affianca alla constatazione che, dal punto di vista estetico-paesaggistico la situazione non risulta per nulla migliorata, anzi. Tanto che con caustico sarcasmo, un canuto e saggio serravallese commentava: “Pezo ‘l tacòn del sbrego”. Con mesto fatalismo un altro gli echeggiava: “Zà, a-a Saravàl senza confòrt, dove che piove o che venta o che sona da mort, ghe manchea sol de veder questa…”.
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