Donna uccisa in cucina, il giallo della pistola mancante
Tra le armi sequestrate ad un vicino di casa mancherebbe questa
ARIANO POLESINE - C'è una pistola, non ancora trovata, che potrebbe risolvere il giallo di Ariano Polesine, l'omicidio ancora senza spiegazioni della 32enne Rkia Hannaoui, trovata in fin di vita dai due figlioletti nella cucina di casa martedì pomeriggio, e morta il giorno dopo, con un proiettile nel cranio, all'ospedale di Rovigo. Con un fascicolo d'inchiesta aperto contro ignoti per omicidio, i carabinieri avrebbero sequestrato all'anziano padrone di casa degli Asmauni, che abita al piano di sopra, alcuni fucili; l'uomo è un cacciatore. Ma dalle armi di cui l'uomo ha il legale possesso, mancherebbe una pistola. L'autopsia si Rkia programma lunedì dirà se il calibro del proiettile rimasto nel cranio corrisponda o meno alla pistola mancante. Il padrone di casa, un italiano, però ,nega ogni ipotesi: "Sono stupidaggini - ha detto l'uomo al Corriere del Veneto - cose inventate: non mi hanno sequestrato nulla e non mi manca niente". Sempre al Corriere Veneto ha parlato anche il marito di Rkia, il 52enne Lebdaoui Hannaoui, padre dei due bambini di 8 e 11 anni, che al momento del fatto stava lavorando nei campi: "mia moglie era in cucina - ha raccontato - e aveva in mano il telefonino perché stava video-chiamando sua madre, che si trova in Marocco. Il bambino più piccolo era con lei. È stato lui a raccontarmi che all'improvviso la mamma è crollata a terra, come per un malore, e ha sbattuto la nuca sul fornello. Lui si è avvicinato allo schermo e ha detto alla nonna: "Mamma è caduta". Poi è corso ad avvisare il fratellino più grande, che mi ha telefonato". Al momento non vi sono persone indagate per la morte di Rkia.