Conegliano: il talento di Carlotta, giovane sarta e imprenditrice. “Faccio solo pezzi unici”
Oggi le sue creazioni vanno a ruba
CONEGLIANO - Tra magliette con i peluche ricamati e gli abiti da sposa c’è un abisso. Eppure il percorso di Carlotta Sanson è iniziato proprio con delle T-shirt confezionate per amici e compagni di scuola. Oggi la 32enne è una sarta professionista, e le sue creazioni vanno letteralmente a ruba. Per i nuovi ordini le sue clienti dovranno attendere addirittura il mese di settembre. Carlotta è originaria di Conegliano, ma da qualche tempo vive e lavora a Follina. L’anno scorso si è sposata con Tiziano, e ovviamente è stata lei a cucire gli abiti per la cerimonia. Ha confezionato i vestiti per le sue migliori amiche e ha realizzato anche il suo. Viene da una famiglia di gelatai, e per tanti anni si è divisa tra la Germania e il Coneglianese.
“Dopo aver finito le superiori sono partita e ho raggiunto mio papà – racconta -. Gli davo una mano facendo la cameriera. Facevo lo stesso lavoro anche quando tornavo in Italia”. Poi la mamma di Carlotta ha deciso di rimanere a Conegliano, e per la giovane le cose sono cambiate radicalmente. “Lei ha iniziato a lavorare in un negozio di arredamento – spiega la 32enne -. Lì avevano tutti i cataloghi con le tirelle, e ogni tanto mia mamma portava a casa scarti o avanzi di stoffa. Ho iniziato con quelli”. All’epoca andavano di moda i peluche da attaccare allo zaino. “Una mia compagna di classe mi ha consigliato di realizzarne uno su una maglietta – racconta Carlotta -. Ho provato a fare qualche T-shirt per le mie amiche, poi ho presentato il mio progetto durante la giornata dell’arte a scuola: a quel punto tante studentesse hanno iniziato a chiedermi di personalizzare le loro magliette. Ne ho fatte circa cinquanta”. Poi, con l’aiuto della nonna, ha provato a realizzare la sua prima gonna. In fondo la sartoria è un po’ il fil rouge della sua vita. “È sempre stata la mia passione – spiega -. Quando avevo un momento libero mi mettevo sempre a cucire, e ad un certo punto ho capito che non volevo più fare la cameriera”.
Quando è successo?
Nel 2017. È stato Tiziano a farmi fare il grande passo. Mi ero appena licenziata e stavo per partire per Palma de Maiorca. Ci siamo conosciuti a fine anno, poi io sono partita e sono stata via un mese. Lì mi sono resa conto che non avevo più voglia di fare la cameriera. Sono tornata a gennaio e a marzo ho aperto la partita Iva.
Che tipo di sarta sei?
Sono prima di tutto un’autodidatta. Ho solo 32 anni, ma alla fine uso ago, filo e macchina da cucire da 15 anni. Non faccio cartamodelli, disegno direttamente sulla stoffa. A volte parto da zero, in altre occasioni faccio delle riparazioni o modifico abiti già pronti. Tante persone mi chiedono di ridare vita a vestiti vecchi o inutilizzati. Faccio vestiti da sposa, abiti da cerimonia, gonne, camicie, pantaloni. A volte mi capita di recuperare gli abiti da sposa delle zie o delle mamme delle mie clienti.
Come funziona il tuo “business”?
Su appuntamento. Ricevo sia a Conegliano sia a Follina. Faccio pezzi unici su misura e su richiesta. Secondo le mie clienti il mio stile è riconoscibile, e questo mi riempie di gioia.
Sei contenta della tua scelta di vita?
Sì, decisamente. Per me è una passione, non un lavoro. Faccio quello che mi piace, e se non lo faccio mi manca. All’inizio non è stato facile, ma a me piacciono le sfide. Poi il passaparola e i social mi hanno aiutato molto.