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03 giugno 2023

Esteri

"Talebani di Bolsonaro hanno colpito al cuore il Paese"

Il racconto dello scrittore Marco Lucchesi, presidente della Biblioteca di Rio

| AdnKronos |

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marco lucchesi

MONDO - "Sono sotto shock. Tutti sapevamo che erano in programma delle sommosse, ma mai avremmo pensato che potessero raggiungere tali livelli assoluti di barbarie". Marco Lucchesi risponde all'Adnkronos mentre è in auto. Negli occhi lo scrittore italo-brasiliano originario di Massarosa (provincia di Lucca), pochi giorni fa nominato dal presidente Lula alla guida della Biblioteca Nazionale di Rio de Janeiro, l'ottava più importante al mondo, ha ancora le immagini dell'assalto dei seguaci dell'ex presidente Jair Bolsonaro, da lui definiti "talebani", ai palazzi del potere a Brasilia ed è in fiume in piena. Quello che ha portato a questa situazione, spiega lo scrittore che da 30 anni insegna all'università e ha un recente trascorso a 'L'Orientale' di Napoli, ha radici "profonde". Nasce "dal golpe contro l'ex presidente Dilma Rousseff", nel 2016 sollevata dall'incarico con una procedura di impeachment basata sulla presunta irregolarità di alcune manovre fiscali, e passa dall'arresto di Lula per ordine del giudice Sergio Moro, una figura "assai riprovevole" che ha voluto "criminalizzare" l'attuale presidente, poi scagionato da tutte le accuse. "Rousseff aveva previsto tutto, aveva già denunciato l'esistenza di un progetto per distruggere tutto quello che rappresentava la democrazia e la cultura della pace", evidenzia Lucchesi, puntando il dito senza mezzi termini contro Bolsonaro e la sua " 'pars destruens' ". E' su di lui, sottolinea, che ricade tutta la responsabilità politica di quanto accaduto. "Aveva annunciato che avrebbe distrutto tutto e devo dire che su questo è stato bravo. E' l'unica promessa che ha mantenuto", dice Lucchesi ironicamente, aggiungendo che "quel che non fecero i Barbari, lo fecero i Barberini", i suoi sostenitori "completamente impazziti". Ora per lo scrittore bisognerà prima di tutto indagare sul comportamento di una parte delle forze di sicurezza, presumibilmente colluse con i rivoltosi. Altrimenti, dice, non si spiegherebbe come "parte della polizia federale e militare abbia fatto a non vedere i pullman che arrivavano in grande quantità ed i messaggi scritti" di chi ha organizzato l'assalto ai luoghi del potere. "E' stato un colpo al cuore del Paese, come se in Italia il Quirinale, Palazzo Madama, Montecitorio e la Cassazione fossero invasi da questi talebani che hanno inquinato e distrutto i segni dell'arte che dialoga con la politica", dichiara.

 

'Responsabilità Bolsonaro è enorme ma da vile non se la assume'

Alla base della rivolta di ieri, prosegue Lucchesi, c'è un coacervo culturale composto da elite "chiuse e poco solidali" ispirate all'ideologia dell'ex presidente americano Donald Trump e da "chiese evangeliche legate alla teologia della prosperità che hanno fame di potere e secondo le quali più soldi hai e più sei amato da Dio". Un progetto di estrema destra basato su una "grande ignoranza" in cui Bolsonaro era rappresentato come "il seguace di Dio che aveva una missione da compiere" contro il comunismo. "Bolsonaro, la cui responsabilità per i fatti di ieri è enorme ma da vile non se la assume, è stata la conseguenza bassa e turpe di questo progetto di trascinare il Brasile verso l'estrema destra, svuotandolo delle sue ricchezze come il petrolio", aggiunge Lucchesi, secondo cui i manifestanti entrati in azione "vogliono la dittatura e hanno idee religiose folli". Lo scrittore, che abita a Niteroi vicino Rio de Janeiro, racconta quindi gli anni difficili vissuti nel Paese durante la pandemia e le "minacce personali" ricevute dai sostenitori di Bolsonaro, noto per le sue posizioni negazioniste.

 

'Cittadinanza italiana? Che Bolsonaro non sia un Cesare Battisti a rovescio'

"In quel periodo ero presidente dell'Accademia brasiliana di Lettere e presi delle iniziative che avevano un costo politico - ricorda - Il governo non voleva fornire i bilanci delle vittime del Covid e allora, anche se non era nostro compito, organizzammo noi una tabella giornaliera con il numero dei morti. Pubblicavamo poi delle interviste a scienziati sul sito dell'Accademia, che parlavano della necessità di vaccinarsi, e mettevamo le bandiere a lutto quando le vittime era particolarmente numerose. Avevo creato un nucleo anti-bolsonarista". A proposito della notizia secondo cui Bolsonaro vorrebbe la cittadinanza italiana per sfuggire ad alcune accuse, Lucchesi auspica che l'Italia "non lo ospiti sul suo territorio perché sarebbe un contributo alla perdita di civiltà e una ferita profonda. Che Bolsonaro non sia un Cesare Battisti a rovescio. Lì il Brasile ha sbagliato e speriamo che l'Italia non faccia lo stesso errore". Il presidente della Biblioteca di Rio è convinto che il Brasile sarà "salvato" da Lula, che già nel precedente mandato aveva creato "tantissime università", migliorando le condizioni di "pari opportunità" e aprendo gli atenei ai neri. "Quello che ci ha ferito è che il Brasile stava percorrendo un cammino importante. Ora è il momento di ricostruire e di smontare l'inquinamento anti-democratico di Bolsonaro e dei suoi seguaci - conclude - Senz'ombra di dubbio ci riprenderemo. Con Lula finalmente il sogno è tornato nel'agenda politica e riprendiamo a respirare. Porteremo il Brasile ai livelli che merita e torneremo un popolo che ha fame di libri e di sogni".

 



AdnKronos

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