Portobuffolè, al rogo perché infanticidi, ma non era vero: la storia raccontata dagli studenti
Convegno organizzato in municipio per presentare lo studio dei ragazzi che frequentano l'Isiss Scarpa di Motta
PORTOBUFFOLÈ - «Ringrazio gli studenti delle classi quarte del Liceo delle Scienze umane che con impegno e passione hanno accolto e portato a termine il progetto promosso dalla Regione Veneto sulla Cultura Veneta e la mediazione dei conflitti».
Esordisce così la nuova Dirigente Scolastica dell’ISISS Antonio Scarpa di Motta di Livenza/Oderzo, Maria Cristina Taddeo, all’evento tenutosi di recente, presso la Sala Consiliare del Comune di Portobuffolè. Il convegno, patrocinato dai Comuni di Portobuffolè, Motta di Livenza, Oderzo e Ponte di Piave ha visto la presenza numerosa di genitori, docenti e cittadini/e che hanno apprezzato lo spessore culturale, professionale e umano dell’esperienza vissuta dagli studenti/esse dell’Istituto. Guidati dai/dalle docenti Cappellazzo, Zuccolotto, Pluda, Iadicicco, Zorzi e Damo, gli allievi e le allieve hanno portato in scena un processo svoltosi nel 1480, quando alcuni ebrei residenti a Portobuffolè furono ingiustamente accusati di infanticidio e condannati al rogo in Piazza San Marco a Venezia. Il paese bandì per questo tutta la comunità e oggi, in loro memoria, c’è una targa in ebraico affissa sul palazzo che ospitava l’Arcisinagogo.
Interessante e coinvolgente l’intervento dello storico Mauro Fasan che ha approfondito le vicende della Repubblica Serenissima, soprattutto in relazione ai suoi rapporti con la Santa Sede e con l’operato dell’Inquisizione nei territori veneto-friulani, in particolare i fenomeni di stregoneria, magia e superstizione. Emozionante l’intervento dell’Associazione “La Voce” per la mediazione dei conflitti che ha catturato l’attenzione del pubblico spiegando l’esperienza formativa vissuta dai ragazzi, durante lo scorso anno scolastico.
Gli studenti e le studentesse sono stati accompagnati a trovare la soluzione dei conflitti attraverso modalità di accoglienza, riconoscimento, accettazione e trasformazione dei contrasti, astenendosi dal giudizio sulle persone. Sono stati sensibilizzati alla Giustizia Riparativa, a quella giustizia sociale che supera la logica sanzionatoria e in cui la vittima e il reo partecipano insieme attivamente alla risoluzione delle questioni sorte con l’illecito penale.
La canzone di J. Lennon,“Imagine”, cantata dalle due classi accompagnate al pianoforte da Sebastian Iolea, ex studente dell’Istituto Scarpa, e il testo omaggio «Ricordo di Portobuffolè»donato dal Sindaco Andrea Susana agli studenti e ai docenti, hanno concluso una serata in cui si è rafforzata la coesione e la cultura della Pace.