BUONA DOMENICA Finché morte (e anche dopo) non li separi.
La storia di Marco Manganotti, cuoco di 51 anni e 180 chili, al quale sono state negate sia il loculo che la cremazione. Dopo una vita di complicanze e di limitazioni di tutti i tipi.
TREVISO - Marco Manganotti era un cuoco di 51 anni e di 180 chili, di un paese in provincia di Verona (Castagnaro). È morto un mese e mezzo fa per un cancro al colon. Una esistenza breve la sua, zeppa di complicanze e di limitazioni. In vita. E in morte. Perché: la cassa, ai congiunti del povero Marco, è stato impedito di poter scegliere, non ne fanno della sua taglia (incredibile a dirsi); inibita la cremazione: troppo stretta la bocca del forno (incredibile a dirsi, e due).
Il rito funebre, almeno quello, è stato celebrato. Non che fosse scontato perché di funerali cancellati per ragioni di peso ce ne sono stati, e non uno o due. Le imprese di pompe funebri da sempre lamentano l’inesistenza di loculi “extra large”. Eppure nei campisanti di aree “dedicate” ne esistono, quelle destinate ad esempio, a chi è passato a miglior vita senza che nelle tasche sia stato loro trovato il becco di un quattrino per sostenere le spese per funerale e sepoltura.
Fino a quando uno è in tempo per esibire un certificato di esistenza in vita, qualche barriera architettonica magari viene anche abbattuta. Fa tristezza il dopo: non è più un problema. Dovrebbero pensarci i Comuni, in capo ai quali stanno le politiche cimiteriali. Il cittadino trapassato, pur se non vota (e dopo aver pagato per una vita le tasse) ha diritto a un trattamento se non riconoscente quanto meno rispettoso. Ma il racconto (“La Tribuna di Treviso”, 10/8/2022) che si è fatto denuncia coraggiosa della compagna di Marco Manganotti non dovrebbe lasciare insensibile nessuno e spronare viceversa tutti a intraprendere una battaglia - anche questa - dì dignità, a nome e per conto di chi di voce non ne ha più.
“Non abbiamo potuto scegliere la bara: quella adatta a contenere una salma così grande era di un solo tipo. Marco voleva essere inserito in un loculo accanto ai genitori ma anche questo non è stato possibile, per via delle misure standard dei loculi. Ci hanno detto che perfino la bocca del forno crematorio era piccola e che non ci sarebbe entrato. Stiamo abbattendo le barriere di discriminazione di tanti gruppi di persone e non abbiamo alcun riguardo per i sovrappeso”.
Buona domenica