A Farra di Soligo, insaccati e Prosecco per promuovere la cultura del territorio

Rive de Nadal: enoturismo eroico

| Sara Armellin |

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FARRA DI SOLIGO - Quella dei fratelli Stefano e Paolo Guizzo è proprio una bella storia, di valorizzazione delle tradizioni di famiglia e di passione per l’incredibile particolarità della terra di nascita: le rive di Farra di Soligo. Per chi non è mai stato da quelle parti, basti un’immagine su tutta per dare concretezza al temine “viticoltura eroica”: la monorotaia costruita da zio Diego sulle rive del Fal, zona particolarmente impervia ma dalle caratteristiche uniche che dona alle uve un profilo organolettico eccezionale.

Fare viticoltura a certe pendenze è mestiere quasi da equilibristi: e portare su e giù i secchi carichi di grappoli durante la vendemmia è oltremodo faticoso. I muscoli lavorano, e anche l’ingegno: da qui l’idea di costruire la monorotaia. Perché in casa Guizzo si fa tanta fatica si, ma si usa anche molto la testa: non a caso Stefano e Paolo hanno saputo cogliere al balzo anche la recente opportunità data dalla nomina delle Colline del Prosecco a Patrimonio Unesco, strutturando un’offerta enoturistica da sogno, che unisce vino, insaccati, polenta e tanti raccanti di collina.

Ma partiamo dai 163 metri sul livello del mare di Farra di Soligo, dove i fratelli Guizzo portano avanti l’azienda agricola Le Rive de Nadal: qui coltivano 4 ettari di vigne e 6 ettari di seminativi – mais, soia e orzo – utilizzati anche per alimentare i 30 maiali che ogni anno vengono macellati e trasformati in succulente sopresse, coppe, coste, pancette, cotechini e salsicce. Del resto lo zio Domenico è sempre stato il “becher” – norcino – per le famiglie della vallata, come il nonno Natale, da cui prende il nome l’azienda agricola.

Ora saliamo di un po’ di metri sul livello del mare e arrampichiamoci sulle rive di Farra: qui i Guizzo coltivano altri 6 ettari di preziosissime vigne, da cui ricavano Prosecco DOCG e Prosecco Rifermentato in bottiglia con il fondo, denominato 1.11 in omaggio alla data di nascita di nonno Nadal. Tutte queste delizie, insieme a una fetta di polenta ricavata dal mais Biancoperla, Sponcio e di Marano coltivato sempre internamente, possono essere acquistate in azienda oppure al ristoro di Collagù, idilliaco punto di enoturismo inaugurato lo scorso anno nel delizioso omonimo borghetto.

A Collagù si arriva dal centro di Farra con 40 minuti di passeggiata; meglio rinunciare all’auto, perché il parcheggio è veramente esiguo: ogni lembo di terra ben esposto al sole nelle colline di Farra è infatti dedicato alla viticoltura, più che alla viabilità. Dalle panche del Ristoro di Collagù ci si rende conto della particolarità di questo territorio, in cui arrivano turisti da tutta Europa trovando nella proposta enoturistica dei Guizzo prodotti genuini e tanta cultura del buon cibo. 

A raccontare gli aneddoti più simpatici, insieme a Stefano e Paolo, ci sono Franca e Sandro, che oltre a servire ai tavoli, vi portano volentieri a visitare la chiesetta di Collagù e vi raccontano storia e gloria di insaccati e prosecco. Perché l’unione di cibo e territorio può generare cultura degna di attirare amanti del buon vivere da ogni angolo di mondo: che poi torneranno a casa portando con loro l’esperienza e il ricordo di una fetta di sopressa genuina e di un autentico vin col fondo.

 



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Sara Armellin

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