BUONA DOMENICA Non solo di matrimonio; l'annuncio ora è anche per il divorzio
Nel bel mezzo di una crisi di Governo, di una guerra, di una pandemia e della siccità. è scoppiata pure la coppia Blasi-Totti: questa non ci voleva proprio...
TREVISO - Non bastavano una pandemia che non la smette, una guerra sempre sull’orlo di diventare mondiale, la siccità e la crisi di Governo. Agli italiani che stanno agognando le meritate ferie, questa proprio, Ilary e Totti, non gliela dovevano fare. Ma come: separarsi, a cavallo di Caronte, con più di quaranta gradi all’ombra?
E dandone notizia, per di più, neanche in un comunicato congiunto. Disorientando sulle prime e poi impanicando un Paese intero, che adesso l’addio di Mario Draghi non è niente al confronto. Sarà il tormentone di questa estate. Che estate poi? Quella che cantava semmai Bruno Martino: “E la chiamano estate, questa estate senza te”.
Da quando è stato “annunciato l’annuncio” - ed è quasi trascorsa una settimana - non sono state ancora esaurite le scorte dei gossip che promettono di tenerci compagnia ancora per molto. Un sospiro di sollievo per chi non era ancora riuscito a organizzare il modo di occupare il tempo defraudato delle incombenze dell’anno. Saremmo stati fagocitati dal “non senso” se a tenderci la mano e a farci uscire dal buco nero non fossero stati gli ormai ex coniugi Totti. Rotto l’incantesimo, finita la fiaba: la principessa è volata in Tanzania. Per l’ex capitano sorvolo a bassa quota, in zona Noemi (la sua nuova fiamma).
Sul pezzo ci stanno tutti gli altri: il cognato, il tizio che li fece incontrare, (tra poco scoveranno anche il prete che - mannaggia - li ha sposati), amici e congiunti, “niente-fiori-ma-opere-di-bene”: tutti a raccontare, a dire la penultima parola, perché l’ultima chissà quando ci sarà fatta la grazia di udirla.
È stato un colpo basso, Ilary e Franci, quello che ci avete assestato. Non si fa così: la notorietà, in determinati frangenti della vita, è una brutta bestia e non dà tregua. Dileguarsi per dirsi addio, senza esporsi al pubblico che fa presto, in epoca social, a trasformarsi in ludibrio: sarebbe stato preferibile. Ma soprattutto è il tempo (solleone a parte) che è sbagliato. Ed è egoistico non pensarci: gli italiani non dovrebbero forse poter mettere testa, concentrarsi su altro, di più impattante e urgente per le sorti della nazione?
Fama e gloria, pur tramontanti, continueranno invece a nutrirsi del “purché se ne parli”.
Buona domenica