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29 marzo 2024

Esteri

Navalny, Ue chiede rilascio: "Sia visitato da suoi medici"

"Autorità russe responsabili per la sicurezza e la salute di Navalny". Preoccupazione della Farnesina

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Navalny, Ue chiede rilascio:

RUSSIA - Alexei Navalny in pericolo di vita e l'Ue chiede, oltre al "rilascio immediato e incondizionato" che "le autorità russe concedano immediato accesso ai medici di fiducia" del dissidente. E' quanto afferma in una dichiarazione Josep Borrell, Alto rappresentante della politica estera e di sicurezza della Ue, sottolineando la "profonda preoccupazione" dell'Unione Europa per notizie sul "continuo peggioramento delle condizioni di salute di Navalny nella colonia penale" dove il dissidente russo è rinchiuso. "Le autorità russe sono responsabili per la sicurezza e la salute di Navalny nella colonia penale e noi le riteniamo tali", aggiunge Borrell che poi ribadisce la richiesta della Ue della scarcerazione del dissidente, come lui stesso ha chiesto in occasione della sua visita a Mosca lo scorso febbraio. "La Ue continuerà a chiedere il suo rilascio immediato ed incondizionato dal momento che noi consideriamo la sua condanna politicamente motivata e contraria agli obblighi della Russia in materia di diritti umani", conclude. Nella nota Borrell ricorda come la Ue abbia condannato "nel modo più forte possibile" l'avvelenamento di Navalny ed ha imposto sanzioni lo scorso ottobre a sei funzionari russi "coinvolti nel tentato assassinio". E poi a febbraio ha imposto nuove sanzioni a quattro individui per il loro "ruolo nell'arresto arbitrario, la persecuzione e la condanna di Navanly". "Il caso Navalny non è un incidente isolato - prosegue il capo della diplomazia europea - ma conferma un andamento negativo di restrizione di spazio per l'opposizione, la società civile e le voci indipendenti all'interno della Federazione Russa". Ribadendo la richiesta della Ue alla Russia di un'indagine piena e trasparente sull'avvelenamento di Navalny, Borrell comunica che i nuovi sviluppi sul caso del dissidente saranno nell'agenda della riunione di domani dei ministri degli Esteri dell'Unione. USA "Abbiamo comunicato al governo russo che quello che succede a Mr Navalny mentre le autorità russe lo hanno in custodia è loro responsabilità, e verranno considerate responsabili dalla comunità internazionale". Così il consigliere per la Sicurezza Nazionale di Joe Biden, Andrew Sullivan, ha specificato di aver comunicato a Mosca "che vi saranno conseguenze se Navalny muore" in carcere. "Stiamo valutando una diversa serie di misure che potremmo imporre, ma non le comunicherò pubblicamente in questo momento", ha aggiunto intervistato dalla Cnn.

 

LETTERA APERTA A PUTIN DA 11 POLITICI RUSSI

"Lo stato di salute del prigioniero politico Alexey Navalny minaccia la sua vita". E' quanto si legge nella lettera aperta firmata da 11 politici russi di Parlamenti regionali in cui si rivolgono direttamente a Vladimir Putin affermando che come "presidente della Federazione Russa, ha responsabilità della vita di Navalny sul territorio russo e nelle prigioni federali". Nella lettera, riportata oggi dal sito della Cnn, si afferma che Putin deve rispondere di questa responsabilità "nei confronti di Navalny, dei suoi familiari e del mondo intero", chiedendo che venga permesso immediatamente ai medici del dissidente di visitarlo in carcere. "Noi consideriamo quello che sta succedendo come un attentato alla vita di un politico, commesso per odio personale e politico" prosegue la lettera che ha iniziato a circolare ieri con l'invito per tutti i russi a firmare.

 

LE REAZIONI IN ITALIA, FARNESINA PREOCCUPATA

Il caso Navalny registra anche la reazione del mondo politico italiano, che plaude all'Ue e chiede di intervenire con un accesso immediato alle cure necessarie. "La #Farnesina esprime forte preoccupazione per la notizia del deterioramento delle condizioni di salute di Alexey @navalny ed auspica che gli venga garantito accesso immediato alle cure mediche di cui ha bisogno", Quanto si legge in un tweet della Farnesina. "Le condizioni di salute di #Navalny peggiorano giorno dopo giorno. Non c’è più tempo. Italia e Unione Europea, unite nella difesa dei diritti, non resteranno spettatori. #FreeNavalnyNow". Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega Politiche Ue, Enzo Amendola, su Twitter. "L'Italia unisca la sua voce alla richiesta del Presidente Joe Biden e dell'Alto Rappresentante UE Josep Borrell di liberazione incondizionata di Aleksej Navalny le cui condizioni sanitarie sono allo stremo e la sua stessa vita è a rischio. Venga visitato subito da suoi medici". Lo scrive su Twitter Piero Fassino del Pd, presidente della commissione Esteri della Camera. “Bene la richiesta dell’Unione Europea per l'immediata liberazione di Aleksey Navalny. Le autorità russe consentano, nel rispetto dei diritti umani, l'accesso ad un medico di sua fiducia per verificarne le condizioni di salute e si impegnino a rilasciare Navalny, detenuto per ragioni politiche”, il messaggio su Twitter di Piero De Luca, vicepresidente del Gruppo dei deputati del Pd. "Le condizioni di salute di Navalny sono gravissime. Serve un atto di umanità e rispetto!", scrive sul social la senatrice Valeria Fedeli, capogruppo dem nella Commissione Diritti umani. E ancora l'eurodeputata dem Pina Picierno: "Accadesse qualcosa di grave a Navalny, sarebbe l’ennesimo nostro fallimento. Nostro: della democrazia, della libertà, della giustizia, che ci fregiamo di rappresentare", scrive su Twitter. "Il governo italiano chieda l’immediata liberazione di Navalny. Non è tollerabile che venga lasciato soffrire e morire in carcere. La voce italiana si faccia sentire insieme a quella europea", le parole di Lia Quartapelle, responsabile Europa, Affari Internazionali e Cooperazione allo Sviluppo della Segreteria del Pd. "Da giorni Navalny, in cella dallo scorso febbraio, è in sciopero della fame e un’equipe di medici ha avvertito che le sue condizioni di salute sono talmente compromesse da poterlo portare alla morte. Il rispetto dei diritti umani, politici e civili deve essere alla base delle relazioni tra gli Stati membri, l’Ue e i Paesi terzi e quello che sta accadendo non solo è inaccettabile, ma necessita di una presa di posizione ferma e decisa da parte di tutto l’Occidente. Le condanne formali non sono più sufficienti. In questo momento si rende necessario fare in modo che la Russia liberi e appresti le dovute cure a un uomo ingiustamente detenuto in carcere. Mi auguro che in questa fase, che pure ci pone di fronte alla complessità degli equilibri geopolitici con Mosca, Stati Uniti ed Europa parlino con una voce sola e uniscano le proprie forze per dare una svolta finalmente positiva al caso dell’oppositore russo". E' quanto si legge in un articolo pubblicato su 'Formiche.net' dall'eurodeputato leghista e capogruppo di Identità e democrazia, Marco Zanni, che denuncia il rischio concreto di un "epilogo tragico" della vicenda dell'oppositore russo. "Se osserviamo la gestione del 'fenomeno-Navalny' dalla prospettiva europea, infatti, ciò che non può non balzare agli occhi è il consolidato immobilismo tutto europeo rispetto a ciò che accade oltre i nostri confini. Più volte, sia come Lega sia come gruppo Id al Parlamento europeo, abbiamo evidenziato l’approccio debole dell’Unione nella gestione dei rapporti con Paesi come Cina, Turchia e Iran, in cui ancora oggi le minacce dei regimi illiberali pesano, incontrastate, sulla popolazione". "Gli strumenti affinché l’Europa riguadagni un ruolo di spicco nello scacchiere internazionale -sottolinea- esistono; a partire dalla Nato, con la quale a questo punto incrementare una strategia strutturata di coordinamento diventa prioritario. Anche per quanto riguarda il nostro Paese, la strada da fare è ancora lunga: se guardiamo al fronte caldo del Mediterraneo, è facile osservare come negli ultimi anni la eco dei regimi antidemocratici sia arrivata a pochissimi chilometri da noi, nei Balcani e nel Nord Africa". "In un simile contesto, restare a guardare sarebbe non solo insensato, ma pericoloso. Ora l’Italia e l’Europa devono mettere in campo tutte le energie possibili per riaffermare, anche oltre-confine, il valore dei principi democratici in cui affondano le nostre radici", conclude Zanni.

 



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