“Non togliete il sorriso ai nostri bambini”
La petizione dei genitori i cui figli frequentano le struttura de “La Nostra Famiglia”
TREVISO – Terapisti de La Nostra Famiglia costretti a lavorare 2 ore in più a parità di stipendio, con il nuovo contratto: il rischio è perdere il servizio e scatta la petizione. Dopo lo stato di agitazione per i 300 dipendenti occupati nelle 5 sedi trevigiane dell’istituzione sanitaria (Treviso, Conegliano, Pieve di Soligo, Mareno di Piave, Oderzo) ora scatta anche la sottoscrizione a livello nazionale “Non togliete il sorriso ai nostri bambini”. Va rammentato, infatti, che i centri di riabilitazione delle persone con disabilità “La Nostra Famiglia” sono numerosi in tutt’Italia e la situazione venutasi a creare non riguarda quindi solo i lavoratori della Marca.
Le famiglie dei tanti bambini che usufruiscono dei servizi dell’associazione hanno pensato perciò di fare la loro parte per dirimere la vertenza, con una petizione che è già stata sottoscritta da oltre 10mila persone ma ambisce a raggiungere quota 15mila. “Siamo i genitori dei bambini frequentanti i centri di riabilitazione delle persone con disabilità “LA NOSTRA FAMIGLIA”, un’associazione con sedi in tutta Italia alla quale si rivolgono migliaia di famiglie – si legge nella sottoscrizione -. Recentemente, l’Associazione ha deciso di rinnovare i contratti collettivi con i suoi terapisti, dopo ben 13 anni che non venivano rinnovati: professionisti eccellenti che hanno aiutato tantissimi bambini a riacquistare il sorriso, aiutandoli a tornare a camminare, a condurre una vita serena.
Applicando il nuovo contratto, però, i centri stanno obbligando i terapisti a lavorare 2 ore settimanali in più a parità di stipendio”. I genitori quindi concludono: “Questa situazione rischia di allontanare molti di questi professionisti dall’Associazione, per trovare condizioni lavorative migliori. Sono migliaia le famiglie che si ritroverebbero senza quel prezioso sostegno e la cura di cui necessitano i nostri figli. Per questo sosteniamo a pieno la lotta dei lavoratori appartenenti alla struttura, contro un iniquo rinnovo del contratto collettivo di lavoro: le ore in più vanno pagate! Se toccate i nostri terapisti, toccherete anche i nostri bambini. Aiutateci a sostenerli”.