Il disinfettante che abbatte il coronavirus? Lo ha inventato un'azienda trevigiana
La Biodisin ha inventato un prodotto chimico che abbatte il virus, oltre ad un 'robottino' per sanificare spazi prima e durante l'uso
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TREVISO - Oggi sono le aree sterilizzate per difendersi dal Coronavirus, domani potrebbe esserci il rischio di bloccare possibili attacchi batteriologici; intanto sta per essere ultimata la cittadella anti guerra biochimica allo Spallanzani di Roma. E tutto parla italiano.
E', infatti, un' impresa di Treviso, la Biodisin che ha portato avanti tutto questo e ha anche inventato un prodotto chimico che abbatte il virus, oltre ad un 'robottino' per sanificare spazi prima e durante l'uso. L'azienda sta concludendo, per conto di Palazzo Chigi, la cittadella anti guerra biochimica allo Spallanzani di Roma.
Un edificio con laboratori e posti letto dove isolare e curare persone colpite da virus o batteri di cui non si conosce la natura e quindi la cura. Una struttura militare - nome in codice Bls4 - che è tra le tre in realizzazione in Europa e tra le otto di tutto il mondo.
"L'efficacia del nostro lavoro - dice l'amministratore unico dell'azienda, Roberto Franzoi - è che il prodotto disinfettante contro il Coronavirus (ma anche di contrasto ad altri elementi patogeni come Sars, Aviaria, Peste Suina, Ebola per i quali è già stato usato) una volta espanso nell'aria si attiva all'istante e moltiplica i propri effetti perché anziché appoggiarsi al suolo galleggia nell'aria rimbalzando e facendo si che le 'micele', le gocce che lo compongono, si frantumino moltiplicando nel tempo l'effetto distruttivo degli agenti nocivi".
La Biodisin è stata con il suo prodotto la prima a sanare aree colpite dall'Ebola per poi sviluppare la propria ricerca e potenziare prodotti e strumenti che in Italia sono utilizzati in 140 ospedali. In pratica, per contrastare il contagio da virus e batteri con il Polidisin e il 'robottino' - un gioiellino da 35mila euro - che evita all'uomo di esporsi, si possono bonificare e rendere praticabili aeroporti, stazioni ferroviarie, metropolitane o palestre, luoghi ad alta presenza di persone e ad alto rischio di trasmissione infettiva oltre che, come fatto per il Bls4, i luoghi deputati allo studio di virus e batteri rendendoli sicuri per gli operatori. Tra le curiosità - come ha spiegato Franzoi - il fatto che ricercatori e tecnici siano tutti italiani, dagli ingegneri ai biochimici, e che le componenti siano tutte Made in Italy, per avere la certezza della qualità del risultato che al momento "è indiscusso", conclude.