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16 aprile 2024

Vittorio Veneto

Due cuori e una casa. Di cannabis

Sabina, Stefano, 90 metri cubi di canapa e un sogno che si realizza

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Due cuori e una casa. Di cannabis

Sabina con l'arch. Marinato e l'ing. Viel

VITTORIO VENETO - Qualcuno la definisce la casa del futuro. Per qualcun'altro appartiene piuttosto a un lontano passato. Per Sabina e Stefano è la casa del presente. Una casa di canapa e calce.

Niente costruzioni stile bungalow - come si potrebbe pensare - ma una vera e propria abitazione con muri e tetto massicci e resistenti. Oltre che coibentanti, traspiranti, confortevoli, profumati e, soprattutto, sani e naturali.

Sabina e Stefano abitano a Vittorio Veneto e in un terreno di loro proprietà hanno deciso di costruire un edificio naturale, seguendo i parametri della bio architettura. Una casa che rispecchi la loro scelta di vita e che sia in linea con le loro idee.

 

l biologico si può mangiare, indossare, ma anche abitare. Per questo, Sabina e Stefano si sono affidati alla rete "Costruire Bio", un team di esperti che di occupa di bioedilizia. Un gruppo il cui leit motiv ha catturato i due committenti vittoriesi, pronti a pensare alla casa come a una "terza pelle". Del team, nato dalla sinergia di più professionisti, fanno parte l'architetto Alessandro Marinato, che si occupa della progettazione, l'ingegnere Guido Viel, specializzato in progettazione di strutture in legno, e l'ingegnere Mirko Mazzucco, che si occupa della parte teorica e divulgativa. E sono proprio questi tre professionisti che, da settembre dell'anno scorso, stanno dando vita alla prima casa della zona, nonché una delle prime in tutta Italia, costruita interamente in canapa e calce, su una struttura portante in legno. Una casa interamente naturale.

Il pavimento dell'abitazione

"Costruire Bio - spiega l'architetto Marinato - è una rete nata dall'intento comune di dare qualità al vivere. Di creare spazi che siano in sintonia con l'uomo, con l'ambiente, di realizzare, insomma, una casa sana. Grazie a tecnologie innovative e naturali e a sistemi costruttivi che riprendono quelli del passato riusciamo ad assicurare il più alto comfort e benessere". Questo, per Marinato, Viel e Mazzucco, è il primo esperimento totale. Costruire Bio, nata due anni fa, si è occupata di fornire assistenza e realizzare progetti e servizi nel campo della bioedilizia, ma finora solo lavorando su un'edificio già esistente. Adesso, in via Stefani a Costa di Vittorio Veneto, hanno iniziato dalle fondamenta.

 

"La nostra attenzione è rivolta a materiali ecocompatibili, rintracciabili - se possibile - a Km zero. La costruzione dell'edificio segue inoltre determinati principi di orientamento e parametri energetici. C'è inoltre l'attenzione alla disposizione interna dei locali. L'involucro è traspirante, l'aria all'interno di conseguenza è salubre e il comfort è elevato - spiega Marinato - Una costruzione in canapa e calce ha alte performance termiche sia d'estate che d'inverno, regola l'umidità e poiché è traspirante non si formano muffe. E' inattaccabile da qualsiasi organismo, è ignifuga, crea all'interno un'ambiente basico. E, cosa importante, la canapa è un naturale assorbitore di Co2".

 

"La struttura portante è in legno massiccio e non è stata utilizzata alcuna colla per unire le assi tra loro - precisa l'ingegnere Viel - solo abete e larice. Niente di chimico. La struttura lignea è un naturale isolante per l'umidità e il vuoto sanitario di 50 cm sotto la casa, spazio in cui gira aria, ottimizza la coibentazione". La casa è sollevata di 50 cm da terra e tutto, pareti, soffitto, solaio, sono fatti di legno, canapa e calce.

Visitando il cantiere, si vede la canapa che copre muri e pavimenti. Ma come si forma questo composto?

"La canapa, seccata e sbriciolata, viene unita alla calce idrata e a un legnate che non ha alcune parti di cemento, ma è composto solo da 5 minerali diversi, tra cui la pozzolana. Il composto viene miscelato direttamente in cantiere perché deve essere posato entro un'ora. Il fluido viene poi gettato dentro dei casseri e lasciato solidificare". La canapa, su muri e pavimenti, non solo si vede. Si sente: un profumo di fiori, di natura. Ma che canapa è? "Cannabis sativa - spiega Sabina - che viene utilizzata nell'edilizia, ma anche nel tessile. Vedi? Anche questa maglia è fatta di canapa. E' un materiale resistentissimo. La canapa è una pianta che si può mangiare, indossare, e si presta a numerosissimi usi". Ha solo un difetto: è illegale.

"In effetti in Italia si può coltivare solo se si dichiarano fini particolari. Nel nostro paese ci sono solo tre coltivazioni di cannabis - spiega l'architetto Marinato - noi ce la siamo fatta arrivare dalla Francia". Quanta? "Abbiamo calcolato circa 90 metri cubi".

 

L'abitazione che sta prendendo forma misura 100 mq abitabili, 20 mq quadri accessori. Un'ampia zona giorno al piano di sotto, una camera da letto con cabina armadio e bagno al piano di sopra. Un solaio con il caminetto, una cantina. Sarà riscaldata da una stufa a legna ma soprattutto dal calore che Sabina e Stefano ci porteranno. "Volevamo avere un grande spazio per i momenti conviviali e l'architetto ha compreso pienamente la nostra richiesta", riferisce Sabina. "In questi casi è molto importante la collaborazione tra committenti e costruttori - precisa Marinato -la casa è una sorta di esperimento, va costruita insieme". "Un esperimento ma non un salto nel vuoto - specifica Sabina - sappiamo ciò che facciamo". Ci sono vari studi, secolari, che attestato le ottime qualità della canapa come materiale edile. E per una costruzione che porta solo vantaggi (alla salute, all'ambiente, al comfort), non c'è alcuna controindicazione. "A meno che… - scherza l'ingegnere Viel - i vicini non tentino di fumarsela".

Per info: www.costruirebio.com costruirebio@gmail.com

 



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Stefania De Bastiani

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